13. Ottimo padre

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<<Quindi ti piaccio io?>> domando, puntando l'attenzione sul finestrino, con l'intento di nascondere il mio sorriso da ebete.

<<No, mi piacciono le ragazze come te>> mi corregge, distruggendo la mia gioia in un battibaleno.

<<Non puoi dirmi queste cose, e poi rimangiartele>> sbotto offesa, incrociando le braccia al petto.

<<Prepara dei panini, per dopodomani>> ignora la mia lamentela, facendomi una strana richiesta.

Mi ha preso per un panificio?

Gente mettetevi in fila, Sara prepara anche panini adesso!

<< Adesso mi ignori>> alla mia affermazione il moro sorride, la sua leggerezza mi fa innervosire ancora di più.

Non mi prende sul serio.

<<Ti hanno mai detto, quanto sei odioso?>> chiedo, godendomi la sua espressione rilassata.

<<Si, tantissime volte>> ammette, facendomi annuire alla sua risposta, dando ragione a quei poveretti che hanno avuto la sfortuna di incontrarlo.

<<Forse dovresti, capire il motivo>> abbasso il finestrino, per far entrare un po' di aria fresca.

Il moro riesce sempre a scaldare qualsiasi ambiente.

<<L'ho fatto, è la mia perfezione ad infastidirli>> scoppia a ridere, per le sue stesse parole, mi unisco a lui, godendomi il momento di leggerezza e di tranquillità che il moro mi regala, ogni giorno.

<<Siamo arrivati>> annuncia poco dopo, tornando nuovamente serio.

Annuisco alle sue parole, aprendo la portiera, per prendere tra le braccia Francesco, che continua a dormire.

<<Ci penso io.>> mi avvisa, come se mi avesse già letto nel pensiero.

<<Grazie Andrea>> lo ringrazio, recuperando la borsa e le chiavi per aprire il portone.

Entriamo dentro, mi affretto a chiamare L' ascensore che in pochissimi secondi arriva al piano terra.

Non appena entrambi entriamo dentro l'ascensore, cala il silenzio, solo i nostri respiri tendono a farci compagnia.

Mi limito a sorridere al moro, che sembra pensieroso, tanto da non notare che siamo appena arrivati al nostro piano.

<< Sei stanco?>> domando, notando che tiene gli occhi fissi su Francesco, stringendolo di più a sé.

<<No>> si limita a rispondere, scuotendo la testa, come se volesse cacciare via i pensieri che occupano la sua mente.

Apro la porta, tenendola aperta per lasciar passare il moro, che si affretta ad entrare.

Si dirige direttamente in camera, mettendolo a letto, rimboccandogli le coperte.

Osservo la scena, sulla soglia della porta, godendomi la dolcezza che il moro dimostra a Francesco ogni giorno.

<< Saresti stato un ottimo padre>> si volta di scatto verso la mia direzione, la sua espressione sembra sorpresa.

<<Lo penso anch'io>> mi dice, sorridendo, tuttavia il suo sorriso sembra diverso, come se fosse triste per ciò che ho detto.

<<Hai mai pensato di costruirti una famiglia?>> decido di approfondire questo argomento, curiosa di conoscere la sua vita privata, un po' più affondo.

Il mio coinquilino è uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora