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Erano passate due settimane ormai dal giorno in cui sono uscita dall'ospedale, stavo ancora a casa di Heiji, Akai mi ha ancora assicurato di stare qui per telefono, in più qualche volta, quando Heiji era a scuola, contattavo il piccolo Conan, dove gli ho assicurato di fare alcune cose, visto che io non posso uscire. In più mi ha condiviso tutte le scoperte di Vermouth molto utili, il suo punto debole sono proprio lui e Ran, non sapevo precisamente il motivo, ma Conan mi ha confidato che è partito tutto da una cosa che è successa a New York mentre lui era ancora Shinichi. Già, io sapevo della sua vera natura, non mi sono neanche sorpresa più di tanto, era troppo astuto per essere un bambino qualsiasi, in più, sapeva di mio padre, di mia madre, del FBI, sa troppe cose per essere un bambino delle elementari, mi ha davvero detto tutto e io ho fatto lo stesso, soprattutto per ricambiare ciò che lui ha detto a me. 

Ormai sapeva tutto.

Tooru invece è riuscito a mettersi in contatto con me, qualche volta mi chiama, per sapere come sto, però mi chiama da una cabina telefonica, lo so perchè il numero che mi compare ogni volta che mi chiama è sempre diverso. Chissà, è improbabile che non abbia un telefono, in più sa anche il mio numero di telefono, che senso ha chiamarmi da una cabina telefonica? Magari non vuole che io abbia il suo numero di telefono, non lo so, ma sta di fatto che almeno una volta a settimana, mi arriva una sua telefonata. Non stiamo mai tanto tempo a lungo al telefono, stiamo circa massimo tre minuti: parliamo di come sto io, di come sta lui, il suo lavoro, e cose così. Non me la sentivo di dirgli che stavo a casa di Heiji in questo periodo, comunque Akai mi ha particolarmente vietato di avere contatti con lui, poi meglio stare attenti, magari si prende gioco di me, e non voglio. 

Ero in camera di Heiji sta volta, quella sera avevamo dormito insieme, facevo solo incubi, e mi ha chiesto di dormire insieme, così non svegliavo i suoi genitori. E' stato davvero bello, mi ha tenuto stretta a lui per tutta la notte, come se avesse paura che io me ne sarei andata.. mi guardai allo specchio dove mi vedevo chiaramente dalla testa ai piedi e mi accorsi che stavo piangendo, misi a fuoco la mia immagine e porsi una mano in avanti sfiorando lo specchio ancora in lacrime. 

Mi arrivò una chiamata, quella chiamata. Non sapevo che cosa sarebbe successo poi. Guardai il telefono e guardai che era Akai e risposi: "Ehi Shu." lui non mi salutò, ma andò subito al dunque: "Devo farlo adesso." Sgranai gli occhi guardandomi ancora allo specchio, sempre in lacrime con un'espressione sconvolta: "Spero tu stia scherzando, è troppo presto Akai." mi guardavo attorno nel panico per paura che qualcuno mi potesse sentire.. Sentii un sospiro dall'altra parte del telefono: "So che tu non vuoi, ma non c'è una soluzione. So che vuoi stare con lui, so che vuoi ritornare alla tua vita prima di tutto ciò. Ma per il momento non c'è altro da fare." io strinsi i pugni a tal punto di avere le nocche bianche. 

"Tu non capisci. Tu non capisci assolutamente nulla! Se non fossi entrata nel FBI e mi avresti lasciato all'orfanotrofio probabilmente una famiglia Newyorkese mi avrebbe adottata e non avrei mai avuto problemi di questo tipo! Avere paura di essere pedinata, di ferirmi o addirittura paura di morire! Tutto a causa di ciò!" iniziai a dire con le lacrime agli occhi e Akai non si azzardava a dire parola. 

"Questa situazione io non la sopporto più!" Chiusi la chiamata e uscii velocemente dalla stanza di Heiji. Vidi la madre che mi stava venendo incontro: "Tesoro cosa ti è successo?" la guardai e scossi la testa asciugandomi velocemente le lacrime e la guardai: "Mi dispiace tanto per aver creato disturbo signora Hattori." Lei sorrise e mi accarezzò il braccio: "Sarai sempre la benvenuta tesoro. Io mi fido di te." Mi abbracciò, tenni le lacrime e la strinsi, dopo un po' sciolsi l'abbraccio e la guardai: "Mi dispiace." feci un piccolo inchino per ringraziamento ed uscii di casa.

"La figlia di Vermouth" - DCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora