Aaron
Sono in ufficio da pochi minuti e già la giornata sta prendendo la piega sbagliata.
Entro nel mio ufficio dove il telefono non smette di squillare e mi sistemo sulla mia poltrona.
La vista dal mio ufficio è spettacolare, si vede tutta la città, tutti i monumenti e i palazzi più belli.
Ogni tanto, durante la giornata, mi fermo qualche minuto per guardare fuori.
Anche se devo ammettere che in questi ultimi giorni non ho avuto molto tempo per concedermi una pausa.
Sono stati tre giorni pieni di notizie le quali mi hanno causato sbalzi di umore incredibili: insomma diventerò padre.
Questa notizia mi ha spiazzato all'inizio ma poi mi sono fermato, ho guardato Sophia e ho capito che quello era il nostro destino.
A risollevarmi dei miei pensieri è il telefono, che ricomincia a squillare ininterrottamente; la mia segretaria Josy, viene in ufficio per annunciarmi una chiamata importantissima.
Rispondo al telefono e sento dei rumori strani, non capisco nulla di quello che mi dicono finché non cade la linea.
Dopo pochi minuti il telefono squilla di nuovo.<<Pronto?>> rispondo
<<Pronto, parlo con Aaron White?>> mi chiede la persona dall'altra parte
<<Si, sono io>>
<<La chiamo dal St. Vincent's Hospital, lei risulta essere uno dei contatti di emergenza della signorina Anderson...>>Il mio respiro si blocca così come il mio cuore, come mai mi chiamano dall'ospedale parlandomi di contatti di emergenza di Sophia?
<<È successo qualcosa?>> chiedo
<<Signor White, la signorina Anderson ha avuto un incidente in taxi. Le sue condizioni sono critiche e vorremmo che lei ci raggiungesse in ospedale.>>E con queste parole il mio mondo smette di girare, l'unica cosa che vedo è il volto di Sophia, devo assolutamente correre da lei.
<<Sarò lì a breve.>> chiudo la telefonata e corro nell'ufficio di mio nonno per avvertirlo dell'accaduto.
Lo trovo davanti alla finestra, intento a sorseggiare un caffè
<<Nonno, Sophia ha avuto un incidente, è in ospedale, devo andare da lei..è grave>>
Lui si gira e mi guarda con aria preoccupata
<<Certo figliolo, corri da lei. Jerry, il mio autista, ti accompagnerà in ospedale. Tienimi informato sulle condizioni di Sophia.>>
<<Va bene, grazie nonno.>>Corro fuori dall'ufficio e salgo in macchina indicando a Jerry la nostra destinazione.
***
Arrivato in ospedale corro al piano in cui si trova Sophia. Trovo un'infermiera e le chiedo informazioni.
<<Salve, sono Aaron White. Avete ricoverato la mia fidanzata: Sophia Anderson.>>
L'infermiera mi guarda attentamente prima di rispondermi
<<È nella stanza 205, aspetti il dottore, sarà qui a momenti per spiegarle la situazione.>>
Dopo qualche tempo che a me sembra un'eternità il dottore mi raggiunge, avendo con se informazioni che potrebbero cambiarmi la vita.
<<Signor White, mi scusi per l'attesa. Purtroppo non ho buone notizie. La signorina Anderson ha riportato un grave trauma cranico, causato dal forte colpo preso nell'impatto con l'altra auto.>>
<<Questo cosa vuol dire? Che non si riprenderà?>>
<<Si riprenderà, ma ci vorrà tempo.>>Tiro in sospiro di sollievo nel sentire quelle parole.
Ma quel momento dura poco perché Sophia non è sola..Sophia aspetta nostro figlio..<<Dottore, il bambino?>> chiedo con le lacrime agli occhi al dottore
<<Purtroppo non è sopravvissuto all'impatto...Mi dispiace molto.>>Su quelle parole il mio mondo crolla per la seconda volta.
Cosa farò adesso?
Come glielo dirò quando si sveglierà?
<<Posso vederla?>> chiedo al dottore prima che se ne vada
<<Certo, mi segua>>
Il dottore mi conduce alla stanza di Sophia, non appena entro la vedo: con una fascia intorno alla testa e un tubo in gola che la aiuta a respirare.
Mi avvicino a lei e le prendo la mano, è fredda come non lo è mai stata.Dopo ore passate a tenerle la mano decido di farmi forza e avvisare i suoi genitori dell'accaduto.
Il padre mi risponde subito..
<<Sophia? Ma dove sei? Non dovevi atterrare nel primo pomeriggio?>>Prendo fiato e inizio a parlare
<<Signor Anderson, sono Aaron White, la chiamo per dirle che Sophia ha avuto...un incidente, mentre andava in aeroporto, una macchina ha tagliato la strada al taxi su cui era. La prego di venire qui a Melbourne. Sua figlia ha bisogno di lei.>>
<<Oh mio Dio.. grazie per avermi avvisato Aaron, io e la madre di Sophia prenderemo subito l'aereo..>>
<<Siamo al St. Vincent's Hospital..la aspetto.>>Chiusa la telefonata torno nella stanza di Sophia, mi siedo accanto a lei e tenendole la mano mi addormento.
Mi svegliano della urla provenienti dal corridoio, mi alzo ed esco a vedere cosa succede.
Il papà di Sophia sta urlando contro un'infermiera per sapere informazioni sulla figlia, mentre la signora Anderson è dietro di lui e in lacrime cerca di tranquillizzarlo.Mi avvicino a loro.
<<Signori Anderson, salve. Sophia è nella stanza 205>>Inaspettatamente mi abbracciano e subito dopo si recano dalla figlia.
Mi allontano in cerca della sala d'aspetto, so che li ci sono le macchinette e ho davvero bisogno di prendere un caffè.Poco dopo mi raggiunge il Signor Anderson e si siede accanto a me.
<<Allora Aaron, i dottori cosa dicono?>>
<<Starà bene, deve solo riprendersi e per questo ci vorrà tempo.>>
<<Grazie a Dio..>> dice guardando in alto
<<Non so se dovrei dirglielo, perché voleva farlo Sophia, ma ormai è giusto che lei sappia..>>
<<Che cosa, figliolo?>>
<<Sophia aspettava un figlio. Stava tornando a Gold Coast per dirlo a voi. Ma lo ha..perso a causa dell'incidente..>> senza accorgermene le lacrime scendono da sole sul mio viso.Lui non risponde, si alza e inizia a camminare avanti e indietro per la stanza.
<<Signor Anderson vorrei che sapesse che..>>
Ma lui non mi fa finire la frase
<<Aaron, chiamami Dylan..
Ascoltami so che non è colpa tua, non potevi sapere che avrebbe avuto un incidente e in nessun modo avresti potuto impedirlo, per nulla al mondo devi incolpartene, okay?!>>
Annuisco in risposta e rimango lì a fissare il vuoto, mentre il Signor Anderson torna dalla figlia.
Continuo a tormentarmi sul fatto che forse avrei potuto impedirlo davvero, se avessimo tardato 5 minuti quella macchina non avrebbe tagliato la strada al taxi e lei ora sarebbe a casa sana e salva. O se le avessi chiesto di restare un giorno in più; o avrei potuto accompagnarla io in aeroporto..
Nonostante le parole di conforto del Signor Anderson sono convinto che in parte sia colpa mia, avrei potuto fare di più..ma come avrei potuto saperlo..***
Passo l'ora successiva in sala d'attesa seduto a pensare fissando il nulla.
È davvero assurdo come in un solo giorno la vita possa cambiare.
Sta mattina stavo facendo progetti di vita con Sophia e ore invece è tutto svanito..
La possibilità di diventare padre ora mi è stata portata via ma soprattutto la paura che ho avuto di perderla...non credo che mi riprenderò molto facilmente.
Ma la cosa che mi spezza di più è l'idea di dirlo a lei..di dirle che il bambino non è sopravvissuto.Non so se supereremo questa cosa, e soprattutto non so se lo faremo insieme.
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Gold Coast
Chick-LitAl momento sospesa Trama: Una difficile storia d'amore tra Sophia e Aaron, nella bellissima Gold Coast, in Australia. Sophia Anderson ha 22 anni e vive a Gold Coast in Australia. Frequenta la Griffith University ed è al terzo anno di giurisprudenza...