Proposto da: Kitty_003
Ship: Germania x Italia
Rating: rosso
Gender: boy x boy
Punto di vista: 1^ persona (Germania)
Idea: Italia decide di giocare a "sette minuti in paradiso", ma ne finisce vittima~~~
Quando America mi aveva parlato della festa che stava organizzando con tutto il gruppo riunito, mi era venuta voglia di rifiutare l'invito e chiudergli la telefonata in faccia. Ma poi, aveva detto che l'idea era di Italia e che sarebbe stato presente anche lui, quindi mi ero trovato costretto ad accettare per avere una possibilità di vederlo.
Era da un po' che mi piaceva Italia, ma ero sicuro di non avere possibilità con lui. Mio padre lo aveva trattato malissimo, in più lui aveva pretendenti come Spagna e Grecia e io ero solo un nerd sfigato che lavorava fino all'esaurimento. Comunque, mi vestii in modo decente (dei jeans neri, una maglietta dei Rammstein e una giacca militare) e andai a casa di Italia, dove si sarebbe svolta la festa.
C'erano già tutti. Mi salutarono e furono gentili, soprattutto Russia. Italia era fantastico. Come sempre.
Ci sedemmo tutti in cerchio a scegliere cosa fare.
- Twister! - esclamò America, guardando Russia, che scosse la testa - нет, assolutamente no! -
- Monopoli? - propose Canada, ma la sua idea fu subito bocciata. Allora Spagna disse - Facciamo scegliere all'ideatore di questa serata! Italia? -
Mi affondai le unghie nella carne quando sentii il suo tono seducente.
Italia lo ignorò e penso un po', quindi annunciò - Sette minuti in paradiso! -
Mi sentii morire dentro, non sopportavo quel tipo di giochi. Ma gli altri accettarono entusiasti e si iniziò a discutere sui due prigionieri. Il primo era Italia, dato che aveva scelto lui. Cominciai a sentirmi ancora peggio.
Per l'altro, America fece girare una bottiglia. Sembrava muoversi pianissimo mentre ruotava e non si fermava mai. Alla fine, si bloccò e il tappo mi stava indicando come un dito accusatore.
- Germania! - esclamò Russia, che era seduto accanto a me, tirandomi una pacca sulla spalla per costringermi ad alzarmi. Spagna e Grecia sembravano delusi, America aveva un piccolo sorrisetto divertito e Italia non mi guardava neanche in faccia. Sospirai e senza dire una parola entrammo nello sgabuzzino di Italia, con le luci spente.
Ci sedemmo spalla a spalla.
- Sei molto silenzioso... tutto ok? - chiese il ragazzo.
- Sì, scusa... - mormorai.
- Non c'è bisogno che ti scusi - ridacchiò - Piuttosto, come stai? È da molto che non ci vediamo -
- Bene -
- Oh... ok... - rimase in silenzio, non sapeva che altro chiedere. Mi sentii in colpa per il mio comportamento, ma non riuscivo a comporre frasi lunghe e sensate in sua presenza.
Passarono ancora dei minuti, poi Italia tentò ancora di iniziare una conversazione con me - Visto che tanto siamo bloccati qua dentro, seguiamo lo spirito del gioco e parliamo di qualcosa di personale! -
- Va bene... cosa vuoi sapere? -
- Non so... sei single? -
- Sì. Te? -
- Per ora sì. Ehm... poi... c'è qualcuno che ti piace? -
Arrossii, per fortuna c'era buio - Sì... -
- Davvero?! Chi?! - Italia si mosse, girandosi verso di me curioso.
- Guarda, lascia stare, è meglio. Anche a te piace qualcuno? -
- Certo, ma non puoi distrarmi! Chi è? -
- Italia, io non... -
- Germania, dimmelo -
- Io non... -
- Dimmelo -
- Ma... -
- Dimmelo! -
- Sei te, d'accordo?! - sbottai - Mi piaci -
Calò per l'ennesima volta il silenzio.
- D-davvero? -
- Sì... -
Lo sentii muoversi nel buio, probabilmente voleva allontanarsi da me. Sospirai e nascosi il viso tra le gambe. Invece, la sua mano si infilò tra i miei capelli per ritirarmi su e le sue labbra si posarono sulle mie. Erano morbide. Ricambiai subito, famelico. Quanto avevo desiderato quel momento. Non appena mi staccai per scendere al suo collo (forse non ero poi tanto nerd e sprovveduto) lui ansimò - Anche tu mi piaci... ma avevo paura che mi c-considerassi un traditore come pensava t-tuo padre -
- 'Fanculo mio padre - ringhiai, lasciandogli un succhiotto sulla pelle, appena sotto all'orecchio.
- Secondo te quanto tempo dobbiamo restare ancora qua dentro? - chiese.
- Non saprei... cinque minuti? -
- Sono sufficienti - mi appoggiò le mani sulle spalle e mi fece sdraiare a terra.
- Che hai in mente? - chiesi, leggermente preoccupato.
- Tu stai calmo e zitto - mi impose, aprendomi i jeans e sollevandomi la maglietta dei Rammstein. Quindi si piegò in avanti.
- Non so se è una buona... - tentai, ma quello che doveva uscire "idea" divenne un gemito senza senso, mentre il ragazzo iniziava a leccarmi il membro.
- Ma sei scemo?! - sussurrai, di nuovo rosso. Però dovevo ammettere che era una bella sensazione. Potei percepire l'occhiataccia fulminante che mi lanciò, anche perché subito diede un morso lì e io schizzai sui gomiti mordendomi la lingua per non urlare. Capii che dovevo stare calmo e zitto.
Continuò a giocarci con la lingua e dopo poco mi resi conto che mi stava venendo un'erezione.
"Porca. TROIA" pensai, mentre anche lui se ne accorgeva e ridacchiava. Iniziò a metterci più gusto e a dare più morsi.
Io stavo spendendo tutte le mie energie per non gemere, anche se era una sfida ardua. E poi, aumentò la velocità fino a raggiungere quella perfetta per il mio corpo. Mi ficcai una mano in bocca e lo guardai, gli occhi che cominciavano ad abituarsi al buio e a distinguere le sagome. Quella era una scena che non mi sarei mai dimenticato.
Quando venni Italia ingoiò tutto e alzò il viso verso di me, le labbra arrossate e lucide - Allora, Ger? -
- Wow... - mormorai, rimettendomi a posto i vestiti e girando la testa imbarazzato. Di nuovo Italia mi riportò verso di lui, baciandomi. Aveva un sapore dolciastro nella bocca.
- Ok, ragazzi, il tempo è scaduto! - sentii urlare da fuori, insieme a qualche risatina. Se solo avessimo avuto più tempo, l'avrei trattato come meritava. Ma forse un modo c'era.
La porta si spalancò e filtrò la luce all'interno dello sgabuzzino. Uscii tenendo per mano Italia, guardai i presenti con la mia espressione di disprezzo che usavo spesso durante le riunioni dell'Unione Europea e dissi - Bene, noi andiamo. Arrivederci e grazie -
- Cosa?! - esclamarono in contemporanea Grecia e Spagna.
- Scusate - mormorò Italia con un sorriso enorme stampato in volto.
- Non voglio lasciare le cose a metà - spiegai secco, andandomene con il mio ragazzo.[:D]