Capitolo 19 - The Adventure of the Prisoner of Holland*

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...Mmm... Mm?

Un gemito appena udibile lasciò le labbra di Alice, la quale giaceva in una languida quiete che era molto più di un sonno. Sopra di lei, il cielo era un turbinio argenteo così come ogni cosa che l'avvolgeva. Prese a camminare, seguendo una flebile luce in lontananza che la condusse all'uscita di quel lattiginoso labirinto. Quando aprì gli occhi, si ritrovò nel suo letto tutto drappi e merletti rosa confetto. Come provò a sedersi, la trapunta le scivolò verso il bordo del materasso.

"...Vedo che finalmente ti sei svegliata" l'espressione solitamente severa di Sebastian era ammorbidita da un profondo sollievo.

"Sebastian...?" la voce di Alice era sottile e roca, poi ricordò tutto. Arthur aveva bevuto il suo sangue e lei era svenuta.

"...Arthur! Arthur sta bene?!" Sebastian esitò sentendo lo sguardo oltremodo ansioso della ragazza su di sé.

"Alice, non so come dirtelo, ma Sir Arthur è-"

"Dimmelo!" intimò lei, deglutendo a vuoto, spaventata.

Sebastian si schiarì la gola e disse "Sta dormendo tranquillamente. È incredibile dato il trauma fisico che ha riportato"

Quindi sta bene? Pensò Alice, soffiando tutto il fiato trattenuto fino a quel momento, sgonfiandosi come un palloncino fino ad afflosciarsi sui cuscini.

"Ti prego non far venire un attacco di cuore a chi ha appena perso del sangue, Sebastian!"

"Le mie scuse. Ho pensato che sarebbe stato meglio rilasciare la tensione e dare sollievo in un colpo solo... pessimo tempismo" replicò il maggiordomo, augurandosi che il proprio divertimento non fosse troppo evidente.

Alice scosse la testa, maledicendolo in silenzio. Ancora con quell'umorismo da maggiordomo.

Dopo, però, fu molto premuroso. Le passò un bicchiere d'acqua e la ragguagliò su tutto ciò che era successo dopo la sua perdita di conoscenza.

Napoleon era tornato all'orfanotrofio insieme al Comte e a lui. Insieme erano stati in grado di riportare alla tenuta sia Arthur che lei senza troppo trambusto. Sembrava che Arthur fosse svenuto poco dopo di lei, ma era sopravvissuto.

Sorella Amélie era stata portata alla polizia per il suo affare di traffico di persone, e i bambini dell'orfanotrofio ritrovati nello scantinato, erano stati riconsegnati alla custodia delle suore.

"...Spero siano in grado di riprendersi da tutto questo. Che incubo dev'essere stato per loro..."

Il volto di Sebastian si fece scuro "Il Giappone è uno degli stati più sicuri, per i turisti come per i cittadini, quindi può essere difficile per noi immaginarlo... Ma ci sono molti terribili crimini simili che avvengono un po' ovunque in quest'epoca"

"Non credo che il periodo storico abbia qualcosa a che fare con questo" replicò Alice "Solo che alcune persone... fanno cose che sono incomprensibili per noi"

"Concordo. A volte, mi domando se il resto di noi non stia solamente vivendo in un'illusione di normalità. Ma quei bambini sono stati salvati da un atroce destino da voi due. Dovreste esserne orgogliosi. Nel frattempo, dovrò prendere un antiacido dopo quello che vi è successo!"

Alice rise sommessamente, dissipando un poco quell'atmosfera malinconica che tutta quella faccenda aveva portato con sé.

"Sebastian, come vanno le ferite di Arthur?"

"Avrà bisogno di qualche giorno per guarire. Probabilmente resterà incosciente per l'intero periodo di ristoro"

Alice si abbracciò le ginocchia al petto spostando lo sguardo sulla trapunta rosa confetto nel tentativo di dissipare quel senso di gelo che le aveva invaso le membra.

Uno Studio in Rosso - Arthur Conan DoyleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora