31. Non devi parlare.

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<<Posso darti un consiglio?>> domanda calmo, poggiando le posate sul piatto.

<<Si>> affermo, cercando di darmi una calmata, anche se è piuttosto impossibile, dato che quest'uomo ne combina sempre una.

<<Lascialo perdere. Ti assicuro che si stancherà.>> mi consiglia, bevendo un sorso di vino.

<< Se vuoi sfogarti con qualcuno, fallo con me, in camera da letto>> afferma, con un ghigno malizioso, che riesce a farmi avvampare in un attimo.

Bevo un sorso di vino, tentando di nascondere il rossore alle guance che mi hanno scaturito le sue parole.

Stringo le gambe, per placare le scosse elettriche provenienti dalla mia intimità.

<<Sei uno stronzo.>> ammetto addentando l'ultimo pezzetto di pollo.

<<Perché?>> finge di non capire, baciando dolcemente il dorso della mano.

<<Mi stai provocando>> gli faccio notare scostando la mano dalle sue labbra invitanti.

<<Vuoi tornare a casa?>> mormora, passando la lingua sulle labbra, in modo lento e sensuale.

Scuoto la testa, battendo più volte le palpebre, per riprendermi da tanta bellezza.

<<E il dolce?>> chiedo, asciugando la bava che mi sta colando con il tovagliolo di stoffa.

<<Te lo darò direttamente in camera>> sussurra, alzandosi di colpo dalla sedia.

Con gli occhi seguo i suoi movimenti, sussulto non appena le sue mani si poggiano sulle mie spalle.

<<Andiamo?>> propone, baciandomi dolcemente la guancia. Il suo respiro si infrange sulla pelle del mio collo, che si riempie di brividi.

<<Ok>> sibilo, alzandomi dalla sedia, per affiancare il moro, che poggia la mano sulla mia schiena.

<<Devo pagare il conto>> gli faccio notare fermandomi subito, per dirigermi alla cassa.

<<La cena la pagherai in natura>> mi suggerisce, dirigendosi all'uscita del locale, non prima di parlare con un dipendente.

<<Sei monello>> affermo non appena l'aria rinfresca la mia pelle bollente.

<<Sto solo cercando di farti rilassare un po'>> ribatte, aprendomi la portiera della sua auto.

Mi fermo nuovamente quando mi ricordo che sono venuta fino a qui con la mia auto.

<<Ci vediamo a casa>> gli dico, indietreggiando per andare verso la mia auto.

<<Sono venuta con la mia auto>> aggiungo, il moro si limita ad annuire, dirigendosi verso il sedile del guidatore.

<<Ci vediamo a casa>> mi rivolge un sorriso, prima di sfrecciare via.

È meraviglioso.

È riuscito a farmi dimenticare ogni cosa.

Persino la rabbia che si è accumulata.

Non vedo l'ora di tornare a casa.

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Il mio coinquilino è uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora