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Era ormai pronta a ripartire per tornare in America, dalle sue piante e dal suo affettuoso cagnolino.
Aveva la valigia pronta, appoggiata accanto al letto.
Era quasi sollevata di andarsene da lì, come ogni volta che doveva ripartire, ma quel senso di angoscia, di preoccupazione per lasciare lì la sua famiglia e i suoi amici, non se ne andava mai.
Erano ormai dodici anni che faceva questi viaggi, eppure si sentiva sempre un po' in colpa.

Sospirò e mise il telefono all'orecchio, aspettando che smettesse quel suono fastidioso.
Pochi secondi dopo una potente voce squillante rispose dall'altro capo, facendola ridere per l'entusiasmo mostrato.
-Piccoletta! Cosa ti serve?
Ayame smise di ridere e si morse un unghia, cercando di trovare le parole giuste. Era sempre difficile salutare Hizashi.
Per quanto non apparisse come un sentimentale, per certe persone aveva un attaccamento speciale. Lei è Shota ne erano gli esempi viventi.
-Parto, Zashi. Volevo salutarti.

Prese distrattamente il manico della valigia e la sua borsa, dirigendosi verso il piano inferiore per poter finalmente uscire.
-Ma come?! Proprio oggi?
La prepotenza della sua voce raggiunse le orecchie di Ayame come un trapani, così da costringerla ad allontanare il dispositivo.
Strinse gli occhi, ma mantenne un piccolo sorriso. Voleva troppo bene a quell'uomo per poterlo anche solo rimproverare per il suo volume.

-Sì, Zashi. E lo so che volevi passare altro tempo con me, ma non posso permettermi altre ferie.
Si sentì un triste mugolio dall'altro capo del telefono, accompagnato da qualche lamentela.
Ayame rise mentre chiudeva la porta, per poi seguire sua madre in macchina.
-Dai Zashi, fammi un bel sorriso. Lo sento che hai il broncio.
Il rumore di un sospirò si levò nell'aria, interrompendo così il silenzio che si stava creando.
Il biondo sorrise. Era incredibile come quella donna riuscisse a essere così influente su di lui.
-E va bene. Hai già salutato la piccola peste?

Rispose con un lieve "sì", mentre guardava il paesaggio scorrerle accanto.
-Ehy Zashi. Ricordi quella lettera che ti diedi circa un anno fa? Ti chiesi di non leggerla mai e di non darla mai a nessuno. Ricordi?
-Sì?
Il tono dell amico era interrogativo. Non perché non ricordasse, ma perché non capiva a che punto volesse arrivare con quel dettaglio.
-Dalla a Kyoka. Dille di leggerla tutta quando è da sola.
Il biondo capì perfettamente perché glielo avesse detto. Era finalmente pronta a dire tutta la verità, anche se dopo troppi anni a suo parere.

-Va bene, adesso ti lascio andare. Ti voglio bene. Torna presto.
Hizashi chiuse la chiamata, dopo aver sentito un dolce "ti voglio bene anche io", sotto agli occhi di Toshinori che sembrava particolarmente confuso dal comportamento del collega.
Rimasero a fissarsi per qualche secondo, interrotti poi dall'entrata di Midnight, decisamente scombussolata dalla situazione.
-Oh, Nemuri. Ayame parte oggi, è già in viaggio verso l'aeroporto.
Il biondo rumoroso si era quasi scordato che nella stanza c'era anche Toshinori, che probabilmente non stava capendo nulla.

Lei annuì semplicemente, capendo che non era il momento di fare chiamate.
Saluto Yagi con un sorriso e tornò a concentrarsi sui fogli che teneva tra le braccia.
Era sempre così quando partiva la sua amica. Lo diceva all'ultimo per evitare che chiunque potesse andare da lei e accompagnarla.
Aveva paura di non volere sene più andare e la capiva per questo. In fondo, lei non avrebbe voluto lasciarla andare nemmeno la prima volta, figurarsi le altre.
Ogni volta che la vedeva era sempre la stessa solfa, ma di divertivano. Si divertivano come se si vedessero tutti i giorni, come se fossero le ragazzine di sedici anni che facevano baldoria.
Nemuri sospirò, poi si rese conto del disagio di toshinori che, per quanto non volesse immischiarsi nelle loro faccende, era visibilmente curioso.
-Ehy Toshi, tu non la conosci Ayame vero?

Toshinori aveva passato l'ultima ora a sentire parlare di Ayame Jiro, apparentemente la migliore amica di Nemuri e Hizashi, nonché ex ragazza di Aizawa.
Era oltremodo confuso e allibito da tutta la storia, ma aveva bene o male capito tempistiche e relazioni fondamentali.
Non capiva perché Nemuri gliene avesse parlato, ma non gli dispiaceva poi troppo. Era sempre un modo per conoscere meglio le persone con cui lavorava.
L'amplificatore ambulante sembrava confuso quanto lui dal comportamento della donna, tanto che le chiese perché gli raccontasse di Ayame.
La risposta lasciò spiazzati entrambi.

-Come perché? È semplice. Lui è esattamente il tipo di Ayame.
La mano di Hizashi colpi violentemente la sua faccia, producendo un sonoro schiocco che rimbombó per la stanza, mentre Toshinori reggeva la sua testa con la mano, sconsolato.
-Possibile che tu debbe sempre cercare di farla fidanzare? E poi lo sai che Ayame non ha un tipo di ragazzo ideale, ha uno Shota ideale. Non è ancora passata oltre.- cominciò Hizashi scuotendo la testa - E sai bene come sono finite tutte le sua relazioni in questi anni.
Nemuri sembrò infastidita dai commenti dell'eroe, ma non fece altro che sbuffare e tornare sui suoi fogli, scarabocchiando qualcosa con una penna rossa.

-Uhm. Sì. Io vado, ho lezione nella A tra poco.
Toshinori si alzò e percorse velocemente i corridoi, trovandosi finalmente di fronte all'aula predestinata.
Scambió un rapido sguardo con Aizawa, a cui stava dando il cambio e poi entrò in classe.
Vederlo dopo ciò che gli avevano raccontato fece un effetto diverso, quasi come se lo conoscesse per la prima volta.
Per un momento osservò la sua figura apatica cambiare e se lo immaginò sorridere assieme a Hizashi e alla ragazza che gli avevano descritto.
Ebbe un impatto non indifferente nella testa di Toshinori, che cercò di non darlo a vedere, cominciando la sua lezione.

Ayame era ormai in aeroporto e stava abbracciando i suoi genitori, promettendogli di tornare l'anno dopo.
Sapevano bene tutti e tre che sarebbe stato difficile per lei tornare, ma a nessuno di loro importava.
Erano felici. Erano stati insieme, sapevano di volersi bene e sapevano che ci volevano ben più di un oceano e qualche chilometro per dividerli.
Le lacrime stavano per ricoprire il volto della mora che velocemente li salutò un'ultima volta, entrando poi al gate che l'avrebbe riportata a casa.

Non avrebbe mai scordato il ritorno a casa di quell'anno. Era tornata per ben due volte e lo aveva visto durante entrambe. L'avrebbe ricordato come l'anno in cui aveva rivisto Shota per la prima volta dopo dodici anni ed era sicura che nemmeno lui se ne sarebbe scordato.
Sarebbe voluta rimanere in America per il resto della sua vita se tornare significava doverlo affrontare ancora una volta.

Poi ripensó a Nemuri e alle loro uscite, a Hizashi e al suo sorriso quando Kyoka lo aveva portato a casa e si disse che, anche a costo di rincontrarlo, l'anno dopo sarebbe tornata per le sue solite due settimane di ferie. In fondo era il capo di se stessa e poteva lasciare l'agenzia al suo sottoposto, come aveva fatto fino a quel momento.
Guardò fuori dal finestrino dell'aereo e ripensó alle parole del moro quando, durante la festa, le aveva esplicitamente affermato che era stato un fottuto codardo senza spina dorsale.
Sospirò e cercò di addormentarsi, chiedendosi cos'altro poteva riservarle la sua vita.

Shota era appena rientrato nella sala insegnanti, accompagnato dal saluto del suo mogliore amico che, come al solito, aveva un tono vocale oltremodo alto.
Rispose al saluto e si mise a sonnecchiare nel suo sacco a pelo in un angolo della stanza.
Sapeva bene che Ayame sarebbe partita a breve e la discussione che aveva sentito prima di entrare in classe tra Hizashi e Nemuri, aveva confermato i sospetti.
Respiró pesantemente, tenendo gli occhi chiusi, mentre un opprimente senso di angoscia lo coglieva.
Era stato un coglione durante quel periodo e lo sapeva bene, ma probabilmente non avrebbe avuto più occasione di scusarsi, se non l'anno dopo. Non gli rimaneva altro che aspettare, inerme e consapevole di non doverla disturbare.

Dai. Si capisce perché si sono lasciati. Comunque. Come potete notare sto sviluppando molto di più la relazione tra i due, perché tra qualche capitolo metterò il punto di rottura, ma non temete. Ci saranno approfondimenti anche sulle relazioni con gli altri personaggi, come l'amicizia con Nemuri.

Shota Aizawa - BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora