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Sabato 9 Novembre 2019, 19:37.

"Destra o sinistra?" Mi domandò la mia migliore amica alzando prima il vestito di destra e poi quello di sinistra.

"Destra Eva, è il compleanno di Giovanni mica una festa in discoteca." Le risposi con tono diretto.

"Vero vero... ma anche questo è bello però." Sbuffò lei.

"Vabbè senti fai come ti pare." E mi diressi verso il bagno per cominciarmi a truccare. Andai sul semplice, un po' di mascara e il rossetto rosso. Accesi la piastra che appoggiai sul lavandino aspettando che si scaldasse, poi ritornai in camera da Eva che nel frattempo aveva deciso di mettersi il vestito che le avevo sconsigliato.

"Vedo che mi hai dato ascolto."
"Dai Ele, secondo me è meglio per stasera." Mi rispose lei girandosi e rigirandosi davanti allo specchio.

"Vabbè, tanto fai sempre come vuoi tu." E ritornai in bagno per iniziare a piastrarmi i capelli.

20:23.

"Ma quanto ci mettono?" Dissi alzando gli occhi al cielo irritata.
"E che ne so, mi aveva detto che erano qui vicini"

Vidi in lontananza due fari bianchi.

"Alla buon ora." Disse Eva entrando in macchina da Martino e Niccolò. La seguii.

"Problemi di benzina, scusate." Rispose Martino mettendo poi subito in moto per andare verso casa di Giovanni.

20:37.

"In ritardo ma ce l'abbiamo fatta." Urlò Niccolò a Giovanni cercando di farsi sentire tra il rumore fortissimo della musica.

"Manomale, dai muovetevi posate le giacche in quella stanza e venite di la che sta finendo già tutto."

Gli altri andarono a posare la giacca mentre io decisi di dirigermi al tavolo per prendere qualcosa da bere. Come aveva detto Giovanni, era quasi tutto finito, l'unica cosa che era rimasta era un po' di succo alla pera. Così mi arrangiai e finii la bottiglia. Mi voltai verso la folla e vidi che gli altri si erano già immischiati tra la folla a ballare. Io non sono una tipa da feste, ci vado raramente, quindi non mi piace tanto stare tra tutta quell'ammasso di gente che si muove tirando gomitate e spintoni. Mi voltai nuovamente verso il tavolo cercando qualcosa da mangiare quando vidi un corpo appoggiarsi verso il tavolo.

"Ehi." Riconobbi subito la voce. "Vuoi una mano?" Chiusi lentamente le palpebre e sospirai per poi voltarmi verso di lui.

"No sono a posto così." E ripresi la mia ricerca al cibo.

"Se vuoi ho qualcosa al mio tavolo." Mi faceva innervosire quando voleva per forza fare a modo suo.

"Ho detto che sono a posto così."
"Va bene, allora quando hai perso le speranze chiamami." E se ne andò, finalmente direi. Dopo qualche secondo vidi arrivare Elia verso di me.

"Che ci fai qui sola?" Mi chiese, porgendomi un alcolico. Gli sorrisi.

"Cercavo qualcosa da mangiare, ma è tutto finito come puoi vedere." Si guardò intorno e si mise a ridere.

"Che ridi?"
"No, è che laggiù c'è un tavolo pieno di roba da mangiare, e tu manco ci avevi fatto caso." Mi voltai verso la direzione indicata dal suo indice e mi misi a ridere anche io dopo averlo visto.

"Grazie."
"E di che, vado a ballare io."

E scomparve fra la folla.

01:16

Non trovavo Eva da nessuna parte. Erano circa 20 minuti che giravo tra tutto quell'ammasso di gente che si scatenava come non mai sotto la musica a palla. Intravidi Martino.

"Martino hai mica visto Eva?" Gli chiesi toccandogli la spalla sinistra.

"Eva?"
"Si."
"Ma Eva se n'è andata da un po', non ti ha avvertita?"
"No.."
"Vabbè eh.. è andata via con Federico."
"Ah, va bene grazie."

E mi allontanai dirigendomi verso l'uscita.

"Vai già via?"

Mi fermai e dopo qualche secondo mi voltai lentamente.

"Si."
"Da sola?"
"C'è qualche problema?"
"No. Vuoi un passaggio?"

Sospirai.

"No vado a piedi."
"A piedi? Ma sono le una di notte."
"E?"
"Dai fatti accompagnare, devo andare anche io tanto."

Ci pensai qualche secondo. In effetti la strada era molto lunga e soprattutto faceva freddo. Sbuffai per l'ultima volta.

"Va bene.."

Mi sorpassò e lo seguii. Arrivati alla macchina mi aprii la portiera.

"Prego."

Disse con una faccia soddisfatta, sicuramente per farmi innervosire. Lo guardai male ed entrai in macchina. Chiuse la portiera e dopo essere entrato mise in moto e partimmo.

"Siamo arrivati." Mi disse spegnendo il motore.
"Si.. grazie."
"E di che."

Scensi e suonai il campanello. Nessuna risposta. Ritentai svariate volte ma niente, nessuno apriva. Presi il cellulare dalla tasca e digitai il numero di mio fratello. Non rispose subito.

"Filippo dove sei? È da un'ora che sto suonando aprimi." Dissi irritata.
"Ele non sono a casa sono andato a una festa ma da poco quindi non so quando tornerò, vai da Eva."
"Filippo non posso, dai."
"Ti voglio bene."

E staccò la chiamata.

"C'è qualche problema?" Mi chiese lui, sempre con lo stesso sorrisetto malefico.
"No, puoi andare."
"E non entri?"
"Si tra poco."
"Che devi fare lì fuori scusa?" Rise.
"Che ti importa?"
"Mi importa, c'è freddo li."

Spostai leggermente la testa verso destra scazzata.

"Mi dici che succede?" Ritentò lui.

Lo guardai fisso negli occhi incrociando quasi le sopracciglia.

"No è che.. mio fratello è andato a una festa e non so quando tornerà."

Mi guardò per un attimo e rise.

"Che ridi?" Mi stava facendo irritare già più di quanto lo ero già.

"No niente. Quindi cosa pensi di fare?"
"Lo aspetto qui finché non torna."

Continuò a ridere.

"La smetti?"
"Senti facciamo così.. vieni da me finché non torna a casa e poi ti riaccompagno io, va bene?"

Rispostai la testa verso destra fissando la porta di casa. In effetti non potevo stare fuori casa fino alle 04/05:00 ad aspettare Filippo. Odio dargli retta ma in questo caso devo.

"Va bene.." risalii in macchina e lui mise in moto e ripartimmo.

Eravamo io e te | IncantavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora