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Iniziai a piangere talmente tanto che sarei potuta svenire da un momento all'altro, appena Marco vide arrivare Andrea, mi lasciò quasi cadere a terra per iniziare a correre, quando poi si ricordò di essere in un vicolo cieco aveva capito di essere nella merda. Era nervoso, dall'essere spregevole e vulnerabile ora si ritrovava a disagio, pentito di ciò che avesse fatto, aveva capito di aver sfidato la persona sbagliata.
'Brutto figlio di puttana' urlò Andrea raggiungendo il ragazzo che mi aveva violentata il quale stava zitto a testa bassa. 'Guardami negli occhi quando ti parlo. Che cazzo ti è venuto in mente eh?' sbottò ancora una volta Andrea mentre io cercavo di coprirmi in qualche modo. Marco ancora non rispondeva, anzi, cercava di allontanarsi sempre di più ma invano, ma a causa di quell'azione Andrea si arrabbiò sempre di più.
Lo spinse buttandolo a terra, si mise a cavalcioni su di lui iniziando a tiragli cazzotti uno dopo l'altro, era incontrollabile.
Provai a chiamarlo svariate volte, ma probabilmente non mi sentì a causa della mia voce fioca, ancora spaventata da ciò che era accaduto.
Per un attimo fece come staccarsi da lui e approfittai per richiamarlo ancora una volta 'Andrea' si girò di scatto verso di me, non aveva alcun graffio sul viso, era come sempre se non fosse per gli occhi, erano rossi di rabbia incontrollata, posò di nuovo lo sguardo su Marco, ormai accasciato a terra senza alcuna forza, poi di nuovo su di me 'ti prego vieni qui' lo implorai cercando di tendere le braccia verso di lui, si alzò e venne verso di me accarezzandomi il viso. Piansi 'lo ammazzo' sussurrò Andrea tra un mio singhiozzo e l'altro. Cercò di farmi alzare da terra e nonostante fossi dolorante grazie al suo aiuto ci riuscii, tolse la sua giacca e la posò su di me stringendomi forte a lui 'voglio andare a casa' sussurrai, mi prese in braccio delicatamente dopo aver chiamato gli altri che arrivarono in meno di 2 minuti.
'Alyson che cazzo è successo?' mi chiese Adam preoccupato per le mie condizioni. Lo guardai ma non riuscii a parlare, era come se mi fosse crollato il mondo addosso, mi sentivo uno schifo.
'Aly tesoro stai bene?' chiese Giulia agitata mentre provava ad accarezzarmi.
Andrea zittì tutti a causa delle mille domande che, giustamente, mi stavano ponendo 'Lei sta via con me stasera, non tartassatela di domande per favore' disse Andrea in tono serio tenendomi ancora in braccio. Ci allontanammo dal gruppo lasciandoli senza parole e dubbiosi su ciò che fosse accaduto, ma glielo avremmo spiegato successivamente, ora avevo solo bisogno di stare con Andrea, l'unico di cui mi potevo fidare con il quale mi sentivo protetta sotto ogni punto di vista.

Mi fece salire in macchina e subito accese il riscaldamento, fece partire la macchina e parcheggiò in un posto più tranquillo, lontano da quel locale, lontano da quelle luci e lontano da quelle persone.

Non mi sentivo io, provavo rabbia e dolore, mi era stata tolta la dignità, mi sentivo sporca era come se fossi entrata nel corpo di una sconosciuta, mi odiavo.
A portarmi nuovamente nella realtà fu Andrea che posò una mano sulla mia gamba scoperta. Sussultai e mi spostai. 'Scusa piccola non pensavo..' lo zittii 'voglio andare casa' dissi a voce fioca 'devo portarti da tua mamma?' mi chiese preoccupato e perché no, anche spaventato dalla risposta che avessi potuto dagli. 'non c'è mamma, è partita per un mese' risposi guardando fuori dal finestrino della macchina 'voglio stare con te e nessun altro'
mi voltai verso di lui con gli occhi lucidi, anche i suoi lo erano, insieme eravamo un mix di emozioni inspiegabili.
'Certo principessa' mi sorrise 'posso?' chiese il permesso per poter portare nuovamente la sua mano sulla mia coscia 'sì' risposi annuendo e non appeno fu a contatto col mio corpo quasi irrigidii, lui se ne accorse 'piccola sono io' lo guardai per un tempo interminabile e annuii ancora una volta sorridendogli debolmente. Accese nuovamente la macchina e si diresse verso la casa nuova che aveva comprato, quella per tutti e due, quella casa in cui sarei andata a vivere il prima possibile per stare ogni istante assieme. Avevo deciso. 'Andre' richiamai la sua attenzione 'dimmi piccola' mi chiese guardandomi per un secondo per poi riportare gli occhi sulla strada buia. 'Beh ecco' iniziai a parlare giocando con la sua mano 'ti ricordi che prima della festa mi avevi parlato della casa nuova?' dissi guardando in basso 'ovvio' rispose sorridendo 'ecco se non ti dispiace..' non mi fece neanche finire la frase che già aveva capito dove volessi andare a parare 'amore certo, diventerà casa nostra non appena metterai piede dentro' disse portando il suo sguardo su di me, io continuai a guardare la sua mano per poi sorridere.
Arrivammo a casa nostra, mi prese nuovamente in braccio e mi fece stendere sul letto 'per ora ti do qualche mio vestito per dormire, domani vado a prendere tutta la tua roba va bene?' mi chiese porgendomi i suoi vestiti, e io annuii 'devo uscire?' mi chiese preoccupato, io lo guardai e gli sorrisi 'in realtà volevo fare una doccia prima di dormire' dissi facendo per alzarmi quando improvvisamente sentii un forte dolore alle gambe e un bruciore lì sotto, stavo quasi per cadere ma ovviamente quelle braccia forti mi presero in tempo 'cazzo' imprecò lui, mi promisi di non piangere, non quando c'era lui, non volevo dargli troppe preoccupazioni 'fa niente mi riprenderò, ho solo bisogno di te' gli dissi abbracciandolo 'non ti lascerò mai, te lo prometto' disse baciandomi la testa 'vieni ti porto in bagno'.
Passai un'infinità di tempo sotto la doccia, provando a farmi cullare da quell'acqua calda, ma tutto ciò era inutile, Appena uscii mi guardai allo specchio e feci fatica a fissare l'immagine che avevo davanti. Andrea aprì la porta 'posso entrare?' mi chiese e non appena ricevette una risposta positiva entrò, si mise dietro di me e mi guardò attraverso lo specchio, provai a coprirmi, ma lui mi fermò. 'Sei sempre tu, sei sempre bellissima' mi disse all'orecchio. Gli sorrisi e presi l'accappatoio per asciugarmi, mi voltai verso di lui e lo baciai lentamente, volevo assaporare tutto l'amore che mi serviva. Cercò di approfondire il bacio ma mi staccai guardandolo negli occhi 'certo, scusami' mi disse guardando a terra 'hey, non è che non voglia, è che mi sento ancora strana, tu non centri nulla' lo rassicurai baciandolo sulla guancia, mi prese in braccio e mi portò in camera aiutandomi a vestirmi per poi stendermi sul letto dove mi addormentai tra le sue coccole.

Tu stai via con me stasera// SHIVA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora