5. Bacio mancato

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Un altro sbadiglio, mi impone di tornarmene dritto a letto, e dormire per altre tre ore.

Bevo un po' di latte caldo, mordendo un biscotto pan di stelle, asciugando le lacrime che scivolano nella guancia.

In casa regna il silenzio tutti dormono, tranne io, probabilmente perché non ho smesso di pensare a ciò che è successo ieri sera con Andrea.

Mi starà pensando anche lui?

Oppure sono l'unica scema, che continua a pensarlo.

Un bacio mancato...se non si fosse tirato indietro l'avrei baciato.

Eppure ero certa di non sopportarlo.

Sono proprio matta!

Finisco di bere il mio latte, alzandomi per andare a riporre la tazza nel lavandino.

Tornerò a letto.

Sciacquo le mani, incamminandomi verso la stanza, i miei occhi finiscono nella porta della stanza di Andrea.

Vorrei vederlo.

Magari dovremmo parlare un pochino.

Avanzo verso la porta della sua stanza, decisa e impaurita da ciò che potrebbe dire o pensare di me.

Busso alla sua porta, indietreggiando di un passo, impaziente di incrociare i suoi occhi.

Inaspettatamente la porta si apre, mostrando in tutto il suo splendore il moro.

Arrossisco di colpo, non appena i miei occhi scivolano sul suo addome scoperto.

Mio Dio, sto per morire.

<<Hai bisogno di qualcosa?>> mi domanda con quel tono sexy, facendomi andare in tilt.

<<Mi-mi serve lo z-zucchero.>> ammetto, rendendomi conto solo adesso che la mia scusa è poco credibile.

<<Lo trovi in cucina>> rientra in camera, chiudendomi la porta in faccia.

È cattivo!

Ma che gli salta in mente? Perché adesso si comporta così con me?

Decido di ritentare, bussando nuovamente alla sua porta, preparandomi mentalmente a qualche insulto da parte sua.

Apre nuovamente la porta, trucidandomi con lo sguardo non appena mi vede.

<<Cosa vuoi Sara?>> sbraita , facendomi socchiudere gli occhi per lo spavento.

<<Volevo parlarti di quello che è accaduto  ieri sera. >> stranamente trovo il coraggio di parlare, e andare a toccare l'argomento che più mi interessa.

<<Non c'è niente di cui parlare. Entrambi abbiamo alzato un po' troppo il gomito>> il suo tono compare piuttosto calmo e pacato, come se non fosse di suo interesse.

<<Mi stavi per baciare>> ribatto, in tutta risposta il moro si limita a scuotere la testa, alzando gli occhi al cielo.

<<Sai quante volte mi è capitato di finire al letto con una sconosciuta bevendo?>> rimango in silenzio, convinta che da qui a poco dirà qualcosa che mi ferirà.

<<Tante. Ciao>> chiude la porta lasciandomi interdetta su l'ultima frase.

Perché non si è spinto oltre con me?

Non gli piaccio?

🌺🌺🌺

<<Buona questa torta>> si complimenta Filiberta, mangiando un altra fetta di torta al cioccolato che ho preparato stamattina.

<<Grazie>> porgo un'altra fetta a Joshua, che apprezza più di Filiberta il dolce.

La sua barba bionda e ricoperta di cioccolata, neanche mio figlio si sporca così tanto.

Lui infatti è l'unico che mangia la torta con la forchettina, pulendosi le labbra con il tovagliolo di carta.

L'eleganza in persona.

<<Che state facendo?>> il moro inarca un sopracciglio non appena vede i nostri coinquilini mangiare come se non ci fosse un domani.

<<Sara, ha preparata una torta. Dovresti provarla amico>> farfuglia, pulendosi con il dorso della mano le labbra.

Gli occhi di Andrea, finiscono su di me immediatamente, facendomi subito arrossire non appena le sue labbra formano un sorriso.

Sicuramente ride del mio grembiule, maledette mucche!

<<Vuoi assaggiarla?>> chiedo in imbarazzo, sbarazzandomi del grembiule che indosso in un battibaleno.

<<Si.>> prende posto accanto a Francesco, mi affretto a servire il dolce un po' titubante e al contempo curiosa di conoscere il suo parere.

Apprezzerà?

Inizio a fissarlo, concentrandomi sui suoi movimenti, e per poco non svengo, quando un pezzettino di torta finisce nella sua bocca.

È sexy anche quando mangia.

<<Sembrate padre e figlio...mangiate nello stesso modo>> borbotta la mia amica, facendomi notare solo adesso questo piccolo dettaglio.

Francesco e Andrea, mangiano con eleganza.

<<Odio sporcarmi.>> ammette Francesco, continuando a mangiare la torta.

Il moro accarezza la guancia del piccolo, scompigliando leggermente i suoi ricciolini.

<<Abbiamo molte cose in comune, piccoletto>> dice, puntando le sue iridi blu su di me.

<<Non sono piccolo>> bofonchia, scendendo dalla sedia, con il piattino in mano, dirigendosi in cucina.

<<È un bimbo adulto>> giustifico il comportamento di Francesco, che sembra essersi offeso.

<<È un uomo. Quanti anni ha?>> chiede mostrandosi realmente interessato, rispetto agli altri inquilini che mangiano in silenzio.

<<Sei anni>> mi siedo accanto al moro, desiderosa di intraprendere una conversazione normale.

<<E tu? Quanti anni hai?>> chiede, pulendosi le labbra con un tovagliolo, mi ritrovo a fissare le sue labbra, trovandomi quasi invidiosa.

Quanto desidero sfiorare le sue labbra.

<<Quasi venticinque>> sibilo, incapace di distogliere lo sguardo dalle sue labbra carnose.

<<Non hai perso tempo>> si alza improvvisamente, sovrastandomi con la sua altezza.

Aggrotto le sopracciglia, confusa per la sua ultima affermazione, che ha pronunciato con disprezzo.

Ma cosa ho fatto adesso?

<<Ciao>> saluta, uscendo di casa senza darmi la possibilità di rispondere.

È strano.

<<Non farci caso. Non è un ragazzo facile>> lo difende Filiberta, sparecchiando la tavola aiutata da Joshua che ha praticamente divorato tutta la torta.

Rimango a fissare la porta per svariati minuti, curiosa di capire, cosa intendesse dire con quella frase.

Sono sicura che dietro si nasconde qualcosa di più grande, che difficilmente riesce a tenerlo solo per se.

Magari ha avuto una brutta esperienza che ancora oggi non è riuscito a superare.

Io sono solamente il suo punto di sfogo.

Il mio coinquilino è uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora