Capitolo 20 - Auprès de ma Blonde

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Mentre Alice aspettava che Arthur si svegliasse – ancora intrappolato nei suoi sogni – aveva ripreso con la sua quotidianità. Le faccende domestiche erano un'ottima distrazione sia per la mente che per il corpo. Terminate le camere, decisamente in anticipo rispetto al solito, Alice si portò avanti con i lavori in cucina.

"E i preparativi per la cena sono fatti!" esclamò soddisfatta ad un Vic tutto scodinzolante che le abbaiò allegro in risposta.

"Ti ringrazio per averlo detto, Vic" replicò lei con un sorriso.

"Ho sentito che hai già finito?"

Alice si voltò verso la porta, dalla quale spuntò il testone scuro di Sebastian.

"Yep! Possiamo iniziare a cucinare quando vogliamo."

"...Disse lei. Però hai fatto un ottimo lavoro. Stai cercando di rubarmi il posto?" domandò lui, dopo aver controllato che tutto fosse stato fatto secondo i suoi rigidi standard.

"Rubarti il posto da sotto il naso?! Mai!" Alice allungò le braccia mostrandogli i palmi "Ho le mani pulite – e non solo perché le ho appena lavate!"

Finalmente, il maggiordomo perse la sua solita impassibile espressione a favore di una più dolce.

"Non preoccuparti. Sei innocente. Mi sei anche stata di grande aiuto oggi. Grazie."

Alice scosse la testa, il fatto che ad un tizio tanto severo come Sebastian piacesse scherzare la faceva impazzire.

"Ad ogni modo, ti stavo cercando" riprese lui, tornando serio.

"Per cosa?"

Sebastian prese una lettera, piegata e leggermente stropicciata, dalla tasca interna della sua giacca e gliela porse.

"Una lettera? Non può essere indirizzata a me..."

"Esatto. Infatti non c'è l'indirizzo. È stata lasciata all'ingresso questa mattina. Tuttavia, leggendola, ho stabilito dovesse essere per te e Sir Arthur"

"Qualcuno ci ha scritto per un caso?" domandò Alice sorpresa, allungando la mano per afferrare la lettera. La aprì in fretta e la prima cosa che notò fu l'intricata cornice disegnata a mano che faceva da riquadro al testo, ma quando i suoi occhi volarono sulle parole, si irrigidì.

Al mio rivale, Sherlock Holmes.

È passato del tempo da quando mi spedisti sul fondo delle Reichenbach Falls e sciogliesti la mia banda.

Sicuramente starai morendo di noia senza di me. So quanto temi il ristagno intellettuale. Devi avere sempre più problemi da risolvere. Un nuovo lavoro! Un nuovo caso! Ne hai bisogno, tanto quanto un tempo bramavi la cocaina.

Bene, rallegrati, mio carissimo Sherlock Holmes. Perché ho preparato uno dei miei più temibili colpi.

Stanotte, ruberò, proprio sotto il tuo naso, il più incantevole tesoro di tutta Parigi. Sarai in grado di risolvere questo caso in tempo?

James Moriarty.

Alice sgranò gli occhi, incredula. Qualcuno aveva scritto loro per un crimine. Un vero crimine!

"Questo è un annuncio! Un avviso! Questo tizio ha intenzione di rubare il tesoro più bello di Parigi!" esclamò, guardando l'altro con un'espressione allarmata.

"Si, così parrebbe" rispose Sebastian, fin troppo controllato, come se non fosse successo niente di straordinario. Semplicemente rimase a fissare la sua amica e collaboratrice, travolta da una sorta di eccitante frenesia.

Uno Studio in Rosso - Arthur Conan DoyleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora