Prologo - La Tentazione al di là della Porta

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Parigi, Francia. Epoca moderna.

Era la giornata perfetta per visitare il Musée du Louvre, che splendeva tra le ombre riflesse dalla Piramide di Pei.

Alice trattenne il fiato, spalancando gli occhi per riuscire a portare il più possibile di quel magnifico panorama dentro di sé. Le foto non gli rendevano la giustizia che meritava, il museo stesso era un'autentica opera d'arte.

Senza troppo esagerare, si poteva dire che stava vivendo il suo 'sogno ad occhi aperti'. Agente di viaggio di Tokyo e travel blogger, Alice amava viaggiare, il cibo, le lingue e l'architettura. Parigi era stata una meta ambita per molto tempo e, finalmente, eccola lì nella sua tappa più importante: il Louvre. Non poteva perderselo.

Aveva deciso di tenerlo come ultima tappa dopo essersi concentrata sul suo blog, dedicando al museo l'articolo di chiusura: 'Due ore al Louvre. Quello che DOVETE vedere'. 

Dando un'affettuosa strizzata al suo compagno di viaggio e mascotte, 'Mousette', una candida palletta di pelo con piccole ali da pipistrello che penzolava dalla sua borsa, andò a posizionarsi in fondo alla fila.

Seguendo le indicazioni dell'App. del suo telefono, Alice arrivò all'Ala Denon dov'era esposta l'immensa opera di Jacques-Luis David 'L'Incoronazione di Napoleone'. 

Con la testa china sul display, non si rese conto della comitiva proveniente dalla parte opposta, inciampandovi in mezzo.

Inchinandosi, Alice si scusò con le persone che aveva investito, ricevendo in risposta timidi sorrisi e cenni del capo. Dall'accento col quale parlavano tra loro, intuì dovessero essere svizzeri.

Superato l'ostacolo, trovare l'Incoronazione fu piuttosto semplice. 

"Tiene l'intera parete" pensò ad alta voce, piena di stupore. La tela era talmente grande da poter essere scambiata per un passaggio verso un altro mondo. Persa tra i dettagli del dipinto, trasalì nel sentire una voce maschile rivolgerle improvvisamente la parola.

"Lo sa, è il secondo dipinto più grande del Louvre" disse l'uomo, in un francese fluente. Il suo abbigliamento, rifinito con un lungo soprabito color cachi chiaro, aggiungeva un'eleganza arcaica allo sconosciuto, il quale sembrava essere appena uscito da uno di quei dipinti.

Girando sulle sue oxfords, l'elegante sconosciuto, si avvicinò ad Alice, scrutandola.

"Pardon, Monsieur?" Alice trovò inopportuno il suo attento esame. Non facendo parte dei pezzi d'arte del museo non credeva di meritare tutta quell'attenzione. L'elegante signore ignorò la momentanea indignazione della ragazza e, aprendo la mano sotto il suo sguardo perplesso, esclamò un vittorioso "Lo sapevo" un fascinoso sorriso fece capolino sulle sue labbra sottili "Questo orecchino appartiene a lei"

Alice si portò una mano alle orecchie "Oh! Quando l'ho perso...?" inarcando le sopracciglia, provò a ricordare. Di nuovo, fu lo sconosciuto a venirle in soccorso.

"Credo sia successo quando quel visitatore è inciampato su di lei. Ho notato mentre cadeva. Stavo cercando l'occasione per restituirglielo."

"La ringrazio tantissimo" disse la giovane, inchinandosi. Un comportamento ormai radicato in profondità. Quando sollevò lo sguardo, i suoi occhi vennero catturati da quelli di lui, del colore dell'oro filato. Era certa di non aver mai visto niente di simile.

"È un peccato che non ci sia uno specchio qui per aiutarla a rimetterlo" 

"Sono sicura che ci siano delle toilette nelle vicinanze."

"Vuole che l'aiuti a rimetterlo a posto? Così non lo perderà di nuovo" Alice si ritrovò ad accettare la sua intima offerta ancora prima di realizzare ciò che aveva fatto. 

Uno Studio in Rosso - Arthur Conan DoyleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora