Inghilterra x Francia - one-shot

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Proposto da: Softy_040
Ship: Inghilterra x Francia
Rating: rosso
Gender: boy x girl
Punto di vista: 3^ persona
Idea: un incontro in un lontano momento alla fine del 1700

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Le cameriere le aprirono la porta dell'enorme villa, abbassando la testa in segno di rispetto. Lei le ignorò, camminando a passo spedito per i lunghi corridoi dai pavimenti lucidi e ogni passo era distinto dal suono dei tacchi bassi degli stivali. I pantaloni bianchi le fasciavano i fianchi, la giacca blu decorata d'oro il seno. Il mantello giallo le svolazzava alle spalle, producendo grandi onde nell'aria. Teneva la testa alta e la mano sinistra appoggiata sull'impugnatura del fioretto che teneva legato in vita. I maggiordomi che la guardavano passare come una furia non sapevano se storcere il naso (una donna vestita con i pantaloni e non con una gonna, dotata di un'arma, comandante di un esercito e con un atteggiamento arrogante era inaccettabile) o ammirare una personalità così forte e attraente, una donna così bella.
Alla fine, la donna entrò senza bussare nell'ufficio del padrone della casa, sedendosi con le lunghe gambe accavallate sulla poltrona davanti alla scrivania.
- Cosa vuoi? - ringhiò Inghilterra, alzando lo sguardo dai fogli che stava studiando.
- Ti sembra questo il modo di parlare a tua moglie? - lo rimproverò lei, sorridendo. Il suo compagno non era mai stato così bello come in quel momento di sconfitta. Aveva i capelli alle spalle spettinati e non raccolti in un'ordinata coda come di solito li teneva. Non indossava il monocolo e i suoi occhi blu potevano inchiodarla senza interferenze. I suoi vestiti erano eleganti, ma le maniche della giacca stropicciate, come se le avesse nervosamente torturate con le dita.
- Sei venuta a deridermi dopo la vostra vittoria, donna? -
- Mai, mai farei una cosa simile - si portò una mano al petto, assumendo un'espressione offesa.
Inghilterra sospirò e si appoggiò con la schiena alla sua poltrona porpora - Non raccontarmi storie. So quanto crudeli possiate essere tu e tuo figlio -
- Nostro figlio - precisò lei.
Un altro lungo respiro lasciò le labbra di Inghilterra - Ormai non più... credi che dopo questa guerra vorrà vedermi ancora? -
- È pur sempre sangue del tuo sangue. E nonostante la sua sete di indipendenza non credo che voglia distruggere del tutto i rapporti con te. Ti vuole bene - fissò gli occhi nei suoi - Non sai quanto ha sofferto -
- Forse hai ragione... Dio... -
- Lascialo stare, adesso. Sono venuta qua per te -
- Per me? - il suo tono era divertito e leggermente velato da una nota di malizia.
- Oh, per favore, non ora. Voglio la tua parte del patto. Dammi i miei nuovi territori -
- Vieni, bellissima arpia. Ho tutto in cassaforte -
Andarono nella camera da letto principale, dove Inghilterra spostò un quadro e rivelò una cassaforte. La aprì con una chiave che teneva nascosta nel taschino e prese un rotolo di documenti tenuti insieme da un nastro rosso.
- Eccoli - sbuffò, porgendoli alla donna. Ma non appena lei allungò una mano per afferrarli, Inghilterra li nascose dietro la schiena e la tirò contro di sé per baciarla.
- Francia... - mormorò a pochi centimetri dal suo viso, mordendole il labbro. La donna lo osservò, poi rubò i documenti dalla sua mano e, dopo averli accarezzati con le dita, li appoggiò sulla cassettiera lì accanto. Si girò nuovamente verso suo marito, ancora fermo al centro della stanza. Gli sorrise e si slacciò il pesante mantello, lasciandolo scivolare a terra. Mentre si avvicinava ad Inghilterra fece cadere la cintura a cui era attaccato il fioretto, si tolse gli stivali, i pantaloni e infine, proprio davanti a lui, la giacca rigida, rimanendo nuda.
Inghilterra le mise le mani sui fianchi - Sei bellissima -
Le guance della donna si colorarono leggermente, mentre passava le braccia intorno al collo dell'altro, per poi baciarlo passionalmente. Inghilterra ricambiò, togliendosi anche lui i vestiti.
Lentamente Francia fece appoggiare il suo corpo a quello dell'uomo, come se volesse abbracciarlo forte e non lasciarlo mai andare.
Inghilterra la strinse a sé, baciandole il collo e camminando indietro fino a cadere sul letto. Stava per infilare due dita dentro di lei, ma Francia scosse la testa e disse - Per favore... è tanto tempo che non passiamo del tempo così, ho bisogno di te. Non torturarmi -
Inghilterra sorrise - Come vuoi, donna -
Quindi, dopo averle fatto muovere il bacino sul suo, entrò dentro di lei.
Mentre cominciava a muoversi Francia mantenne la sua compostezza, ma quando aumentò la velocità la donna iniziò a gemere e avvolse le lunghe gambe intorno alla vita di Inghilterra, per farlo andare più a fondo dentro di lei. Lui continuò ad andare sempre più veloce, lasciando intanto baci e morsi sulle spalle e sul petto di Francia, finché non raggiunse il culmine e appoggiò il viso nel collo della donna.
- Mon dieu - ansimò Francia, venendo anche lei. Si staccò da lui lentamente, mentre gli accarezzava i capelli, quindi si avvolse le coperte tra le gambe per asciugarsi e lasciò che suo marito la abbracciasse forte. Entrambi si addormentarono in poco, al sicuro una tra le braccia dell'altro.
Il mattino dopo, quando Inghilterra si svegliò, l'altro lato del letto era vuoto. Si alzò lentamente, confuso, ma quando vide il biglietto scritto con grafia elegante sulla cassettiera al posto dei documenti, scosse la testa rassegnato.
- Non cambierà mai - mormorò, alzandosi e leggendo le poche parole che Francia aveva lasciato.

N'oubliez pas d'envoyer une lettre à notre fils, je suis sûr qu'il veut remédier
Merci pour tout
Je t'aime, France

[Sì, nei tempi antichi per me Francia era una con le palle come Lady Oscar]

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