2.

4.2K 83 6
                                    

Domenica 10 novembre 2019, 10:28.

Aprii leggermente gli occhi confusa. Non era la mia stanza. Mi misi seduta con le mani che mi sorreggevano appoggiate al materasso. Mi guardai attorno e quando i miei occhi finirono sul comodino alla destra del letto sobbalzai giù da esso. Mi andai a guardare al lungo specchio che era appoggiato sul pavimento. Avevo tutto il mascara colato e il rossetto sbaffato.

Una voce provenì dalla porta. "Sei sveglia finalmente." Mi girai di scatto per lo spavento.

"Che ci faccio qui? E cosa è successo ieri notte?!" Chiesi irritata.

"Beh allooora, ieri ti sei addormentata mentre andavamo a casa mia per aspettare tuo fratello." Gesticolò lui. Mi passai una mano tra i capelli tutti spettinati.

"Hai fame?"
"No." Risposi diretta. Mi guardò e subito dopo gli spuntò quel suo sorrisetto malefico. Lo ignorai e presi la mia borsa che si trovava su un mobile al lato destro della stanza. Poi feci per andare verso la porta ma lui si mise davanti a me.

"Dove vai?"
"A casa, dove dovrei andare?"
"Non fai colazione?"
"Si. A casa mia." Rispondendo con il suo solito ghigno, e uscii dalla stanza dirigendomi verso la porta d'uscita.

***

"Filo? Sono a casa." Alzai la voce chiudendo la porta di casa. Nessuna riposta. Sicuramente stava ancora dormendo da ieri sera. Posai la giacca sull'attaccapanni e andai in cucina per prendere qualcosa da mangiare. Apro uno scaffale e rivisto tra le varie cose ma niente, niente che mi soddisfi. Provo ad aprire il cassetto in basso ma niente, solo patatine. Questo fa capire che Filippo aveva fatto la spesa. Decisi quindi di andare a vedere se era sveglio e mi stava ignorando, come al solito. Arrivata davanti alla sua porta bussai, ma nessuna risposta, così decisi di aprire lentamente facendo sbucare la testa dentro la stanza in modo da vedere se era addormentato o non c'era.

"Ragno! Ciao." Mi disse con tutta tranquillità.
"Ma non hai sentito che ti ho chiamato prima?"
"Certo."
"E non potevi rispondere." Mi guardò per un attimo e sorride. Sgranai gli occhi ed uscii. Presi il telefono ma era morto da ieri sera, così lo andai a mettere in camera sotto carica. Tornai in sala, presi la giacca e le chiavi di casa stavolta ed uscii, diretta verso il baretto.

Entrai e la campanellina sopra la porta suonò, attirando l'attenzione di alcuni clienti e del proprietario, che mi diede il buongiorno.

"Giorno anche a lei." Adocchiai una brioche al cioccolato che aveva un'aria invitante. "Prendo quella brioche al cioccolato e un bicchiere d'acqua grazie." Mi sorride e mi mise la brioche in un piattino, poi prese da uno dei cassetti che c'erano in basso una bottiglia d'acqua e un bicchiere e mi siete il tutto.

"A lei."
"Grazie mille."

E andai a sedermi al primo tavolo libero che vidi. Mangiai con calma mentre osservavo l'ambiente fuori dalla mega vetrata che c'era.

"È destino allora." A quella voce spalancai gli occhi. Non mi voltai. "Ei?" Continuai a guardare nella stessa direzione. Sentii una sedia spostarsi e subito dopo si mise seduto davanti a me.

"Che c'è che vuoi?" Domandai irritata.
"Vieni spesso a fare colazione qui?"
Sgranai gli occhi. "Che ti importa?" Si mise a ridere continuando a guardarmi negli dritto negli occhi. Spostai gli occhi fuori, guardando il vuoto. Con la cosa dell'occhio notai che mi stava continuando a guardare.

"Va bene senti io ora devo andare." Mi alzai prendendo il bicchiere e il piatto con le briciole e andai alla cassa a pagare. Appena uscii dal bar tirai un enorme sospiro, poi mi incamminai verso casa.

                                        ***

Venerdì 15 novembre 2019, 07:00.

La sveglia interruppe i miei sogni. Con la velocità di un bradipo mi alzai dal letto, andai in bagno e mi sciacquai il viso con acqua gelida per svegliarmi. Tornai in camera e scelsi cosa mettere: una maglietta nera e dei normali jeans a vita alta. Staccai il telefono dal caricatore, presi lo zaino ed uscii di casa incamminandomi verso scuola.

Messaggio da Eva Brighi: Ele sei già a scuola?

Messaggio a Eva Brighi: Buongionrno anche a te. Comunque no sto per strada.

Spensi il telefono e lo misi nella tasca posteriore dei jeans. Arrivata davanti a scuola mi posizionai nel solito posto dove mi metto la mattina insieme alle mie amiche, che questa mattina erano in ritardo. Decisi allora di scrivere sul nostro gruppo per sapere dov'erano.

Messaggio a Le Matte: Dove state? Io sto già al nostro solito posticino.

Non risposero subito.

Messaggio da Sana Allagui su Le Matte: Sono infondo alla strada tra poco mi vedrai.

Infatti dopo neanche un minuto la vidi.

"Giorno." Mi disse la mia amica.
"Buongiorno."
"Le altre? Hanno risposto?"

Guardai il cellulare.

"No ancora no."

Arrivarono dopo 10 minuti circa.

"Ciao ragazze!" Iniziò Eva.
"Buongiorno." Dissero in coro Federica e Silvia.
Feci il leggero cenno con la mano per salutarle.
Suonò la campana ed entrammo ognuna nella propria classe.

Le ore passarono lentamente, però la cosa positiva era che la campana per la ricreazione suonò 5 minuti prima. Uscii subito dalla stanza e andai al nostro solito posto: la finestra sulle scale. Quando arrivai le mie amiche c'erano già tutte.

"Ciao Ele, com'è andata?" Mi chiese Silvia.
"Ei, bene dai, pesante ma tutto bene, voi?"
"Male, mi ha interrogato di mate e non sapevo un cazzo." Aggiunse poi Eva scazzata.
"Ma non mi avevi detto che avevi studiato?"
"Si.. ma non ho ripassato.."

Ci misimo tutte e ridere. Poi arrivarono i ragazzi.

"Belle! Come state?" Iniziò Elia salutanti mano a mano tutte con un bacio sulla guancia.
"Bene." Rispondemmo in coro.
"Male." Eva. "Ho preso insufficiente in mate."
"Caaazzo." Martino si avvicinò a lei le lasciò un bacio tra i capelli.

"Vabbe, comunque, venerdì c'è una delle solite feste organizzate dalla scuola, venite vero?" Chiese poi Giovanni.
"Se mia mamma mi lascia va bene." Silvia.
"Per me va bene."
"Si anche io ci sto." Conclusero poi Sana ed Eva. Suonò la campana per avvertirvi che la ricreazione era finita.

"Oddio che palle." Sbuffò Silvia.
"Per noi no, abbiamo buco." Disse Elia facendo la linguaccia a tutte noi e diede una pacca sulla spalla a Giovanni che intanto si era messo a ridere. Poi loro e Eva tornarono in classe, e noi ognuna nella nostra.

***

Ciao ragazzi! Fatemi sapere se la storia vi piace con una ⭐️.

Eravamo io e te | IncantavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora