Extra - Una Notte... Sotto la Luna Crescente

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Quanto sarebbe bello se si potesse dire che era stato il destino a farvi incontrare per la prima volta?

Tuttavia, quel primo incontro con la propria anima gemella, non deve necessariamente essere drammatico o sentimentale, no?

.....

Arthur

"Mmm... no, sono proprio senza speranza. Oggi non riesco a pensare a niente."

Gettando la penna sul foglio bianco davanti a sé, Arthur si arrese all'inevitabile mancanza di ispirazione e, allungando le braccia sopra la testa, iniziò a stiracchiarsi gli arti intorpiditi per il troppo far nulla.

Quella sera, tra l'altro, doveva tenersi un banchetto giù in sala da pranzo. Per lui, l'evento, non era altro che una rottura di palle ma aveva bisogno di cambiare aria e, chissà, forse avrebbe trovato ciò di cui aveva bisogno.

Posò gli occhiali sulla scrivania, si srotolò le maniche della camicia e si ricompose dando le spalle a quel maledetto foglio bianco.

Magari sarebbe successo qualcosa che gli avrebbe dato l'ispirazione perfetta per scrivere una buona storia, pensando a ciò, aprì la porta e avanzò verso il sontuoso corridoio illuminato da eleganti candelabri stile provenzale.

Hmm?

Nonostante la debole luce delle candele, lo sguardo dello scrittore venne catturato da un'insolita e squisitamente affascinante visione.

Una donna? Con 'Leon? E la sta tenendo per mano...?

Sfruttando le ombre e restando a distanza, osservò i due con grande attenzione. Per cominciare, l'idea di una donna che arrivava in un posto simile era piuttosto improbabile. Cercando di cogliere ogni minino dettaglio della sconosciuta, Arthur iniziò a domandarsi chi e cosa lei fosse. L'unica conclusione a cui poteva arrivare era una poco plausibile eccezione.

Ciò avrebbe significato che fosse un vampiro come tutti loro, rinata nella dimora del Comte dopo aver rinunciato alla propria umanità. Eppure non sembrava nemmeno remotamente un vampiro, e l'espressione di 'Leon, disperata, come se stesse tentando di portarla fuori di lì senza farsi notare, dava alla situazione una connotazione decisamente più intrigante.

Ciò significa che è umana? Una donna umana che girovagava in casa nostra?

Quell'idea, destò all'istante la curiosità dello scrittore e, senza quasi rendersene conto, un angolo della sua bocca si sollevò in un sorriso.

Affascinante.

"By Jove, che succede?"

'Leon fece schioccare la lingua frustrato, per nulla felice della situazione.

"Non so chi abbia lasciato entrare questo dolce uccellino nella villa, da quanto posso dedurne... la stavi aiutando a scappare" pur restando nella penombra, il sorriso di Arthur era ben percepibile da entrambi i fuggitivi.

"Ora, perché vorresti fare una cosa simile?" proseguì lo scrittore in tono noncurante, appoggiandosi allo stipite della porta mentre si infilava con disinvoltura le mani nelle tasche dei pantaloni "...Non mi dispiacciono quelle come lei, lo sai. Sembra decisamente appetitosa" mise una leggera enfasi in quell'ultima parola, scoccando alla giovane lo sguardo più affascinante del suo repertorio e, con sua grande sorpresa, la giovane lo affrontò a testa alta. Negli occhi diffidenti di lei, Arthur notò anche una scintilla di curiosità.

"Ah, forse ti attraggo anche io, a giudicare dal modo in cui mi guardi" proseguì lui, la voce come miele, intensa e dolce, passandosi la punta della lingua sulle labbra con deliberata lentezza.

Uno Studio in Rosso - Arthur Conan DoyleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora