Capitolo 18

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Sophia

Mi sveglio più felice del solito. Sarà per quello che è successo ieri sera.
Trovo le forze di tirarmi su e controllo il telefono, ci sono diversi messaggi.
Due di Natalie: "Ehi, Sophy dove sei finita?"
"Sophia mi sto preoccupando, chiamami quando vedi il messaggio.
Nat."

Due di Aaron: "Sono stato davvero bene sta sera, non smetto di pensarti."
L'altro messaggio dice: "Buongiorno. Ci vediamo oggi alle piscine rocciose?"

Uno di mia sorella Ashley: "Ehi sorellona, come stai? Questo week end torno a casa. Non vedo l'ora di vederti. Mi manchi. Baci baci, Ash."

Rispondo a Natalie dicendole che sto bene e che le racconterò tutto non appena ci vedremo.
Subito dopo rispondo a mia sorella dicendolo che mi manca anche lei e che non vedo l'ora di vederla.
Infine rispondo ad Aaron: "Facciamo dopo le lezioni, oggi inizio il corso con il professor Thompson e vorrei esserci. Finisco per le 14. Per te va bene a quell'ora?"
Premo invia e aspetto la sua risposta.

Intanto vado in bagno per farmi una doccia e prepararmi per andare a lezione.
Sono davvero emozionata, oggi inizio un nuovo corso, con il padre di Drew. Tutti me ne hanno parlato bene e sono davvero curiosa di conoscerlo.

Per le 8:00 scendo di sotto per fare colazione, trovo i miei genitori seduti a tavola.
Questa sì, che è una novità.

<<Buongiorno>> dico salutandoli entrambi
<<Buongiorno cara>> dice mia madre
<<Giorno tesoro>> mi saluta mio padre.
<<Come ti senti? So che oggi inizi filosofia del diritto con Thompson>>
<<Si, papà. Sono un po' emozionata ma alla fine ne conosco già le parti fondamentali, grazie a te.>>
<<La adoravi da piccola. Leggevi tutti i miei libri e giravi per casa vantandoti di sapere tutto.>> ride mio padre

Mi sembra ieri. I giorni in cui mio padre come favola della buonanotte mi leggeva i casi a cui stava lavorando e, quasi sempre, chiedeva il mio parere. Mi coinvolgeva, anche se una bambina non capisce davvero cosa sia la giustizia, la differenza tra colpevolezza o innocenza. Una differenza che ho imparato a conoscere crescendo.
Quando andavo in aula a sentire le udienze di mio padre capivo subito chi fosse colpevole e chi no. Una volta mio padre stava per mandare in galera un uomo innocente, a quei tempi avevo 16 anni, mi accorsi che aveva commesso un errore e lui me ne riconobbe il merito. Tutte le volte dice che in quel momento si accorse che sarei stata un bravo avvocato, perché secondo lui avevo, e tutt'ora ho, occhio.
Io mi limito semplicemente ad osservare i comportamenti delle persone, e da ciò che vedo ne deduco se costui sia colpevole o meno.

<<Io vado a scuola, buona giornata a tutti>> saluto i miei genitori e mentre sto scendendo di casa mi arriva un messaggio, è di Aaron:
"Scendi? Sono sotto casa tua, oggi ti accompagno io a scuola."

Sorrido nel leggere quel messaggio. È venuto a prendermi. Sono sorpresa.
Esco fuori e lo vedo appoggiato alla sua macchina ad aspettarmi.

<<Buongiorno splendore. Andiamo a scuola?>> mi chiede aprendomi la portiera della macchina
<<Si, autista.>> lo prendo in giro ridendo

Dopo aver richiuso la mia portiera fa il giro della macchina e risale, posizionandosi sul sedile. Una volta sistematosi, parte.
<<Allora, hai detto no alle piscine rocciose per una lezione con Thompson? Davvero?>> mi chiede
<<Si, Aaron. È la prima lezione con lui e non voglio perderla.>>
<<Si vede che non conosci Thompson, per le prime tre lezioni non farete nulla, te lo assicuro.>>
<<In che senso?>> gli chiedo non capendo il suo discorso
<<Nel senso che nelle prime lezioni lui testa le tue capacità. Vi assegnerà dei finti casi. Sarete a coppie. Uno di voi sarà l'accusa e l'altro la difesa, ma lo scoprirete solo nel momento in cui avrete il fascicolo del caso. Lui sarà il giudice e vi metterà alla prova per vedere se ci sapete fare.>>
<<Sul serio? E tu volevi farmi perdere tutto questo per portarmi alle piscine? Sei pazzo.>> scoppio a ridere
<<Fidati, non è così eccitante come sembra, anzi sarà dura vincere. Se vuoi un consiglio, leggi attentamente le cartelle che ti darà, è fondamentale che tu lo faccia.>>
Non appena finisce di parlare mi accorgo che siamo arrivati nel parcheggio della scuola.
<<Be', buona giornata.>> mi dice sporgendosi verso di me per baciarmi.
<<Buona giornata>> lo saluto scendendo dall'auto.

Sono emozionantissima all'idea di avere un (finto) caso tutto mio, spero di vincere.
Arrivati in aula ci sediamo tutti in attesa del professore.
Al suo arrivo ci saluta: <<Buongiorno ragazzi, io sono il professor Thompson, e sarò il vostro insegnante di Filosofia del diritto. Spero che tutti conosciate questa materia. Prima di cominciare con il corso vi dividerò in coppie e vi assegnerò un caso, per questa settimana sarete dei veri e propri avvocati. Io vi osserverò e valuterò il vostro lavoro, non solo alla fine.>>

Finita la spiegazione ci divide in coppie e ci consegna i fascicoli.
Il mio compagno o sfidante è John, un ragazzo molto silenzioso e ambiguo.

Apro il fascicolo e scopro di essere l'accusa, il caso tratta furto e rapina in una casa di periferia.
Devo ammettere che sono un po' spaventata ma molto motivata.
Dovrò dimostrare che questo ipotetico uomo sia entrato in questa casa con l'intenzione di rubare. Non sarà semplice ma farò del mio meglio.

Finita la lezione mi reco subito in biblioteca per consultare i libri che parlano di casi simili a quello a cui sono stata assegnata.
Dopo ore sui libri decido di tornare a casa.

Un momento. Sta mattina non sono venuta con la mia auto, ma con quella di Aaron, che tutto il giorno non si è fatto vivo, perciò...come torno a casa?
Mentre cerco disperatamente una soluzione incontro Drew.
<<Ciao Sophia, tutto bene?>>
<<In realtà no, sta mattina sono venuta a scuola con Aaron ma tutto il giorno non si è fatto sentire e ora non so come tornare a casa.>>
<<Non ti ha detto nulla? Strano>>
<<Detto cosa?>>
<<I suoi lo hanno chiamato sta mattina, è dovuto tornare a casa>>
<<Ah, non lo sapevo>>
Perché non mi ha detto nulla? Poteva scrivermi un messaggio in modo che trovassi una soluzione per tornare a casa.

<<Se hai bisogno di un passaggio ti accompagno io a casa.>> mi dice Drew gentilmente
<<Si, Drew, mi faresti un grande favore.>>

Durante il viaggio in macchina non parliamo molto.
<<Sai ho iniziato il corso con tuo padre oggi, sembra simpatico.>>
<<Si, è un tipo strano. Vi ha già assegnato i casi?>>
<<Si, sta mattina>> gli rispondo ripensando al caso di cui dovrò occuparmi
<<Ti do un consiglio. Conosco bene mio padre, fagli vedere che sai lavorare senza bisogno di nessuno, se vede che sei molto operativa lo colpirai.>>
<<Grazie Drew. Lo farò.>>
<<Eccoci arrivati.>>
<<Grazie del passaggio. Ci vediamo>> lo saluto cordialmente e scendo dalla macchina.

Salgo in fretta a casa, sarà una serata impegnativa, dovrò occuparmi del mio primo caso.

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