Capitolo 5

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Sophia

La mattina mi sveglio più stanca che mai. Mi alzo e guardo sull'agenda le lezioni che avrò oggi: Diritto Costituzionale e Diritto economico.
Bene oggi avrò il risultato dell'esame, sono agitatissima ma d'altra parte penso che sia andato bene.

Guardo l'orologio, sono le 7:20 devo prepararmi perché sta mattina farò colazione con il famoso Aaron. Non so ancora perché ho accettato l'invito, ma d'altra parte non vedo nulla di male nel prendere un caffè insieme prima di andare a lezione.

Quando sto per uscire di casa mi ferma mia sorella.
<<Ehi, come mai esci così presto?>>
<<Prendo un caffè con una compagno dell'Università e poi vado a lezione, ci vediamo sta sera>> la saluto ed esco di casa.

Mentre cammino verso il Bar mi rendo conto che la situazione è davvero imbarazzante, non ci conosciamo alla fine ed inizio a pentirmi di aver accettato.

Quando arrivo al Bar lo vedo che mi aspetta davanti alla porta, mi avvicino a lui:
<<Ciao>> mi dice lui.
<<Ciao>> rispondo.
<<Che dici, entriamo?>> mi chiede e io annuisco in risposta, con gran galanteria mi apre la porta e mi fa entrare per prima, <<Grazie>> gli dico sorridendo.
Mi indica un tavolo vicino alla finestra e ci avviamo per sederci.

<<Allora, ti ho chiesto di vederci perché l'altra sera mi sono trovato davvero bene a parlare con te e mi piacerebbe conoscerti meglio>> lo guardo un po' perplessa, e lui vedendo la mia faccia aggiunge subito <<In amicizia ovviamente>>
<<Certo, a me fa piacere. Anche io mi sono trovata bene a parlare con te e scusa se sono scappata subito così ma preferisco evitare situazioni del genere.>>
<<Tranquilla, avevo immaginato che Mia ti avesse messo a disagio.>> mi dice lui.
Nuovamente in imbarazzo cerco di cambiare discorso:
<<Allora, tu cosa prendi?>> gli chiedo indicando il menù.
<<Caffè nero e una brioche, tu?>>
<<Penso che prenderò un caffè macchiato>> rispondo mentre si avvicina a noi la cameriera.

Ordiniamo e mentre la cameriera si allontana mi chiede:
<<Come pensi sia andato il tuo esame di Diritto Costituzionale?>>
<<Penso bene, ho studiato davvero tanto e spero di averlo passato.>> rispondo mentre guardo l'ora, sono quasi le 9:00.
<<Da quel che so è andato bene, ma non posso dirti molto. Oggi il professore consegnerà i voti.>> mi dice, <<Lo so, spero davvero che sia andato bene.>>

Non appena finiamo la colazione è ora di avviarsi verso l'università, ci alziamo e mentre usciamo mi mette una mano sulla schiena, ma la ritrae subito, come se quel gesto fosse per lui spontaneo.
<<Scusa, non so perché l'ho fatto.>> mi dice imbarazzato.
<<Tranquillo, non fa nulla, non preoccuparti.>> rispondo cercando di non metterlo ulteriormente a disagio.

Alle 9:30 entro in aula e mi siedo al mio solito posto. Poco dopo arriva il professore in compagnia di Aaron.
<<Buongiorno ragazzi, oggi vi consegnerò il vostro esame corretto, ovviamente chiamerò ognuno di voi alla cattedra per spiegarvi la mie correzioni. Iniziamo subito.>>

Non appena il professore si siede alla cattedra, Aaron lo imita ed inizia a guardarmi. Tra noi avviene uno scambio di sguardi e di sorrisi finché il professore chiama il mio nome:
<<Anderson, Sophia>> mi alzo e mi avvio verso la cattedra.
<<Buongiorno professore>> lo saluto educatamente sedendomi accanto a lui. <<Buongiorno Sophia. Allora il tuo esame è stato uno dei migliori. Il tuo voto è 30. Devo ammettere che è stato semplice correggerlo, in quanto i tuoi errori sono stati davvero minimi, complimenti, sono molto contento del tuo rendimento.>> sono onorata nel sentire quelle parole.
<<La ringrazio davvero professore. Buona giornata>> lo saluto educatamente e mi avvio verso la porta.

Mentre prendo le mie cose noto lo sguardo di Aaron fisso su di me, lo saluto con la mano ed esco dall'aula.

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