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Disclaimer: in Giappone si usano dei suffissi (come Chan, San, kun) nei nomi/cognomi, delle persone con cui si parla a meno che non si abbia un rapporto strettissimo con questa persona(ad esempio madre e figlio) . Io per comodità e per rendere più fluida la lettura non li userò, perché stonerebbe con la lingua italiana, sebbene sarebbe più accurato e culturalmente corretto inserirli.

Shota Aizawa. Per qualche motivo quel nome le era rimasto impresso e nemmeno sapeva perché.
Lo aveva sentito durante l'appello e aveva sosservato il ragazzo rispondi re pacamente e con poca voglia.
Non sapeva cosa l'avesse colpita tanto, in fondo era un ragazzo come tanti.
Folti capelli neri, un viso ovale con una leggere barba quasi impossibile da notare e la classica divisa della U.A..
Tutto faceva pensare al classico adolescente che faceva finta di fregarsene, eppure aveva un dettaglio che le faceva capire che c'era di piu: il suo sguardo.
Il suo sguardo era l'elemento decisivo.
Ad una prima occhiata sembrava severo, rude, quasi rabbioso, ma osservando meglio aveva visto decisione e sicurezza.
Accanto a lui c'era un altro ragazzo. Capelli lunghi e biondi, sistemati in un lungo ciuffo alto. Già da una prima occhiata si poteva dire che era un tipo stravagante.

La cosa che più la colpì quel giorno era la sua tendenza a starsene da solo.
Rimasero entrambi in classe durante l'ora di pranzo, a mangiare in silenzio.
Lei leggeva un libro mentre lui scriveva qualcosa sul suo quaderno.
Ogni tanto gli lanciava qualche occhiata per capire se fosse ancora lì, concentrato come non aveva mai visto nessuno.
Appena rientrarono anche i loro compagni, scorse il ragazzo biondo di prima parlargli, con un tono di voce decisamente più alto del normale.
-Sei rimasto qui per tutto il tempo? Amico mio, dovresti venire con me domani.
Shota non sembrava entusiasta, anzi, sembrava quasi infastidito dal suo amico, che lo aveva interrotto durante il suo lavoro.
La prima settimana era passata in quel modo. A ogni pausa pranzo rimanevano loro due in classe, lui che scriveva e lei che leggeva, mentre ogni tanto lo osservava per provare a capirlo.

Ormai aveva compreso che era un tipo molto riservato, un po' come lei, e decisamente taciturno. Aveva i suoi obiettivi in mente e non si lasciava distrarre da nulla, nemmeno da Hizashi, il suo suddetto amico.
Lo osservava di sottecchi anche durante le lezioni. Era molto intelligente e di rado sbagliava qualcosa, ma aveva sempre un'aria triste e rassegnata.

Poi, all'inizio della seconda settimana, durante la pausa pranzo era successa l'unica cosa che mai si sarebbe aspettata le aveva parlato.
-Puoi gentilmente smetterla di studiarmi?
Le era preso un colpo al cuore appena l'aveva sentito ed era diventata tutta rossa, ma in poco si era ripresa e gli aveva risposto a tono.
-Mi incuriosisci. C'è qualcosa di male?
Lui non alzò nemmeno gli occhi dal foglio, semplicemente continuava a scrivere come se non gli importasse veramente nulla.
Lei era più confusa che mai, ma non si scompose e cerco di mantenere quella sua aria di menefreghismo di cui andava tanto fiera, cosi tornò sul suo libro.
Si morse il labbro per il nervoso. Possibile che in tutto quel tempo l'unica cosa che aveva saputo dirle era di smetterla di studiarlo? Poteva aspettarsi un "ciao" o una presentazione quantomeno, ma evidentemente a Shota non piacevano le perdite di tempo.

-Ayame!
Una voce femminile la richiamò, così si distrasse dai suoi pensieri e si concentrò solo sulla sua compagna, affacciata alla porta.
-Sì?
-Noi oggi andiamo in caffetteria, vieni con noi?
Ayame sorrise. Certo, le piaceva stare da sola, ma si divertiva anche con gli altri, quindi accetto l'invito di buon grado e uscì dall'aula per discuterne con loro.

Shota, ancora seduto in classe si sorprese. In tutto quel tempo non si era nemmeno reso conto che lei era riuscita a fare amicizia con le altre ragazze, mentre lui aveva solo un ragazzo fastidioso e con la voce troppo alta che gli parlava come se niente fosse.
Probabilmente fu in quel momento che decise che avrebbe provato a stringere un'amicizia seria con quello strano ragazzo biondo che continuava a tormentarlo.

Alla fine delle lezioni Ayame si ritrovò in compagnia delle altre ragazze, dirette verso il bar, mentre Aizawa cercava Hizashi.
Riconobbe il suo stile stravagante, cosi gli andò incontro e senza vagheggiare gli chiese di uscire insieme.
Per qualche momento Hizashi pensò che il ragazzo di fronte a lui scherzare, ma capendo che non era il tipo, si acciglió e chiese spiegazioni.
-Sei l'unico che mi calcola, oltre la ragazza coi capelli neri, quindi ho pensato che magari saremmo potuti essere amici.
Per tutto il tempo il tono di Shota era rimasto lo stesso: un tono pacato, tranquillo e leggero.
Al contrario, Hizashi era entusiasto e il suo tono di voce vibrante ed elevato, come se dovesse parlare ad un pubblico molto vasto.

Ogni volta che sentiva la sua voce il giovane Aizawa era tentato di tappargli la bocca con del nastro adesivo, ma cercava di trattenersi, sperando che moderasse il tono di voce.
-Oh yeah, non pensavo saresti mai uscito dal guscio tartarughina!
Ogni frase era come un trapano nei timpani per Shota, ma resistette, senza saperne nemmeno bene il motivo.
Non gli andava molto a genio quel ragazzo, ma vedere Ayame avere delle amiche con cui uscire lo fece sentire in qualche modo a disagio.
-Senti. Facciamo che adesso io e te andiamo al bar e facciamo quattro chiacchiere, sono troppo curioso di sapere!
Dal canto suo al moro non gliene poteva fregare di meno, l'unica cosa importante era non andare nello stesso bar dove sarebbe andata quella ragazza, troppo curiosa per i suoi gusti.
Sollevò le spalle e acconsentì, iniziando a camminare accanto a quel mezzo pazzo che aveva ben deciso di mettergli un braccio al collo e stringerlo a sé, mentre quasi gli urlava nelle orecchie.

Qualche giorno dopo si ritrovava in mensa, accanto a un urlante Hizashi, con davanti a sé una taciturna Ayame, che aveva accettato l'invito del biondo solo per non rimanere totalmente da sola in classe.
-Io vado in bagno. Torno subito.
Appena il biondo fu abbastanza lontano entrambi tirarono un sospiro di sollievo.
-È sempre così rumoroso?
Shota alzò la testa, sorpreso dal fatto che Ayame gli avesse parlato senza problemi.
-A volte è anche peggio. Ieri ho avuto il mal di testa per tutto il giorno.
Aizawa si stava massaggiando le tempie. Per lui quel volume era troppo alto e non riusciva a reggerlo per più di mezz'ora.
La ragazza radicchió nel vedere il suo compagno in quelle condizioni.
La cosa che più la divertiva era vedere due persone così diverse riuscire ad andare d'accordo, ma in fondo si immaginava che Shota era un ragazzo molto accondiscendente.
-Lo trovi tanto divertente?
Lei sorrise e annuì, chiudendo gli occhi.
-Particolarmente.
Ci fu un silenzio di qualche secondo tra i due, interrotto solo dall'arrivo di Hizashi.
Interruppero il contatto visivo e scagliarono lo sguardo sul biondo.
-Che mi sono perso?
Lei scosse la testa, facendo intendere che non si era perso proprio nulla e che lei e Aizawa non avevano neanche parlato.

Non seppe perché, ma quella sua conversazione con Shota, così semplice e innoqua, la voleva tenere per sé, come un piccolo tesoro.
Anche perché sapeva che aveva appena iniziato a conoscere il vero Shota Aizawa.

Shota Aizawa - BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora