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- vengo anch'io ! Posso trasformarmi!-
- Black, vuoi metterti in quella testa dura che sei il mago più ricercato dal mondo magico dopo Voldemort ?! Non puoi uscire di qui ! Gia hai rischiato quella volta quando hai accompagnato Harry alla stazione - ribattè Sara allontanando Sirius dalla porta - goditi la quarantena - aggiunse con un ghigno, per poi uscire.
Era passata gia una settimana, e avevano finito le scorte di cibo. L'Ordine aveva da fare, perciò avevano dato quel compito a lei. Nemmeno lei sarebbe dovuta uscire, visto che un serial killer la stava cercando, ma era molto più attenta di Sirius, perciò non si sarebbe fatta scoprire.
Controvoglia, dovette cambiare di poco il proprio aspetto, cambiando lineamenti del viso e colore e lunghezza di capelli. Poteva essere scambiata per una delle studentesse di Beauxbatons.
Non era mai stata in quella parte di Londra, perciò ci mise un po' a trovare il supermercato. Fortunatamente portava sempre con sé dei soldi babbani, e aveva fatto più volte la spesa con la madre. Erano quei piccoli momenti di felicità e di libertà che le venivano concessi durante l'estate, quando la madre tornava dal lavoro.

Quando uscì, con le borse della spesa messi dentro un borsello con un incantesimo di estensione irriconoscibile, si disse che non aveva per niente voglia di tornare a Grimmauld Place. Certo, la tregua con Black stava andando bene, ma non si potevano definire migliori amici. Per poco la sera scorsa non avevano distrutto un mobile. Tra di loro c'era ancora la questione della festa di fine scuola al settimo anno, dove aveva quasi rischiato di farla affogare per " uno scherzo". Le sue attenzioni non erano cattive, ma non aveva pensato a tutte le possibili conseguenze.
" e ora che faccio?" Pensò mentre guardava l'orologio. Erano solo le quattro del pomeriggio, aveva ancora tempo prima di cena.
E poi una lampadina si accesse nella sua testa. Da quando era tornata non aveva avuto ancora modo di andare a trovare i Dursley , e di fare due chiacchiere con Petunia e Vernon.
Tirò fuori la bacchetta una volta arrivata in una stradina deserta e in pochi secondi il Nottetempo le si fermò davanti.
- buongiorno Stan- salutò la donna - un biglietto per il numero 4 di Privet Drive -
- subito...signora Bane giusto? L'ho accompagnata dall'aeroporto a Baker Street qualche mese fa - disse il ragazzo porgendole il biglietto .
- ricordi bene - rispose Sara con un sorriso, per poi trovare un posto dove sedersi. Secondo i suoi calcoli non ci avrebbe messo molto ad arrivare a destinazione.
- che ci vai a fare in una strada Babbana come quella?- le chiese Stan appoggiandosi ad uno dei pali di sostegno.
- devo fare due chiacchiere con una vecchia conoscenza -
Stan continuò a farle domande, come suo solito. Anche quando aveva usato il Nottetempo mesi prima Stan l'aveva bombardata di domande, e lei a malincuore aveva risposto.
Quando arrivò scese dal bus e salutò il ragazzo, il quale sparí velocemente dalla sua vista insieme al bus. Sara si girò e guardò la porta del numero 4 di Privet Drive. Si sistemò il cappotto , riaquisí il proprio aspetto e suonò il campanello.
Visto l'orario, Vernon doveva essere a lavoro e Dudley a scuola, perciò in casa c'era solo Petunia. La donna le aprí la porto dopo qualche secondo, e la prima cosa che fece fu guardare con disgusto i capelli , per poi sfoggiare un sorriso finto - come posso aiutarla? -
- buongiorno anche a te Petunia - disse Sara con un sorriso ancora più finto - sarà da quanti...diciotto anni che non ci vediamo? -
Petunia ci mise qualche secondo a realizzare che aveva davanti, e tentò di chiudere la porta, ma Sara ci mise il piede in mezzo - non vorrai fare baccano all'entrata , i vicini potrebbero sentirti -
Petunia le lanciò un'occhiataccia, dopodiché la fece entrare controvoglia. Sara guardò le decorazioni semplici e le svariate foto di Dudley con sguardo impassibile.
- cosa vuoi? Non te n'eri andata in Cina?-
- Giappone, e sono tornata per dare una mano a Harry - rispose seccata. Detestava quando confondevano Cina e Giappone - hai presente Harry? Il figlio di Lily , che tu hai tenuto rinchiuso in un sottoscala?-
Petunia, se possibile, impallidí , ma riacquistò subito la calma - adesso ti interessi a lui? Se te lo fossi presa prima, ci avresti risparmiato dall 'averlo in casa - sgattaiolò velocemente in cucina, con dietro Sara - perché mai me lo sarei dovuto prendere io?-
- beh, sei la sua madrina. Invece tu hai deciso di andar...-
- aspetta aspetta, in che senso?- chiese Sara bloccandosi sulla porta. Petunia alzò gli occhi al cielo - Lily non te l'ha detto? Eppure eravate così amiche , quasi sorelle, strano che non te ne abbia parlato - disse con acidità.
Sara sentì improvvisamente le gambe molli, e si ritrovò costretta a sedersi sulla poltrona del salotto. Petunia non apprezzò la cosa, ma stette zitta, mentre Sara veniva sopraffatta da rabbia e sensi di colpa. Rabbia perché nessuno glielo aveva detto , e sensi di colpa per non aver potuto aiutare Harry. Se lei lo avesse saputo, gli avrebbe risparmiato anni di abusi e violenze domestiche. Iniziava anche a capire come mai Harry era cosi affettuoso nei suoi confronti.
Si riprese in fretta e si disse di lasciare le lacrime per un'altro momento - ho le mie colpe, okay, ma quale essere umani tratterebbe in quel modo un povero bambino?!- le urlò contro, costringendola ad arretrare e ad appoggiarsi al ripiano della cucina.
- è un piccolo mostro, come te e quel Piton...avete allontanato Lily dalla sua famiglia -
- dandoci dei mostri stai dicendo che anche lei lo era- ribattè Sara lentamente e a denti stretti - quel ragazzo è sangue del tuo sangue -
- per questo gli ho dato un tetto sotto la testa e del cibo !-
- credi che Harry non mi abbia raccontato di quello che gli avete fatto?- aveva messo mano alla bacchetta ed era tentata di farle qualcosa di davvero brutto, ma sentí la porta all'ingresso aprirsi - Petunia sono a casa!- disse Vernon.
Sara nascose velocemente la bacchetta e lanciò un'occhiata alla donna, dicendole silenziosamente di non dire niente.
- oh, buongiorno - disse Vernon entrando in cucina , lanciando la medesima occhiata disgusatata ai capelli colorati di Sara - lei è?-
- Sara Bane, ero passata per salutare Petunia - sfoggiò un piccolo sorriso - arrivederci Tunia - la salutò e uscí di fretta da quella casa. La disgistava il pensiero di aver permesso a quella gente di aver fatto del male a quello che era il suo figlioccio. Si smaterializzò a Grimmauld Place, in un vicolo poco distante dal numero 12 ed entrò come una furia, fregandosene del quadro della madre di Sirius.
- Sirius Black !-
- finalmente, sto morendo di fam...- non riuscì a finire la frase perché Sara lo afferrò per l'orecchio e lo spinse contro la poltrona del salotto - tu lo sapevi ?!-
- cosa ?!-chiese lui confuso.
- che sono la madrina di Harry !-
Sirius si rilassò e si fece serio ( serious ...okay no) - si, lo sappiamo tutti, anche Harry , e persino Piton -
- Severus lo sa...?-
- esatto, e non ha voluto dirti niente perché sa che tu cadi nel senso di colpa facilmente -
Sara si girò e si ritrovò davanti Remus - che ci fai qui?-
- volevo fermarmi per la notte, per " calmare " il tuo coinquilino - disse Remus ammiccando leggermente, per poi tornare serio - io ho convinto Sirius e gli altri a non dire niente perché altrimenti...beh, ti senti gia abbastanza in colpa per non averci aiutato con la prima guerra magica, e se fossi venuta a sapere di Harry...piuttosto, come l'hai saputo?-
- sono andata a chiacchierare con Petunia- Sara si buttò sulla poltrona accanto a quella di Sirius e si passò una mano tra i capelli - avrei potuto evitare che venisse fatto del male a Harry -
- sfortunatamente no, perché ,per motivi che adesso non sto qui a spiegarti, nessuno di noi due avrebbe potuto tenere Harry fino ai suoi diciassette anni - disse Sirius nel tentativo di consolarla.
- e Sirius è geloso che Harry potrebbe preferire te a lui -
- oh ma sta sotto Luna- borbottò il loro facendo ridere il fidanzato.
Sara comunque avrebbe potuto aiutare Harry andandolo a trovare o minacciando i Dursley, o prepararlo alla magia. Invece se n'era stata tranquilla in Giappone, vivendo spensierata. Aveva voglia di piangere, ma vedendo Sirius e Remus che si stuzzicavano e ridevano, si trattenne per non rovinare quel momento felice. Doveva solo aspettare finché non sarebbero andati a dormire.
- che c'è per cena? - chiese Remus.
- mancano due ore - rispose Sara.
- allora che ne dici se mi racconti come sta andando questa convinvenza ?- si sedette accanto a Sara mettendole un braccio attorno alle spalle. Sirius capì a malincuore di doverli lasciare da soli, cosi se ne andò al piano di sopra, insultando Kreacher nel frattempo.
- strano, non vi siete ancora ammazzati - scherzò Remus mentre le accarezzava la spalla con fare fraterno.
- abbiamo fatto tregua - rispose Sara - gli ho raccontato di quando ci facevamo da spalle ai tempi di scuola -
- a proposito di questo, non hai voglia di parlare con me di quello che sta succedendo?-
- ovvero?-
- beh, David e tutto il resto - disse Remus - tu sei sempre stata ad ascoltare i miei problemi e quelli di Severus probabilmente , ora è il momento di parlare -
Sara non aveva nessuna voglia di parlarne, ma infondo lui aveva ragione. Severus aveva sempre parlato dei suoi problemi più profondi a Sara per non far preoccupare Lily, mentre Remus si era sempre sfogata con lei su tutto ,per non far preoccupare James e gli altri. Sara si era confidata con lui solo sui problemi d'amore. Era un circolo vizioso di problemi, ansie e paure.
- ne ho già parlato con Severus - rispose guardandosi le scarpe - mi sono anche dichiarata -
- davvero?!-
- COSA - gridò Sirius dal piano di sopra, mentre teneva in mano una delle orecchie Oblunghe.
- si ma era ubriaco e non si ricorda nulla -
- Sara!- la sgridò Remus - non puoi fare sempre così -
- cosi come -
- fare le cose solo quando sai che non ne subirsi le conseguenze -
Sara si alzò e decise di sistemare la spesa - non sono come voi Grifondoro, senza macchia e senza paura - ribattè mentre sistemava il pane - preferisco non affrontare le conseguenze...- aggiunse , mentre la gola iniziava a farle male - se te..tengo tutto dentro, nessuno si farà ma...mal...- non riusciva nemmeno più a parlare. La gola le faceva così male da bloccarle il fiato, ed impediva alle parole di uscire.
Si appoggiò al ripiano della cucina e si coprí il viso con le mani. Non voleva farsi vedere così, ma il suo corpo non sembrava voler ascoltare il cervello, come sempre. Aveva capito fin da subito che Severus amava un'altra , eppure il suo cuore non l'aveva ascoltata e si era innamorato , costringendola a sopprimere quei sentimenti ed a aiutare l'amico con la propria amata, per vederlo felice. Se avesse parlato, Severus l'avrebbe respinta, Lily lo avrebbe rimproverato e tutti e tre si sarebbero separati molto prima del quinto anno.
Quando David le ordinava di prendere le sembianze della madre di Magnus, il suo corpo non lo ascoltava , nonostante il cervello gli ordinasse che era la cosa giusta da fare per non subirne le conseguenze. Aveva provato a dirlo a qualcuno, ma non aveva fatto altro che far arrabbiare ancora di più David. L'aveva rinchiusa per tutto il mese di Ottobre dentro quella soffitta. Solo allora il corpo si era deciso ad ascoltare il cervello, ma solo perché altrimenti sarebbe rimasta lassù fino a Natale. Poi l'ultima volta che aveva provato a ribellarsi , sua madre era morta.
Ogni volta che apriva bocca qualcuno si faceva male.
Sentí delle braccia stringerla e una mano accarezzarle lentamente la testa. Era Remus. Avrebbe riconosciuto i suoi abbracci tra mille.
- sono proprio pessima - sussurrò Sara tra un gemito e l'altro. La gola continuava a bruciarle, come se dovesse sputare del fuoco.
- senti Bane - disse Sirius entrando in cucina - nessuno qui ha una bella storia con la propria famiglia , perciò tranquilla che non sei quella messa peggio -
- Felpato non è il momento - lo riprese Remus scortando Sara fino in salotto, dove la fece stendere sul divano.
- ehi Sara, guardami -
Sara riuscí a ruotare lentamente la testa e guardò  gli occhi verdi dell'amico. Aveva un sorriso gentile in volto e le stava accarezzando i cappelli. Le dava fastidio, voleva scacciare quella mano il prima possibile , ma non voleva offenderlo.
- riposa , per stare penso io alla cena -
Sara annuí e si mise a fissare il soffitto scuro del salotto, pensando a come avrebbe dovuto comportarsi.
Non voleva far preoccupare nessuno, ma tutti avevano ragione nel dire che facendo cosi li stava solo facendo preoccupare. Doveva tirare fuori il coraggio e affrontare la cosa, o affrontare David stesso, e per quello serviva un piano ben elaborato e una strategia. Si disse che l'avrebbe elaborata quella stessa settimana prima di prendere sonno, con in sottofondo Remus e Sirius che chiaccheravano in cucina.

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