Il sole del tardo pomeriggio inondava la stanza della luce del crepuscolo mentre la mente di Alice era ancora intrappolata nella nebbia. Seguendo la scia di una frivola risata e tristi occhi blu, riuscì a districarsi dal labirinto confuso dei suoi sogni.
"Alice... Alice...?"
Una voce la blandì dal suo sonno e, quando aprì gli occhi, riconobbe le tonalità rosate dei drappi che circondavano il letto della sua stanza.
"Alice, stai bene?" Sebastian era seduto accanto a lei, pareva preoccupato.
"...Sebastian...?" mormorò con voce rauca, e ricordando ciò che era successo si portò una mano alla gola "Arthur mi ha morsa! Dopo io-" il suo sguardo si perse in quello grigio di Sebastian, il quale annuì comprensivo.
"...Sei svenuta. Ti ho trovata insieme alla biancheria e ti ho portato nella tua stanza"
"Grazie per ciò che hai fatto. E scusa per aver lasciato lì le lenzuola da lavare" replicò Alice, abbassando lo sguardo con aria mesta.
"Non è importante. Ciò che è importante è come ti senti. Stai bene?" le chiese il domestico con infinita pazienza. La giovane si tirò su a sedere, sorpresa di non provare alcun dolore, nessun giramento di testa o senso di vertigine.
"Sto bene" rispose, rivolgendogli un sorriso di conferma "Pensavo mi sarei sentita intontita dopo quello che è successo. Com'è il mio collo?"
"Controllo subito" Sebastian le scostò delicatamente i capelli dalla spalla, e quando le sfiorò la pelle con le mani guantate nel punto in cui Arthur l'aveva morsa, riuscì ancora a percepire la presenza del vampiro su di lei.
"I segni dei morsi si stanno già chiudendo. Nel frattempo, ti dispiacerebbe dirmi cos'è successo-?"
"Si, forse è meglio" stringendo tra le mani il soffice piumone, Alice lanciò un breve sguardo alla finestra. Il cielo fuori si era già scurito assumendo un'intensa tonalità blu marino.
Alice si sforzò di mantenere la calma, anche se dentro di sé era un tumulto e, con riluttanza, iniziò a raccontare.
"...Quindi, Arthur ti ha convinta a giocare ai 'Detective', spinta sulla sua poltrona, e ha bevuto il tuo sangue?" riepilogò Sebastian con una nota perplessa nella voce e una lieve increspatura sulla fronte "Sei certa di non avere alcun interesse nei preliminari vampirici? Perché a me sembra come se vuoi due foste coinvolti in-"
Alice corrugò la fronte assumendo un'espressione corrucciata, sentendo dentro di sé aggrovigliarsi un senso di frustrazione.
"Scusa?! Almeno mi hai ascoltata? Questo NON è quello che è successo!"
Sebastian scosse la testa dispiaciuto, comprendendo lo stato di tensione della giovane.
"Le mie scuse. Non è stata affatto una battuta divertente, vero? M. le Comte dice sempre che un po' di frivolezza può alleggerire una questione seria"
"Apprezzo lo sforzo. È solo difficile capire quando stai scherzando. Sembri sempre così rigido"
"Mi viene detto spesso. È una vera maledizione" replicò lui con la medesima inespressività che riuscì a strapparle un debole sorriso.
"...Questa è una battuta, giusto?" un giorno si sarebbe abituata a lui e al suo impassibile umorismo da maggiordomo, si disse Alice, grata per quella breve conversazione che le aveva dato il tempo necessario a riordinare i pensieri.
"Sono rimasta un po' troppo sorpresa per dare un senso a ciò che stava succedendo in quel momento... Ma... credo che Arthur stesse provando a dimostrare qualcosa mordendomi"
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Uno Studio in Rosso - Arthur Conan Doyle
FanfictionAlice, agente di viaggi in visita al Louvre, si ritroverà catapultata nella Parigi del XIX secolo, intrappolata per un mese intero nella maestosa villa di... un vampiro: il Comte de Saint-Germain. Oltre a ciò, un'altra cosa del tutto bizzarra sono g...