Heiji e Conan stavano setacciando tutto il centro di Osaka stando al telefono, fallendo miseramente, Maria si era volatilizzata nel nulla: "Neanche nei luoghi dove andiamo più spesso l'ho trovata." sospirò Heiji molto preoccupato, a tal punto, che aveva paura che la causa della sua scomparsa fosse proprio lui. Che magari la reazione che ebbe alla scoperta dell'identità del padre, cioè Shuichi Akai, non proprio l'ha fatta sentire in colpa, la conosceva, non era quel tipo di persona, ma magari l'ha resa triste ed ha deciso di allontanarsi per farlo pensare.
"So cosa stai pensando Heiji - portò alla realtà Conan - e non è colpa tua. Lei sarebbe ritornata da noi subito dopo. Non pensare a cose senza fondamenta. Dal poco che ho visto e da quello che mi racconti lei ci tiene a te e non poco, e non sarà questa cosa che in realtà relativamente non è importante a porre fine al vostro legame"
Il ragazzo olivastro rimase senza parole, e sorrise ai ricordi dei momenti che ha passato con lei, al legame stretto che si è creato nonostante si conoscessero da poco: "Però, Heiji, io ho un brutto presentimento. Spero tu capisca che cosa intendo" Disse Shinichi davvero preoccupato. Ormai solo una era la soluzione.
L' avevano trovata.
"Che ci fai qui!" gli urlai contro e solo nel momento in cui iniziai a dimenarmi mi accorsi che le mani e i piedi erano legati con una corda. Lei rise, non era una risata dolce, una risata di una madre. Era piena di cattiveria. Non aveva neanche un briciolo di pietà nei miei confronti. "Diciamo che non era oggi il giorno di iniziare questo piano. Ma almeno ho una scusa di vedere il mio proiettile d'argento." Proiettile d'argento? Ma che cosa stava blaterando? Che possa essere Heiji? O Conan? Sono così confusa e detesto questa cosa. Sicuramente ora i ragazzi mi staranno cercando visto che hanno notato che non stavo ritornando.
Appena lei finì la sua sigaretta il mio cellulare iniziò a squillare. Non capivo inizialmente da dove provenisse, infatti mi guardai intorno. Ma alla fine, quando lo vidi in mano a quella donna, capii che era vicino al cambio. Lei rispose mettendo in viva voce la chiamata: "Mary! ti prego. Dimmi dove sei. Ti stiamo cercando dappertutto." Faccio per rispondere ma Vermouth mi precedette: "Siamo al porto. In una macchina nera." Sgranai gli occhi e Heiji rispose veramente arrabbiato: "Non muovetevi da li. Sto arrivando." Vermouth prima di terminare la chiamata lo raccomandò di non chiamare la polizia, se no si sarebbe vendicata su di me.
Chiusa la chiamata mi misi a ridere e lei mi guardò male "Cosa c'è di così tanto divertente? - mi puntò una pistola - credi che non abbia il coraggio?" risi ancora e poi la guardai rispondendole: "Mi fa ridere la cosa che l'hai minacciato di uccidermi quando lo farai lo stesso. Visto che è questo il tuo scopo. In più non capisco perchè gli hai detto dove ci troviamo. Non è da te" Lei posò la pistola e si girò guardandomi dallo specchietto retrovisore:" Per essere una ragazza che lavora per l' FBI sei proprio lenta a capire, in più scommetto che il ragazzino con gli occhiali lo conosci poco." Disse e io la guardai confusa:" Quella chiamata non serviva realmente a sapere dove mi trovassi, ma per capire dove ti trovassi realmente usando come trasmittente il tuo cellulare." Mi spiegò. Sinceramente potevo arrivarci da sola, non aveva tutti i torti, ma non conoscevo Conan, però potevo aspettarmelo essendo un amico di Heiji.
Mi guardai intorno per trovare un modo per uscire dalla macchina, nonostante sapesse che io faccio parte del FBI, sottovalutava le loro doti, incluse le mie.
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"La figlia di Vermouth" - DC
Misteri / ThrillerMaria Mieko Murakami. Figlia di Vermouth che adesso, nonostante la sua tenera età, è un'agente dell'FBI, e dopo tanto tempo, riuscì a convincere tutti a farla uscire dal suo nido e a prendere il volo verso il mondo esterno. Farà amicizie. Litigherà...