3.

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Era una giornata d'estate e finalmente gli studenti avevano un po' di vacanze, così Ayame e Shota si erano rintanati in casa di quest'ultimo.
-Oi Shota.
Ayame lo chiamò, con la voce pacata che trasmetteva tutta la noia che provava in quel momento.
Aveva la testa sulle gambe di Shota, mentre lui era appoggiato al muro con la schiena.
Erano entrambi sul letto, a guardare la televisione, totalmente disinteressati.
Di risposta Shota mugoló, mentre le accarezzava dolcemente i capelli.
-Dovremmo uscire insieme.
-Lo facciamo già.
Anche la voce di Shota era calma e pacata, ma sensibilmente annoiata.
Ayame si girò leggermente in modo da poterlo guardare in faccia.
-Intendo come ragazzo e ragazza. Come qualcosa più che amici.
Shota non la guardò e lei capì che forse aveva fatto uno sbaglio a chiederglielo.
Lui continuava a stare in silenzio, guardando davanti a sé.
Lei non resistette più, così si mise a sedere e si scusó guardandosi i piedi.
-Scusa, non avrei dovuto chiedertelo.
Si mise le ciabatte e iniziò a camminare verso la porta.
-Non ho detto di no.
Ayame si girò, incuriosita dalle sue parole.
-Come?
Lui sbuffó, odiava ripetersi.
-Io non ho detto di no. Anzi, ne sarei felice.
A quel punto il ragazzo si alzò e le andò incontro.
Appena fu abbastanza vicino la prese per i fianchi e senza pensarci due volte la baciò
Ayame non arretró, anzi, ricambió volentieri.
Sentiva un blocco allo stomaco, che identificó come le cosiddette farfalle nello stomaco.
Il cuore batteva furioso e ormai non aveva più pensieri.

Si staccarono lentamente, facendo combaciare le loro fronti.
-Sei troppo impaziente. Sai che mi ci vuole tempo per dire le cose.
Lei sorrise. Lo sapeva perfettamente, certe volte ci impiegava persino mezz'ora a rispondere a una semplice domanda.
-Sei tu che dovresti sbrigati.
Per la prima volta Ayame vide Shota sorridere davvero. Era diverso da tutti gli altri sorrisi che aveva rivolto a lei e Hizashi durante tutto il tempo in cui si sono conosciuti.
Ayame gli passo una mano sulla guancia, discostandosi un po' con il viso.
-Stai sorridendo.
Di rimando sorrise anche lei, mettendo in mostra la sua fossetta sulla guancia destra.
-Ho sorriso altre volte.

Lei scosse la testa. Ancora non capiva a pieno Shota.
-Non così. Non hai mai sorriso così.
Ci fu un lasso di tempo in cui nessuno dei due disse nulla. Si guardarono semplicemente negli occhi, sorridendo.
-Continua a sorridere, ti prego.
Shota ridacchió alle sue parole.
Quella ragazza lo mandava al manicomio certe volte, per quanto complicata fosse, ma gli piaceva. Gli piaceva non annoiarsi mai ad ascoltarla. Ayame aveva sempre qualcosa di nuovo e divertente da dire e lui la ascoltava di buon grado.
Ogni tanto sembrava una piccola bambina. Si entusiasmava per nulla e non si faceva scrupoli a parlare, ma con le nuove persone diventava timida e insicura.
Forse era proprio questo suo lato che aveva colpito Shota.

Si avvicinò di nuovo a lei e le diede un altro bacio.
-Per te posso sorridere all'infinito.
Ayame era sorpresa. Shota non era mai stato così sdolcinato.
Era sempre riservato, pacato e tranquillo e non si esponeva mai così tanto. Spesso si tratteneva anche dal fare delle battute.
Ayame iniziò a ridere, lasciandolo confuso.
Shota alzò un sopracciglio, incredulo nel vederla ridere.
-Cosa c'è di così divertente?
-Scusa Sho, ma non riesco proprio a vederti così sdolcinato.
Lui fece un passo indietro, tenendo la bocca leggermente aperta.
-Ma. Eddai, volevo fare una cosa carina.
Ayame lo osservò mentre incrocia a le braccia al petto, fingendosi offeso.
-Sho, da quanto ci conosciamo?
Si avvicinò a lui e lo abbracciò da dietro, tenendosi sulle punte dei piedi per poter arrivare alla sua spalla con la testa.
-Che c'entra?
-Rispondi.
Lui sbuffo, odiava quando non capiva cosa volesse intendere quella ragazza.
-Circa da un anno.
-Quante volte sei stato dolce e affettuoso?
Lui sembro pensarci su, poi sospirò e si giro verso di Leo, abbracciandola.
-Hai ragione.
-Io ho sempre ragione.
Allontanò il busto per congiungere le mani sotto al mento, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
-Non ti allargare.
Detto questo tornò a sedersi sul letto, seguito a ruota da lei che gli si avvinghió come un piccolo koala con la madre.
-Ti ostinerai a stare in questa posizione per molto?
Ayame annuì convinta.
Un po' se lo aspettava. Il lato infantile di quella ragazza poteva spuntare fuori da un momento all'altro e nessuno sarebbe riuscita a farmarla.

Shota si mosse leggermente, ma si fermo appena sentì un leggero mugolio proveniente dalla sua destra.
Osservo Ayame, addormentata accanto a lui.
Aveva i capelli scompigliati e gli occhi socchiusi, come chi ha cercato ardentemente di rimanere sveglio.
Sorrise e le scostò il capelli che le erano ricaduti sul viso.
Per lui era ancora strano essere accanto a lei come qualcosa in più di un amico, in fondo nemmeno se lo aspettava. Non aveva programmato di farsi degli amici, invece adesso si ritrovava con una ragazza e un amico con il tono vocale smisurato.
Ayame si mosse improvvisamente, solo per stringere di più Shota, quasi fosse spaventata di sentirlo andare via.
Lui sapeva perfettamente che era ancora addormentata, ma quel gesto così involontario gli fece tenerezza.
Aveva capito che amava quella ragazza, anche se persino lui stentava a crederci ed in quel momento era sicuro che non avrebbe smesso.
Guardò ancora una volta la sua ragazza, aveva un espressione dolce e tranquilla.
"Vorrei sempre vederla così" pensò.
Voleva proteggerla e si ripromise che ci sarebbe riuscito, costasse la sua vita.

Shota Aizawa - BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora