Era una settimana che se ne stava chiusa in camera sua e si alzava solo per andare in bagno o per cercare altri fazzoletti.
Aveva saltato tutte le lezioni a scuola e sapeva già che appena tornata non avrebbe capito nulla.
D'altro canto, persino sua sorella le stava lontano, quindi aveva silenzio e pace.Stava tranquillamente leggendo il suo libro preferito, recitando metà delle battute dei personaggi a memoria, quando sentì un rumore.
Non si preoccupò più di tanto, poiché in casa vi erano sua madre e il gatto e il fatidico rumore poteva essere stato causato da uno dei due.
Dopo poco sentì picchiettare contro il vetro della finestra, così si alzò e scostò le tende.Spalancò gli occhi, mentre prendeva un bel respiro dalla bocca, impossibilitata a prenderlo dal naso, ormai tappato.
Davanti a lei c'era un selvaggio esemplare di Shota appollaiato sul ramo dell'albero che era cresciuto davanti alla sua finestra.
Aprì velocemente la finestra e lui scivolò all'interno della stanza.
Non riusciva a tornare ad avere un'espressione normale in volto, tanto era stupita.Chiuse la finestra e le tende, rivolgendo poi la sua attenzione al ragazzo che se ne stava in piedi al centro della stanza a curiosare in giro.
-Shota, che ci fai qui?
Ayame si appoggiò al muro con le mani, avendo ottenuto solo un giramento di testa.
Shota si avvicinò e le mise le mani sui fianchi, avvicinandosi lentamente a lei e baciandola.
-Mi mancavi.
Ayame si allontanò da lui, il tanto che bastava per guardarlo in faccia.-Ti ammalerai anche tu così.
Le sorrise amabilmente e lei si sciolse nel vederlo.
Da quando si erano messi insieme aveva iniziato a sorridere più frequentemente ed ogni volta per lei era un tuffo al cuore.
-Non mi interessa.
La baciò di nuovo, tentando di farlo durare più a lungo possibile, finché lei, priva di fiato, si staccò in cerca di aria.-Ho ancora il naso tappato Sho. Vuoi forse soffocarmi?
Lo disse con la sua solita espressione divertita, puntandogli il dito contro come farebbe una madre per rimproverare il proprio figlio.
Entrambi scoppiarono a ridere, ma poi Ayame di ricordò che sua madre era al piano di sotto a cucinare.
Tappó velocemente la bocca del ragazzo e gli fece segno di stare zitto.
-C'è mia madre di sotto. Se ci sente sono cazzi amari.Shota scostò gentilmente la mano di Ayame dalla sua bocca e la baciò, osservando la negli occhi per tranquillizzarla.
A quel contatto tanti piccoli brividi passarono lungo la schiena dalla ragazza e il cuore le saltò un battito. Aveva avuto tanti momenti con Shota, eppure quello era uno dei suoi preferiti, nonostante il naso rosso e tappato, il pigiama decisamente imbarazzante e il mal di testa costante che la attanagliava.
-Non mi sentirà.Non ebbe parole per rispondere,cosi annuì semplicemente e si fece trasportare da lui nel letto.
-Come mai sei qui?
Entrambi si stesero sotto le coperte e Shota la abbraccio da dietro, poggiando la testa esattamente dietro il suo collo.
Le scostò i capelli e le diede un bacio poco sotto all'orecchio.
-Mi mancavi.
Ayame sorrise e si strinse di più a lui.
Amava passare momenti del genere con lui, soprattutto se diventava così dolce in sua presenza.Shota le accarezzò i capelli, mentre lei si girò per poterlo guardare in faccia.
Appoggio le mani sul suo petto e posizionó la testa poco più sopra.
-Sho.
Lui mugoló in risposta, lasciando intendere che poteva continuare e che l'avrebbe ascoltata.
Le ricordava il giorno in cui si misero insieme.
-Mi piace il tuo profumo. Sai di lavanda.Anche se non lo poteva vedere, Ayame era sicura che lui stesse sorridendo, divertito dalle uscite senza senso che faceva la sua ragazza.
Era felice di poterla definire tale. Era felice di poterla coccolare mentre era ammalata. Di vederla sorridere tutti i giorni e di poterla baciare quando voleva.
Era semplicemente felice.
Continuò a coccolarlo, facendola lentamente addormentare e lui non ci mise molto a fare li stesso, cullato dal suono del suo respiro.Si svegliò qualche ora dopo. Ayame era ancora accanto a lui che sonnecchiaba tranquilla con quella sua solita espressione angelica.
Le accarezzò la guancia. Era così tranquilla mentre dormiva.
Si alzò, tentando di non svegliarla e le scrisse un foglietto dove diceva che era andato via.
Si rimise le scarpe e aprì la finestra.
Poco prima di andare via si avvicinò alla ragazza e le diede un bacio veloce.Si spaventò appena sentì due mani prendergli il volto per tenerlo più vicino, ma appena realizzo che era la sua dolce Ayame si tranquillizzó.
-Dovresti dormire.
-E tu dovresti stare con me.
Si osservarono con sguardo di sfida, ma alla fine vinse lei e lui con uno sbuffo si tolse le scarpe e ritornò a letto.
-Scommetto che mi avevi anche scritto un bigliettino.
Lui annuì. Ormai era inutile cercare di negare l'evidenza: la sua ragazza lo conosceva a fondo e la cosa non lo turba a minimamente.-Yame.
Lei mugoló. Le sembrò quasi che i ruoli si fossero invertiti, ma non ne fece un dramma, a lei bastava anche solo sentire il calore delle mani di Shota,senza che nessuno dei due parlasse.
-Hai lo stesso odore dei ciliegi.
Lei sorrise. Era strano sentire il suo ragazzo così romantico, ma la cosa non la infastidita, anzi.Quella sera Ayame si svegliò scombusolata.
Trovò un post-it giallo sul suo comodino con un messaggio di Shota.
"Torno domani se non sono ammalato. Ti amo."
Sorrise e si lascio cadere a peso morti sul cuscino, coprendosi la faccia con le mani. Sospirò e gettoe braccia lungo i suoi fianchi. Era innamorata persa di quel ragazzo.
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Shota Aizawa - BNHA
FanfictionMi piace il drama Raccolta di one-shots, collegate tra loro, ma sparse cronologicamente. L'idea è presa da un'altra fanfiction (Are you Peter Parker di @Senza_nome) L'idea mi è piaciuta, quindi ho pensato potesse essere interessante riprodurla. Se n...