<<Quindi ti piaccio io?>> domando, puntando l'attenzione sul finestrino, con l'intento di nascondere il mio sorriso da ebete.
<<No, mi piacciono le ragazze come te>> mi corregge, distruggendo la mia gioia in un battibaleno.
<<Non puoi dirmi queste cose, e poi rimangiartele>> sbotto offesa, incrociando le braccia al petto.
<<Prepara dei panini, per dopodomani>> ignora la mia lamentela, facendomi una strana richiesta.
Mi ha preso per un panificio?
Gente mettetevi in fila, Sara prepara anche panini adesso!
<< Adesso mi ignori>> alla mia affermazione il moro sorride, la sua leggerezza mi fa innervosire ancora di più.
Non mi prende sul serio.
<<Ti hanno mai detto, quanto sei odioso?>> chiedo, godendomi la sua espressione rilassata.
<<Si, tantissime volte>> ammette, facendomi annuire alla sua risposta, dando ragione a quei poveretti che hanno avuto la sfortuna di incontrarlo.
<<Forse dovresti, capire il motivo>> abbasso il finestrino, per far entrare un po' di aria fresca.
Il moro riesce sempre a scaldare qualsiasi ambiente.
<<L'ho fatto, è la mia perfezione ad infastidirli>> scoppia a ridere, per le sue stesse parole, mi unisco a lui, godendomi il momento di leggerezza e di tranquillità che il moro mi regala, ogni giorno.
<<Siamo arrivati>> annuncia poco dopo, tornando nuovamente serio.
Annuisco alle sue parole, aprendo la portiera, per prendere tra le braccia Francesco, che continua a dormire.
<<Ci penso io.>> mi avvisa, come se mi avesse già letto nel pensiero.
<<Grazie Andrea>> lo ringrazio, recuperando la borsa e le chiavi per aprire il portone.
Entriamo dentro, mi affretto a chiamare L' ascensore che in pochissimi secondi arriva al piano terra.
Non appena entrambi entriamo dentro l'ascensore, cala il silenzio, solo i nostri respiri tendono a farci compagnia.
Mi limito a sorridere al moro, che sembra pensieroso, tanto da non notare che siamo appena arrivati al nostro piano.
<< Sei stanco?>> domando, notando che tiene gli occhi fissi su Francesco, stringendolo di più a sé.
<<No>> si limita a rispondere, scuotendo la testa, come se volesse cacciare via i pensieri che occupano la sua mente.
Apro la porta, tenendola aperta per lasciar passare il moro, che si affretta ad entrare.
Si dirige direttamente in camera, mettendolo a letto, rimboccandogli le coperte.
Osservo la scena, sulla soglia della porta, godendomi la dolcezza che il moro dimostra a Francesco ogni giorno.
<< Saresti stato un ottimo padre>> si volta di scatto verso la mia direzione, la sua espressione sembra sorpresa.
<<Lo penso anch'io>> mi dice, sorridendo, tuttavia il suo sorriso sembra diverso, come se fosse triste per ciò che ho detto.
<<Hai mai pensato di costruirti una famiglia?>> decido di approfondire questo argomento, curiosa di conoscere la sua vita privata, un po' più affondo.
STAI LEGGENDO
Il mio coinquilino è uno stronzo
Chick-LitUn appartamento in condivisione con altre quattro persone. Una donna che perderà la testa per il suo coinquilino, che sarà un vero stronzo con lei. Lui un uomo che nasconde mille segreti proveniente dal passato, che lei riuscirà a scoprire lentament...