Dopo 'L'Avventura del Cane della Pasticciera', Arthur ed Alice vennero inondati dalle più disparate richieste d'aiuto.
Quel pomeriggio, come ormai accadeva spesso nell'ultima settimana, i due si incontrarono nell'ampio salone di ingresso.
"Hai finito con il lavoro?" domandò Arthur, già con Vic al guinzaglio.
"Si, e tu?" chiese lei di rimando.
"Finito anche io. Almeno, ho raggiunto un ottimo punto d'arresto."
Vic, anch'esso desideroso di prendere parte alla conversazione, lanciò un abbaio guadagnandosi i sorrisi di entrambi e l'attenzione di Alice.
"Sembra che siamo tutti e tre pronti!"
"Allora che ne dici di partire per il nostro nuovo caso?" disse allegramente Arthur.
Ad interrompere il loro magico idillio fu la voce del Comte.
"State uscendo di nuovo in città?"
Arthur ed Alice si voltarono verso le scale mentre il vampiro li raggiunse all'ingresso.
"Comte!" esclamò Alice, rivolgendogli uno dei suoi splendidi sorrisi.
"Si, in effetti" rispose Arthur "Ma non preoccuparti, Comte. Sto ancora obbedendo alle regole. Senza tralasciare che Alice è così severa con me, non ho alcuna possibilità di farle perdere la testa!"
"Forse sono severa perché la tua attenzione dovrebbe stare altrove, famoso scrittore? Hmm?"
Al Comte scappò una leggera risata nell'osservare quei due insieme.
"Dunque sembra che possa stare tranquillo. Non vi ho fermati per qualcosa in particolare. Godetevi la vostra uscita. Alice. Arthur."
"Merci, Comte. Noi andiamo!" si congedò Alice, mentre Arthur esortò Vic a muoversi, il quale abbaiò scodinzolando allegro, evidentemente ansioso di uscire.
Rimasto solo, il Comte proseguì verso la sala da pranzo dove trovò i fratelli Van Gogh e Sebastian.
"Vincent, Theo" salutò, "Sono lieto di vedervi entrambi. E Sebastian, noto che stai lavorando duramente."
I due fratelli distolsero lo sguardo dai loro piatti ricolmi di pancake per rispondere con un cordiale cenno del capo.
"Chi stava abbaiando in corridoio?" chiese Theodorus.
"Alice e Arthur sono usciti per un altro caso. Hanno portato Vic con loro"
"Ecco perché ho sentito due cani" aggiunse, malignamente divertito il più giovane dei Van Gogh "Vorrei avere anch'io abbastanza tempo per passeggiare con il mio cane come quell'occhialuto mordicchia pennini"
"Theo, non è educato insultare la gente" lo rimproverò il fratello.
"E tu sei troppo buono, Vincent. In effetti, sei troppo buono per questo mondo" replicò Theodorus.
"Del tè, M. le Comte?" chiese il maggiordomo, con discrezione.
"Merci, Sebastian."
Le Comte sorseggiò il suo tè con quella grazie antica che lo contraddistingueva in ogni suo movimento. Pareva pensieroso nel fissare il liquido ambrato incresparsi sotto le sue labbra, poi sorrise.
"...È un sollievo vedere Alice e Arthur andare così d'accordo" commentò.
"È proprio così, M. le Comte" convenne Sebastian "Uno si aspettava che non sarebbero mai andati d'accordo avendoli visti quella prima sera. Adesso, potrebbe essere difficile da credere che abbiano avuto dei diverbi..." poi, abbassando ulteriormente la voce, mormorò "Come vorrei poter prendere il suo posto..."
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Uno Studio in Rosso - Arthur Conan Doyle
FanfictionAlice, agente di viaggi in visita al Louvre, si ritroverà catapultata nella Parigi del XIX secolo, intrappolata per un mese intero nella maestosa villa di... un vampiro: il Comte de Saint-Germain. Oltre a ciò, un'altra cosa del tutto bizzarra sono g...