Ayame continuava a camminare avanti e indietro, in un circolo vizioso che ormai stava facendo girare la testa al povero ragazzo dai capelli blu. (classico, tipico femminista. Ah no, scusatemi, esistono solo nella realtà... No vabbè scusate a chi ha i capelli blu, anche io li ho avuti, ma mi piaceva troppo questa battuta)
Ormai esaurito, il ragazzo si piazzó davanti a lei, prendendola per le spalle per fermarla.
Si guardarono qualche secondo a la mora comprese che forse stava esagerando un pochino.
-Scusa,adesso mi fermo.
Lui sospirò e ringraziò, per poi tornare ad avere la solita espressione sorridente.Si sedettero sui gradini dell'edificio davanti al quale si erano fermati.
Ayame era visibilmente nervosa e stizzita, mentre Oboro, decisamente tranquillo, era più che annoiato dalla situazione.
Aveva assistito a uno dei litigi più stupidi a cui si potesse mai pensare e, anche se era stato esilarante da osservare, sapeva che i suoi amici erano fin troppo cocciuti per chiedersi scusa a vicenda.-State facendo il muso per una storia da nulla.
Ayame lo osservò torva, quasi a volerlo uccidere con lo sguardo, sbuffó e incroció le braccia sotto al seno.
Sapeva perfettamente che il ragazzo nuvola, come le piaceva chiamarlo, aveva ragione, ma il suo orgoglio aveva ormai preso controllo e non era disposta a fare passi avanti.-Dai Yame, lo sai anche te che è una cosa stupida. Certe volte siete più infantili di me.
Il ragazzo si mise a ridere, coinvolgendo anche Ayame che per qualche momento fece cadere la maschera d'ira che aveva costruito.
Ayame invidiava questo lato di Oboro. Era un ragazzo sempre allegro e sorridente. Scherzava volentieri anche su se stesso e non si faceva problemi a parlare delle cose.
Ogni tanto le ricordava Hizashi, ma oboro non arrivava mai al livello di entusiasmo del biondo, rendendolo decisamente più facile da sopportare.Ayame appogió i gomiti sulle gambe, precedentemente piegate, per poi poggiare il mento sulle mani, assumendo una posa molto simile a quella di una bambina.
Le sopracciglia erano accuratamente nascoste dalla frangia, leggermente troppo lunga, celandone la forma aggrottata.-Dovrei andare a scusarmi.
Non stava effettivamente parlando con nessuno, ma quella frase che scappò dalle labbra di Ayame involontariamente, fece rizzare la schiena ad Oboro.
-Oh, questo è lo spirito. Forza andiamo.
Senza nemmeno aspettare una risposta, prese il polso della ragazza e iniziò a trascinarla, lasciandola basita.
-Andiamo Oboro, non farmi questo.
Lui, per tutta risposta, alzò gli occhi al cielo, ignorandolo completamente.-Ringraziami. Sto salvando la vostra relazione.
Ayame diede un forte strattone, liberando così il suo braccio, e si fermò, osservando il ragazzo.
-Io e Sho non stiamo insieme.
Si sentì lo schiocco sonoro della lingua del ragazzo sul palato.
-Non ancora. Quindi, per salvare la vostra futura relazione dovete scusarvi a vicenda.Ayame ringhió infastidita, per poi seguire Oboro in silenzio.
Avrebbe voluto contraddire quella sua affermazione, ma quel ragazzo riusciva sempre a capire quando menti a e la cosa sarebbe stata controproducente.
Ormai aveva ammesso a sé stessa che il ragazzo apatico le piaceva. Il problema sarebbe stato ammetterlo agli altri.A metà strada incontrarono il diretto interessato, trascinato da Hizashi, decisamente entusiasta della situazione.
Hizashi e Oboro si diedero il cinque, sorridenti, mentre sia Shota che Ayame li guardavano come se avessero dovuto assassinarlo in quel preciso momento.
Entrambi rifiutavano di parlarsi, o anche solo guardarsi in faccia e sarebbero rimasti così per molto altro tempo se il biondo non fosse intervenuto.-Se siamo qui è perché entrambi avete deciso di scusarmi. Forza!
Ayame mugoló, e con una mano davanti alla bocca blateró uno "scusa".
Shota guardò in basso e poi acconsentì anche lui a scusarsi, blaterando un "dispiace anche a me".
Ciò che successe dopo sorprese Hizashi e Oboro quasi più di Shota.Ayame si era infatti tuffata su Shota, avvolgendo le braccia attorno a lui.
Nessuno dei tre capì esattamente cosa fosse successo,tanto che Shota rimase con e braccia alzate per molti secondi prima di avvolgere anche lui Ayame in un abbraccio.
Guardò perplesso i suoi amici. Ayame era ancora un punto interrogativo vivente. Aveva scatti di rabbia, scatti di dolcezza, certe volte nemmeno lei sapeva come si sentiva.Ayame si svegliò di colpo, il cuore le batteva in gola e i capelli le finivano davanti agli occhi.
Non era un incubo e lo sapeva bene, ma ricordare tutto l'aiuto che aveva avuto dal suo migliore amico la faceva sentire persa.
Quanti anni erano passati? Non ricordava di preciso, eppure il suo fantasma continuava a perseguitarla.
-Non mi perseguiti nemmeno. Sei solo un bel ricordo che non c'è più e la cosa mi fa impazzire.
Lo sussurrò al nulla, ma nella sua mente sperava che in qualche modo lui lo sentisse, per quanto assurdo fosse anche solo pensarlo.Ritornò al sogno che aveva avuto. Era uno dei suoi ricordi più cari di Oboro e le capitava spesso di sognarlo, soprattutto dopo che aveva fatto visita alla sua tomba.
Sorrise e si passo una mano tra i capelli, scostandoli dalla fronte.
Le mancava davvero molto, ma ormai aveva imparato a convivere con la sua assenza. Aveva imparato a convivere con tutte le assenze della sua vita.Scostò le coperte e accostò i piedi nudi al pavimento. Anche senza averli appoggiati completamente, sentiva i brividi di freddo passarle per il corpo, causandole la pelle d'oca.
Decise finalmente di alzarsi e andare a prendere un po' d'acqua, per poter poi tornare a letto.Si appoggiò al lavandino con il bicchiere in mano, in attesa di qualcosa di cui nemmeno lei sapeva nulla.
Rimaneva semplicemente lì, a guardare la luce filtrare attraverso il vetro dell'oggetto che aveva in mano.
Lo posò sul bordo del lavandino, dove era solito lasciar scolare i piatti dopo averli lavati, e chiuse gli occhi.
Respiró per qualche secondo, tentando di ricordare tutti i tratti del suo amico.Ormai aveva dimenticato il reale colore degli occhi, diceva semplicemente che erano blu, anche se da ragazzina passava ore a dire come fossero così particolari, non sapeva nemmeno più dire quanto fosse alto, ricordava solo che era poco più alto di Shota. Eppure era legata a lui in modo indissolubile. Come era possibile?
Ormai non sapeva più come interpretare certe cose.
Sospirò e tornò a letto, cercando di fare meno rumore possibile.
Una volta sotto le coperte, sue braccia calde la avvolsero, scostando leggermente la maglietta.
Una leggera morsa si presentó nello stomaco di Ayame.
Sorrise e si accostò di più alla figura, godendosi il tepore che emanava.-Incubo?
Il tono basso e pacato dimostrava tutta la stanchezza dell'uomo che stava respirando tranquillo accanto al collo di Ayame, lasciandole dei piccoli brividi.
-No, solo un vecchio ricordo.
Sentì un mugolio di assenso da parte dell'uomo dietro di lei e poi sentì la stretta attorno alla sua vita stringersi.
Appoggiò le sue mani su quelle di lui e chiuse gli occhi, potendo finalmente tornare a dormire.Dan Dan daaaaaan... Colpo di scena. Posso solo immaginare tutte le congetture che vi salteranno in testa. Chissà chi è l'uomo.
Sono pronta a sentire tutte le vostre teorie😂😂.
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Shota Aizawa - BNHA
FanfictionMi piace il drama Raccolta di one-shots, collegate tra loro, ma sparse cronologicamente. L'idea è presa da un'altra fanfiction (Are you Peter Parker di @Senza_nome) L'idea mi è piaciuta, quindi ho pensato potesse essere interessante riprodurla. Se n...