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Non sapeva proprio dove andare a sbattere la testa.
Aveva ricevuto la notizia il giorno prima e ancora non aveva metabolizzato bene il tutto.
Ne aveva parlato con Hizashi, il suo migliore amico, ma non gli aveva detto molto. Aveva detto semplicemente che aveva ricevuto un'offerta di lavoro.
Ogni volta che ci pensava, anche pochi mesi prima, si immaginava esultante e allegra, magari avrebbe anche festeggiato, ma non era quella l'occasione.

Aveva si ricevuto un'offerta di lavoro meravigliosa, ma era in America. Era il posto più lontano che potesse immaginare e non sapeva come prenderla.
Aveva sperato ardentemente un posto di lavoro così, ma ora che lo aveva, era terrorizzata dall'accettare.
"Forse non dovrei farmi problemi. In fondo è un buon posto, con un ottimo stipendio. Ne devo parlare con lui però."

Mise le mani nei capelli e li strinse forte, sentendo tutta la tensione delle fibre.
Lasciò ricadere le braccia sulle sue gambe, portando con sé qualche capello, caduto a causa dello sforzo.
Prese un respiro profondo e cercò di calmarsi. Agitarsi non sarebbe servito a nulla e lei ne era perfettamente consapevole.

Shota era ancora nel letto, quando il suo telefono aveva cominciato a vibrare insistentemente, assieme a quella stupida suoneria che tutti i telefonini avevano. Non era un telefono molto avanzato, ma era comunque meglio di nulla.
(Per chi non comprendesse. Non so se avete presente i vecchi telefonini a conchiglia. Ecco, prendete un modello un po' più vecchiotto, stile Nokia)

Il contatto di Hizashi era ben visibile sul piccolo schermo e la cosa fece sbuffare il moro.
Quando avrebbe imparato a lasciarlo dormire?
Rispose comunque, sapendo che se non lo avesse fatto, il suo rumoroso amico lo avrebbe riempito di messaggini e chiamate, dandogli ancora più fastidio.

-Cosa vuoi Zashi?
La voce stanca e assonnata di Shota contrastava totalmente con quella entusiasta del biondo.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma gli piaceva averlo intorno,rendeva le cose un po' meno noiose.
-Ti ha parlato Ayame?
Il moro rimase ancora più confuso. Ayame? Cosa c'entrava lei? Era forse successo qualcosa?

La preoccupazione prese possesso del corpo di Shota. Non lo avrebbe mostrato a nessuno, ma in quel momento stava morendo d'angoscia.
-Cosa intendi? Le è successo qualcosa?
Sentire uno sbuffo venire dall'altro lato diede ancora più fastidio al moro, che però rimase zitto, aspettando una risposta.
-Non te lo ha ancora detto. È plausibile. Non sapeva cosa fare.

Per quanto la pazienza di Shota fosse grande, in certe situazioni veniva superata quasi subito.
Alzò la voce e iniziò a parlare con tono autoritario contro Hizashi, che si stupì particolarmente per il cambio repentino.
-Cosa Hizashi?!
Il biondo si morse il labbro. Cosa avrebbe dovuto fare? Non poteva dire a Shota qualcosa di cui avrebbe dovuto informarlo Ayame, ma d'altro canto non poteva nemmeno lasciarlo con questo pressante senso di angoscia.

Non ottenendo risposta, il moro lo richiamò una seconda volta, sperando in qualcosa di diverso che placasse quell'orribile sensazione che provava.
-Te lo dovrebbe dire lei. Non io. Ciao Shota.
Appena finita la frase chiuse la chiamata e lasciò un sospiro di sollievo.
Non aveva proprio motivo di essere sollevato. Aveva messo Ayame in una posizione decisamente scomoda, pur sapendo che non aveva ancora deciso sul da farsi e sapeva perfettamente che lei si sarebbe infuriata con lui.
Passò una mano sul viso e sperò ardentemente di non aver creato una situazione critica per colpa della sua impulsività.

Shota lasciò cadere il telefono sul letto, mentre l'altra mano passava tra i folti capelli neri, poco più lunghi delle spalle.
Era decisamente confuso e impanicato.
Poche volte si era sentito così e in tutte quelle situazioni si era ritrovato a litigare con lei.
Non era una brutta cosa, voleva dire che la loro era una relazione sana, con due persone dai pareri diversi, con due mentalità diverse, ma abbastanza simili per andare d'accordo la maggior parte del tempo.
Allora perché era così spaventato?

Shota Aizawa - BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora