- grazie mille preside - disse Sara mentre guardava la Umbridge uscire dalla sua aula, sporca di melma marrone dalla testa ai piedi. Pix , ispirato dagli scherzi dei gemelli Weasley , aveva lanciato una bomba di melma nell'aula di Sara, la quale non alzò nemmeno un dito per pulire. Lei e i suoi studenti guardarono la Umbridge disperata mentre cercava di pulire. Dopo aver cacciato Silente, la " povera " donna rospo aveva iniziato a correre da una parte all'altra nel castello nel tentativo di rimediare ai problemi dei gemelli e del Poltergeist.
La Umbridge borbottò qualcosa e se ne andò, mentre gli studenti cercavano di non ridere. Poterla deridere era l'unica gioia che le era concessa in quei giorni, dominati da incubi incessanti e nausee. Aveva detto a magnus e Sebastian di non venire più a Hogwarts, usando la Umbridge come scusa, ma in realtà non voleva che la vedessero ridotta com'era : due profonde occhiaie le solcavano il volto, gli occhi spenti e la sua carnagione aveva perso colore. Avrebbe potuto cambiare aspetto, no? No, avrebbe peggiorato tutto, facendo riaffiorare brutti ricordi...- stupida ragazzina ! - David la calciò nuovamente giù dalla sedia, facendole sbattere la testa contro il mobile - sei un buona a nulla! Non sai nemmeno cambiare aspetto come si deve! -
Sara singhiozzava e a tentoni cercava di fuggire dal salotto, per poi arrendersi quando sentiva la presa forte del padre sulla caviglia mentre la trascinava verso di lui sulla moquette devi prendere il suo aspetto! Se non farai la brava bambina sarà la mamma a pagare...- disse con tono dolce David, simile alla ninna nanna di un pazzo - e noi non vogliamo che la mamma si faccia male, giusto?-
Sara annuì tra i singhiozzi.
- GIUSTO?!-
-S..Si- sussurrò lei mentre soffocava con le sue stesse lacrime.
-bene, riproviamo, e se non ci riuscirai, tornerai in soffitta - la prese per le spalle come se fosse una bambola e la depose sulla sedia - forza, dammi la mia Charlotte...-
Sara era spaventata, e infatti sbagliò di nuovo, cambiando i suoi occhi in un verde troppo scuro. David la afferrò per i capelli e la trascinò su per le scale, facendola sbattere su ogni gradino - ba...basta! Mi dispiace...- tentò di dire la bambina.
L'uomo tirò fuori la bacchetta e la chiuse in soffitta, sigillando la serratura e applicandovi un incantesimo silenziante.
Lei non gridò, aveva capito che era inutile. Arretrò a tentoni contro il muro e si portò le ginocchia al petto, pregando che la madre tornasse presto a casa.- buon anno da Prefetto Magnus - disse David mentre lui, Sara e Christine , la madre di Sara , guardavano il giovane Magnus salire sul treno insieme a Sebastian - lo terrò d'occhio io signor Bane - disse il ragazzo mentre metteva un braccio attorno alle spalle del Corvonero.
- ciao papà - disse Magnus , lanciando poi un'occhiataccia a Sara e Christine.
Prima che le porte si chiedessero, Sara tentò di salire sul treno,in un ultimo gesto disperato. Atterrò sulla porta, e il treno stava lentamente prendendo velocità.
Sorrise. Ce l'aveva fatta.
- dove credi di andare - Magnus era davanti a lei. La stava guardando con odio - qui non c'è posto per te - le mise una mano sul petto e la spinse giù dal treno ,già quasi in corsa. La bambina rotolò sull'asfalto, mentre le grida di Sebastian che riprendeva Magnus si facevano sempre più lontano.
- Sara!- la madre corse da lei e la prese tra le braccia - non ti sei fatta male , vero?-
Sara scosse la testa, mentre la figura di David si faceva sempre più vicina.
"Forse se corro posso aggrapparmi..." pensò la piccola guardando la coda del treno.
- cara, anche tu devi partite , giusto? Sbrigati o farai tardi - l'uomo diede un bacio alla donna, che dopo aver salutato la figlia con un abbraccio e un bacio sulla fronte , corse verso il binario sette.
- ora torniamo a casa , hai fatto una cosa sbagliata, e meriti una punizione - la afferrò per il polso e la trascinò lontana da quella che poteva essere la sua unica via di fuga.Sara sbatté ripetutamente gli occhi, nel tentativo di tornare alla realtà. Ogni tanto le tornavano quei piccoli flashback, e quando tornava in sé quasi non riusciva a credere di essere stata quella bambina.
- arrivederci professoressa Bane!- la salutò un Tassorosso del settimo anno.
- arrivederci signor Hall- disse lei sorridendo lievemente, per poi pulire l'aula. Severus detestava quando lasciava la sua postazione di lavoro in disordine.
Chiuse a chiave l'aula una volta finito e tornò nei propri alloggi.
Ad aspettarla c'erano come al solito le lettere di Magnus, che continuava a chiederle di aiutarla nella cattura, ma stavolta insieme a quella c'era anche Vitious.
- come mai qui, professore?- chiese lei sorpresa mentre metteva via i libri. Il professore stava leggendo le lettere, ed in viso aveva un'espressione grave e molto arrabbiata - Sono venuto qui perché , come tuo ex insegnante e tutore , ho capito che qualcosa non andava - disse lui sedendosi sulla sedia, sulla quale aveva gia impilato una fila di libri.
Sara si sentì come vent'anni prima, davanti al professore, pronta a essere interrogata. L'ansia era la stessa, ma stavolta poteva confrontarsi con lui da pari.
- va tutto...-
- non mentire, Sara, ti conosco bene - la interruppe il professore - ho passato sette anni con te , so riconoscere quando i miei studenti hanno qualcosa che non va. Siediti - due tazze di thè volarono da loro , provenienti dalla cucina, e si appoggiarono sui poggia bicchieri sul tavolo.
Sara si arrese e si sedette.
- al primo anno avevi il terrore del contatto fisico, e questo i professori lo avevano notato. Allora io domandai a Magnus come mai -
Sara strinse la stoffa dei pantaloni tra le dita, e trattenne il fiato senza volerlo.
- gli abusi di David mi sono stato riferiti - continuò il professore - capisco che sono cose personali, perciò non l'ho detto a nessuno -
- grazie prof...Vitious - sussurrò Sara, abbassando la testa imbarazzata. Non le andava giù che Magnus avesse rivelato qualcosa di così privato. Sperò che non fosse sceso nei dettagli.
- per fortuna Lily Evans e Piton ti hanno aiutata quella volta, aiutandoti a superare quella paura - aggiunse Vitious, sorseggiando il proprio thè - perché non puoi permettere a Piton di farlo anche ora ?-
- ha già abbastanza cose di cui occuparsi - rispose Sara , buttando come minimo 4 cucchiaini di zucchero.
- giusto, fare da spia con Tu Sai Chi -
- non voglio essere un peso per nessuno, ne per lei ne per Severus -
Vitious mise una mano avanti, per dirle di calmarsi. Sara infatti aveva iniziato a stringere con forza la tazza.
- capisco questa tua preoccupazione - disse il professore - ma facendo cosi peggiori solo le cose -
- lo so ma...-
- nessun ma , Sara - la interruppe con tono severo e deciso - risolvete questo problema , o sarò costretto ad usare le maniere forti, per scoprire dove si trova David - scese dalla pila di libri e si diresse fuori dagli alloggi. Si fermò sulla porta e la guardò - fa ciò che è saggio...-
- non ciò che è giusto - finì Sara annuendo, mentre il professore chiudeva la porta.
Sara si abbandonò sulla sedia con un lungo sospiro e si passò una mano tra i capelli. Quella frase che Magnus le aveva sempre ripetuto, e che lei aveva sempre seguito , le si stava ritorcendo contro nella maniera peggiore possibile.
- professoressa!-
Sara si alzò di scatto e guardò Harry. Era sudato, spaventato e sembrava aver visto la morte dritta in faccia.
- che è successo con Severus?- chiese lei allarmata, ricordandosi che quella sera Harry aveva avuto lezione di Occlumanzia.
Harry si morse la lingua, come se non sapesse se parlare o no.
- cos'è successo? Ti ha fatto del male ?- insisté Sara facendolo sedere dove qualche minuto prima c'era Vitious.
- ci ha provato - sussurrò Harry mentre si toglieva i libri da sotto il sedere.
Sara lo guardò con fare interrogativo. Sapeva bene che il ragazzo e Severus si odiavano , ma arrivare a fargli del male le sembra a esagerato.
Harry le raccontò quello che era successo col Pensatoio, e di quello che aveva visto. Sara ricordava bene quel giorno di fine G.U.F.O. Il sole splendeva e l'aria non era particolarmente fredda. La giornata perfetta per una nuotata nel Lago Nero o per leggere all'ombra di un albero. Sfortunatamente si era trasformata in una delle giornate più tristi della sua vita.
- com'è andata a finire...?- chiese Harry.
- prima di tutto, non avresti dovuto violare la privacy di un tuo insegnante - disse Sara incrociando le braccia - secondo, parlerò con Severus perché continui a darti lezioni, e parteciperò anche io -
- NO - esclamò Harry.
- Harry , è per la tua sicurezza - insisté Sara mettendogli una mano sulla spalla - per favore -
- non...non voglio - rispose Harry - perché mi rinfaccerebbe che aveva ragione, su mio padre -
- oh...gia, dev'essere stata dura vedere com'era - Sara cercò di trattenersi, ma le veniva difficile non confermare ancora di più ciò che Harry aveva visto. Da quando conosceva James, non era mai stato gentile con lei, se non quella volta in cui avevano collaborato per far fare pace a Sirius e Remus.
- tutti continuano a dirmi quanto io gli assomigli...ma non so più se è una cosa positiva -
Sara riusciva a vedere lo sforzo sul suo volto. Cercava di non piangere, trattenuto dal proprio orgoglio di Grifondoro. Si avvicinò a lui e lo abbracciò, come se le venisse naturale - Harry, tuo padre...Almeno con me non era la più amabile delle persone, ma con Sirius e Remus penso lo fosse, perciò...devi chiedere a loro- disse accarezzandogli la testa - io posso solo dirti che ... Lily avrà visto qualcosa in lui per averlo sposato. Non so cosa , ma probabilmente era buona - aggiunse.
Harry ricambiò l'abbraccio, percependone l'affetto quasi materno. Provava la stessa sensazione quando era la signora Weasley a farlo, ma Sara era molto più esile. Per un attimo pensò che abbracciare Sara sarebbe stato come abbracciare la propria madre , se fosse stata viva.
Sara si staccò e gli accarezzò la testa - adesso va , è tardi -
Harry annuí e si alzò. Si sentiva un po' piu...tranquillo, come se Sara fosse riuscita a scacciare l'ansia che gli stava opprimendo il petto.
Sara uscì insieme a lui, ma a differenza sua lei si diresse negli alloggi di Severus. Trovò l'amico seduto sul divano, senza la veste nera e con in mano un bicchiere di whiskey.
- quello non risolverà niente - disse la ragazza strappandoglielo di mano con così tanta forza da farlo cadere. Trovava stupido attaccarsi alla bottiglia per rimediare ai propri problemi.
- almeno per un po' non mi farà pensare a Potter - ribattè Severus accigliandosi.
- se pensi sempre a lui io mi farei qualche domanda - Sara si sedette accanto a lui sul divano , e gli fece appoggiare la testa sulla propria spalla - devi continuare le lezioni -
- non ci penso nemmeno !-
- sacra Priscilla...avvolte sembri proprio un bambino -
Severus si alzò e si mise davanti a lei, sovrastandola con la propria altezza e obbligandola a rannicchiarsi contro lo schienale del divano per la paura. Provava degli strani brividi a vederlo sopra di lei in quel modo, come nei suoi sogni, con la sola differenza che in quel momento lui era vestito.
- anche continuare a tenersi tutto dentro è da bambini - disse Severus, contaminando l'aria tra loro due con l'odore di whiskey incendiario.
- allora siamo proprio due mocciosi - sussurrò Sara , costringendolo a sedersi. Dal rossore sul suo viso e dall'intensità della puzza di alcool, doveva aver bevuto parecchio, con conseguente sbornia la mattina dopo.
- va bene Sev - disse lei alzandosi e andando a recuperare il Pensatoio nell'aula di Pozioni. Sperava che fosse così ubriaco che il giorno dopo si sarebbe scordato di tutto. Dire tutto senza doverne subire le conseguenze era un altra delle cose che preferiva fare.
Quando tornò lo trovo seduto sul divano con un'espressione stranamente tenera. Probabilmente aveva bevuto abbastanza da intenerirsi ma non così tanto da diventare violento.
- ecco qui, spero sarai contento - si tolse un ricordo e lo immerse nel Pensatoio, poi si sedette sulla poltrona. Rimase a guardare l'amico con la testa immersa nella bacinella per svariati minuti, immaginando una possibile reazione. La prima sarebbe stata sicuramente la pietà, la seconda forse la rabbia verso David, e la terza la rabbia verso di lei. Quando però Severus alzò la testa , non avrebbe mai immaginato che avrebbe reagito in quel modo.
Sicuramente era per l'alcool che gli stava annebbiando il cervello, ma in quel momento sembrava assolutamente lucido, mentre le lacrime gli rigavano le guance , fino a cadere con dei piccoli PLIN sulla superficie del Pensatoio. Era un'immagine triste , ma in quel momento Sara non potè fare altro che sorridere dentro di sé. Le erano mancati quei barlumi di umanità sul volto dell'amico, nonostante in quel momento fosse ubriaco.
Lo guardò in silenzio mentre si alzava e veniva verso di lei. La abbracciò , e tra i suoni confusi che stava emettendo, nel tentativo di formulare una frase di senso compiuto , riuscì a cogliere un " mi dispiace ".
- va tutto bene Sev - rispose lei teneramente accarezzandogli la testa - ti amo - disse tutto d'un fiato, spinta dalla certezza che l'alcool ingerito gli avrebbe fatto scordare tutto.- santo Salazar...-
- così impari a bere - disse Sara fuori dalla porta del bagno la mattina dopo, mentre ascoltava a intervalli l'amico vomitare.
- ripetimi cos'è successo ieri sera...BLEARGH -
- sono venuta da te per parlare di Harry e di continuare le sue lezioni, ma tu hai detto di no e poi hai preso sonno - disse Sara , sorridendo internamente per aver predetto che Severus non si sarebbe ricordato niente.
Severus uscí dal bagno e accettò volentieri il bicchiere d'acqua che l'amica gli stava porgendo. La guardò mentre beveva e vide che stava fissando il muro. Non ci diede troppo peso, dato che non era la prima volta che la guardava fissare il vuoto come un gatto.
- beh, io vado a colazione, ti aspetto - disse Sara dandogli una pacca sulla spalla e uscendo saltellando.
Severus si massaggiò le tempie e si vestí, cercando di sembrare il meno disordinato e sciatto possibile , e cercando di eliminare l'odore di vomito e alcool. Non ricordava più niente dopo il tentato omicidio a Harry, se non Sara che entrava nei suoi alloggi con lo sguardo preoccupato. Poi ricordava solo degli strani sogni senza senso. Il pianto di un bambino, o una bambina, e poi la voce di una donna che diceva di amarlo, e pensò che doveva aver fatto di nuovo un sogno su Lily. Quello che sarebbe rimasto sempre e solo un sogno.●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●