<<Sono lusingata, però non sono interessata>> ammetto, cercando di non rovinare il nostro rapporto di lavoro con questa dichiarazione piuttosto fuori luogo.
<<Non mi conosci. Cambierai idea>> si massaggia il mento ricoperto di barba, incatenandomi con il suo sguardo.
<<Parliamo di lavoro>> cambio discorso, rendendomi conto che è solo una perdita di tempo.
In fin dei conti sono qui con lui per lavoro nient'altro.
<<Questo è lavoro. Conoscermi, può esserti utile.>> afferma, annuisco alle sue parole, concentrandomi nuovamente sul menu.
L'uomo difronte a me, fa la stessa cosa, legge le pietanze scritte, senza rivolgermi più la parola.
Dopo qualche minuto di silenzio, il cameriere arriva, prendendo le nostre ordinazioni, lasciandoci nuovamente soli.
<<Sono originario di New York>> interrompe il silenzio, rivelandomi qualcos'altro di lui.
<<Ho sempre desiderato vederla. Ma gli impegni me l'hanno sempre impedito.>> gli confido, bevendo un sorso d'acqua
<<Non l'hai voluto abbastanza. Volere è potere>> allenta il nodo della cravatta, sfilandosi la giacca.
<<Beh non sempre è così. Ho realmente avuto degli impegni>> mi giustifico, infastidita dalla sua affermazione.
Non tutti siamo ricchi!
<<Non ti giustificare con me, non serve.>> mi rimprovera, puntando le sue iridi scure sulla grande vetrata.
<<Io ho sempre desiderato aprire un'azienda finanziaria. E l'ho fatto.>> continua, rimango in silenzio sorpresa dalla sua forza di volontà.
Ha energia da vendere quest'uomo.
<<Beh io ho sempre desiderato fare il grafico>> ribatto, contraccambiando il suo sguardo, così dannatamente intenso.
<<Perché non punti più in alto. Una donna come te potrebbe fare grandi cose>> afferma, apro la bocca per rispondere ma il cameriere me lo impedisce, serve le pietanze che abbiamo ordinato, augurandoci buon appetito.
Inizio a mangiare il mio risotto, elaborando una risposta che potrebbe zittirlo, facendogli capire che sono già felice così.
<<Io ho già tutto ciò che desidero>> interrompo il silenzio, Brian mi osserva compiaciuto, continuando a mangiare la sua tagliata.
<<Ti accontenti.>> afferma poco dopo, facendomi aggrottare le sopracciglia.
Ma perché dice questo di me?
<<Ma non dire così>> mi concentro sul piatto, ignorando lui e le sue parole.
Mi fa arrivare al punto di avere dei dubbi sul mio lavoro.
Su ciò che voglio.
Dio sa essere persuasivo!
<<Non voglio che tu ti offenda. Credo solo che potresti arrivare molto più in alto. Hai le potenzialità per farlo>> ribatte, accarezzandomi il dorso della mano con le sue dita.
<<Perché pensi questo di me?>> mormoro, curiosa di conoscere i suoi pensieri.
<<Il tuo capo, mi ha parlato molto bene di te. Poi parlandoti ho capito che ha detto solo la verità>> ammette, facendomi arrossire come un pomodoro.
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Il mio coinquilino è uno stronzo
ChickLitUn appartamento in condivisione con altre quattro persone. Una donna che perderà la testa per il suo coinquilino, che sarà un vero stronzo con lei. Lui un uomo che nasconde mille segreti proveniente dal passato, che lei riuscirà a scoprire lentament...