Gold Coast

Capitolo 4

Sophia

Non appena torno a casa trovo mio papà che dorme sul divano, sommerso da fogli e cartelline.
Sposto i fogli e mi assicuro di metterli in ordine sul tavolino e lo copro con una coperta. Quando penso che dovrò fare la stessa vita che fa lui non mi sento pronta, sono solo al terzo anno di università ed è presto per pensare queste cose, ma la pressione è tanta in questo mestiere e non so davvero cosa aspettarmi dal futuro.

Mentre vado in camera mia noto la luce della camera di mia sorella accesa, entro e la vedo seduta sul letto concentrata a leggere un libro, che conoscendola immagino sia "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen.
<<Ma che ci fai qui?>> le chiedo sorridendole, <<Eccoti, finalmente, sono tornata qualche giorno prima per fare compagnia alla mia super sorella>> mi dice lei correndo ad abbracciarmi.
Sono davvero contenta di vederla, mi è mancata moltissimo, da quando ha ripreso gli studi a Sidney in casa con me non c'è mai nessuno e la mia unica compagnia sono i libri.

<<Allora? Che mi dici, come va qui in casa senza di me?>> mi chiede lei mentre ci sediamo sul suo letto, <<Solite cose, mamma non c'è praticamente mai, e papà ultimamente è un onore averlo in casa. Senza di te sono sempre sola.>>
Devo ammettere però che non mi dispiace stare sola, ho la possibilità di leggere e studiare in pace, in più io da sola sto sempre bene.
<<Allora raccontami come va l'università?>> mi chiede mia sorella risollevandomi dai miei pensieri, <<All'università tutto bene, alcune materie iniziano ad essere difficili ma grazie a papà riesco comunque a cavarmela. Tu invece, raccontami, come va a Sydney?>>
<<Va benissimo, è un peccato che sia il mio ultimo anno, dato che.. sto frequentando un ragazzo di lì>> mi giro di scatto non appena finisce di dirmelo <<COSA? E non mi hai detto nulla, potevi chiamarmi. Su racconta tutto.>>

Passiamo la successiva ora a parlare di questo ragazzo, mi dice che si chiama Jake, che ha 19 anni e che è figlio di un famoso imprenditore di Sydney.

Quando torno nella mia stanza mi metto a pensare ad Aaron, e alla nostra conversazione di sta sera.
Mi piace come persona, e mi sono trovata davvero bene a parlare con lui, ma dopo aver scoperto con chi ha una relazione ho dovuto fare dei passi indietro.
Preferisco tenermi a distanza da queste situazioni, non voglio essere notata da nessuno all'università, voglio rimanere una semplice ragazza appassionata di legge che studia per laurearsi al più presto.
Fino ad ora sono rimasta nell'ombra, in pochi sanno chi sono i miei genitori proprio perché non mi piace essere notata e conosciuta.

Guardo l'orologio e sono le 3 del mattino, devo dormire altrimenti domani non mi sveglierò più, e non posso permettermi di saltare delle lezioni, non al momento almeno.

Sto per addormentarmi quando il mio telefono vibra. Controllo subito, convinta che sia Natalie, invece è un numero non salvato in rubrica, il messaggio dice:
"Sono Aaron, scusa se ti scrivo a quest'ora. Ho chiesto il tuo numero a Drew che è riuscito a farselo dare da Natalie. Volevo solo dirti che mi dispiace per come sono andate le cose questa sera, e chiederti, se ti va ovviamente, di prendere un caffè insieme domani mattina."

Okay, perché Aaron mi scrive e soprattutto perché mi sta chiedendo di prendere un caffè con lui? No, assolutamente no. Mi dispiace, ma dovrò rifiutare.
Mentre penso di digitare le parole:
"Ti ringrazio per la proposta, ma preferirei di no."
Mi ritrovo a scrivere:
"Certo con piacere, facciamo al Pearls Bar alle 8:30?" Invio senza pensarci.
Lui risponde praticamente subito: "Perfetto, ci vediamo lì. Non preoccuparti, sarò solo ;)"

Okay okay, che sta succedendo? Sta flirtando con me? Ho già messo le cose in chiaro con lui, non cerco nulla oltre l'amicizia, soprattutto ora che so che è fidanzato.
D'altra parte prendere un caffè insieme non significa nulla, non c'è nulla di male.

Imposto la sveglia per le 7:15, domani mattina dovrò svegliarmi prima per prepararmi.

Mi addormento poco dopo domandandomi ancora il motivo per il quale Aaron sia così tanto interessato a me.