Ussr x Third Reich - one-shot

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Proposto da: ___Raspberry___
Ship: Ussr x Third Reich
Rating: rosso (MOLTO rosso)
Gender: boy x boy
Punto di vista: 1^ persona (Third Reich)
Idea: ancora ambientata nella WWII

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Camminai a grandi falcate nel corridoio, stringendo i denti per cercare di calmarmi. Quando uno dei miei generali aveva detto che Ussr mi aspettava nella mia stanza mi ero incazzato alla grande. Come si permetteva, quella sottospecie di alleato, di presentarsi nella mia casa senza preavviso e poi mandarmi a chiamare attraverso i miei comandanti. Chi si credeva di essere?
Entrai nella mia camera e mi sbattei la porta alle spalle con forza, lanciando la giacca su una poltrona accanto al camino spento. Le tende erano tirate per lasciare buio all'interno.
Mi avvicinai alla scrivania, aprii un cassetto e tirai fuori una sigaretta. Me la accesi, feci un tiro e lasciai cadere la cenere in una coppetta di cristallo.
Solo allora mi girai verso la figura sdraiata sul mio letto - Che cazzo vuoi? -
- È questo il modo di salutare un tuo compagno? - sorrise lui.
- Smettila con queste stronzate comuniste, non servono a niente contro di me -
Alzò le spalle - Io dico tutte le stronzate comuniste che voglio -
- Tsk, coglione -
Rise e mi fece segno di avvicinarmi. Io mi sedetti accanto a lui, non senza un po' di fastidio e sospetto. Mi bloccò con lo sguardo dei suoi occhi (avrebbe perso il destro durante l'Operazione Barbarossa) e innocentemente chiese - Hai da fare, adesso? -
E ingenuamente io gli risposi - Nah, ho solo una riunione tra qualche ora con i miei generali -
- Interessante... -
Non appena appoggiai la sigaretta sul posacenere che tenevo sopra al comodino Ussr mi afferrò per i polsi e mi sbatté sul letto a pancia in giù, facendo cadere tutti i cuscini e facendo cigolare le doghe.
- MA SEI IMPAZZITO, CAZZO! - urlai, ma prima che potessi aggiungere altro mi piantò un ginocchio nella schiena per bloccarmi e mi schiacciò la testa contro il materasso.
- Che succede? Non sei interessato anche te a provare? - ghignò, mentre cercavo di rialzare la testa. I miei sforzi svanirono quando sentii il rumore dei suoi vestiti che venivano slacciati.
Mi si gelò il sangue nelle vene, cosa aveva intenzione di fare? Forse lui era il buono, un angelo sceso dal paradiso per ripagare le mie scelte orribili con la mia stessa moneta. Che merda.
Quando mi penetrò sentii un dolore enorme che mi risaliva attraverso il corpo, ramificandosi in tutte le mie vene. Non ero stato progettato per quello e di sicuro le sue dimensioni non aiutavano. Ma dopo poco il male svanì veloce come era arrivato e venni invaso da un sensazione completamente nuova. Senza neanche rendermene conto iniziai a gemere e inarcai la schiena per sollevarmi sulle ginocchia e farlo entrare di più in me.
Sentii Ussr che appoggiava la fronte sulla mia schiena, tirando su la camicia per baciarmi i muscoli delle spalle e intanto continuava ad aumentare la velocità a suo piacimento.
- Ussr! Ussr, ti prego, ne ho bisogno di più! - ansimai, e non era più solo il mio corpo a parlare, personalmente lo volevo. Forse, in fondo in fondo, l'avevo sempre desiderato. Comunque, lui mi ascoltò e iniziò a darmi più piacere afferrandomi le cosce e spingendomi contro il suo corpo muscoloso, per avere più pressione.
Andò avanti per non so quanto, ad un certo punto persi il senso del tempo. Avevo il corpo sudato e un po' dopo il mio membro era eretto e dolorante, come risposta alle sensazioni che si agitavano dentro di me. Sentii Ussr sorridere e la sua mano, una grande mano piena di pietà, mi massaggiò, facendomi venire e dandomi un enorme sollievo.
Non mi preoccupai della condizione delle lenzuola, anche perché prima della fine di quella dolce tortura venni altre due volte. Lui, invece, venne una volta sola, per poi uscire dal mio corpo. Rimasi fermo, a tenermi sugli avambracci e sulle ginocchia con i muscoli tremanti e le gambe che gocciolavano di liquido trasparente. Avrei dovuto farmi un bagno.
Ussr mi afferrò per i fianchi e mi fece sdraiare accanto a lui, stuzzicando il mio membro e facendomi venire per la quarta volta.
- Sei un bastardo - esclamai, il fiato mozzato.
- È la mia qualità più grande - ghignò.
- No - lo corressi malizioso, per poi mettergli una mano tra le gambe - Questa è la tua qualità più grande -
Si coprì il volto con il braccio e scoppiò in una sincera e fragorosa risata. Mi sentii bene per averlo fatto divertire.

[Sì, lo so, ultimamente mi sono fissata ad ambientarle nella WWII, mi dispiace. E Ussr è un very bad boy. Spero che possiate sopportarmi ancora un po' :'3]

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