27. Hai pessimo gusto.

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<<Io credo, che sei troppo sicuro di te. Non tutte crollano ai tuoi piedi. Almeno non è il mio caso>> ammetto, entrando dentro la sua auto piuttosto scocciata da questo improvviso cambio di programma.

Non riesco a credere che Robert abbia accettato senza battere ciglio.

Non ci pensa a me?

Io credo che stia dando troppa importanza a quest'uomo.

<<Vedremo. Qual'è il tuo piatto preferito?>> chiede, entrando dentro l'auto, mettendo subito le mani sul volante.

<<Mi piace tutto>> ribatto, abbassando il finestrino, per respirare un po' d'aria fresca.
Oggi fa' particolarmente caldo, sarà perché l'estate è ormai alle porte.

<< Devi avere un piatto preferito, uno che desideri mangiare oggi giorno.>> insiste, cerco di pensare al piatto che mangio con maggiore frequenza, ed effettivamente c'è qualcosa che il mio palato adora in modo particolare.

<<Ora che ci penso si, pollo alla romana>> mormoro, indossando gli occhiali da sole.

<< Bene, dirò a Carmela di prepararlo e di portarlo in azienda>>

Ma quest'uomo ha proprio tutto.

Adesso capisco perché è così viziato. I suoi genitori non gli hanno mai fatto mancare nulla.

<<La tua cameriera?>> mi volto verso di lui, che alla mia domanda arriccia le labbra in un sorriso.

Ride di me?

<<Si, non amo sporcarmi. Preferisco che cose come la pulizia e il cucinare lo svolga qualcun altro.>> mi rivela, lasciandomi per l'ennesima volta sorpresa per questo suo lato.

Ma che uomo è? Io in genere immagino gli uomini, sporchi di olio, con la maglia piena di macchie nere, causate da una macchina guasta, che cercano di riparare.

Questo somiglia più ad una donna.

<<Non sai cosa ti perdi>> dico tra me e me, ricordandomi quando mi sono divertita al ristorante di Andrea quella volta che abbiamo mangiato insieme.

<<Cosa mi perdo?>> chiede incuriosito dalla mia affermazione.

<<I-io lo considero un momento intimo. Ma il mio è solo un punto di vista>> balbetto, muovendo entrambe le mani come una matta.

Mi imbarazza parlare di certe cose con lui.

Non può capire. Mi prenderebbe solo per una stupida.

<<Allora dovremmo senz'altro provare.>> alzo gli occhi al cielo, infastidita di come quest'uomo colga l'occasione di stare soli in ogni situazione.

<<Anche no>> rifiuto il suo invito, pensando subito a come potrebbe reagire Andrea.

<<Proveremo ugualmente, oggi sei tutto il giorno con me.>> insiste, infastidendomi ulteriormente.

Sfrutta troppo la situazione.

Non capisce che esagera.

<<Ok, ma deciderò io dove.>> concludo, complimentandomi per l'idea geniale che mi è appena venuta.

<<Ci sto>> annuisce concentrandosi nuovamente sulla guida.

Afferro il mio iPhone, clicco subito il nome di Andrea, chiamandolo.

Al secondo squillo, il moro mi risponde, sorpreso per la mia chiamata inaspettata.

<<Ti manco già?>> chiede, uscendo dalla cucina suppongo, dal momento in cui non sento più il rumore delle padelle.

<<Si, ma ho anche bisogno di te. Puoi aiutarmi?>> bisbiglio, lanciando un occhiata a Brian che sembra immerso nei suoi pensieri.

<<Ti ascolto>> caccio un sospiro, speranzosa che il moro possa aiutarmi ad uscire fuori da questa situazione.

<<Puoi prestarmi la tua cucina, e per una buona causa. Ti assicuro che ti spiegherò tutto dopo.>> lo imploro, rivolgendo un sorriso a Brian, che adesso mi sta guardando con la coda dell'occhio.

<<C'è di mezzo quello lì?>> domanda piuttosto infastidito.

<<Si>> confermo, chiudo entrambe le palpebre quando lo sento sospirare pesantemente.

<<Va bene, venite alle quindici. A casa parleremo di questa situazione, perché mi sembra che questo Brian stia esagerando>> mi avvisa, deglutisco rumorosamente mandando giù il nodo alla gola che si è appena creato.

Non voglio discutere con lui.

<<Sto cercando di fare le cose per bene>> mi giustifico, giocherellando con la gonna del mio vestito.

<<Ne parleremo a casa. Ciao>> riattacca, rimetto il cellulare dentro la borsa, puntando nuovamente l'attenzione sul finestrino.

Mi sento in colpa.
Tremendamente in colpa

🌺🌺🌺

Ho fatto una cazzata

Una grandissima cantata

Unica nel suo genere.

Da quando abbiamo messo piede dentro il locale del mio coinquilino, sembra che sia scoppiata una guerra.

Andrea, continua a trucidarlo con lo sguardo, stessa cosa fa Brian.

Io in questo momento sembro di troppo.

<<Perché non prepariamo qualcosa di buono?>> cerco di mettermi tra di loro, interrompendo questa guerra silenziosa.

Sembra la guerra fredda.

<<Hai una gran fame. Mettiamoci subito all'opera. Il pollo non si prepara mica da solo>> Brian fortunatamente distoglie lo sguardo, puntandolo su di me.

Caccio un sospiro di sollievo, quasi sollevata di non assistere ad una zuffa.

<<Tu,puoi prenderci  gli ingredienti e lasciarci soli>> afferma con quel tono altezzoso e arrogante, tanto che il moro serra la mascella, stringendo i pugni.

Ma perché deve sempre rovinare tutto?

È un uomo viziato e infantile!

<<Prenditeli da solo. Qui non c'è nessuno che ha voglia di aiutarti.>> ringhia tra i denti, chiudo entrambi gli occhi pronta ad un imminente scontro.

Forse devo chiamare qualcuno?

<<Sei un gran maleducato. Certo che nella casa in cui vivi ci sono solo bestie>> sbotta, rivolgendosi a me,  alzo  gli occhi al cielo piuttosto infastidita dalle sue parole.

<<Basta, porta rispetto al mio ragazzo. E Andrea cerca di evitare una zuffa, ok?>> domando con la speranza che il moro possa ascoltarmi.

Andrea fissa nuovamente Brian, per poi puntare le sue iridi chiare su di me.

Dai suoi occhi posso capire, che dopo avremo una gran bella discussione.

<<Ok>> dice tra i denti, dirigendosi nel frigo della cucina.

<< Hai pessimo gusto. Sicuramente io e te insieme saremmo stati una bellissima coppia. Ti avrei trattata  come una principessa.>> continua a stuzzicare Andrea, che fulmina entrambi.

<<Adesso basta. Sono più che felice con Andrea. Non ti mettere in mezzo>> sbotto, stanca di dover sentire le sue parole cariche di disprezzo nei confronti del moro.

<<Ci tieni tanto ad averla? Formare una fottuta coppia con lei? Fatelo pure. Sara e più che libera adesso!>> sbraita, lanciando gli ingredienti sul banco, uscendo dalla cucina in fretta e furia.

Mi ha lasciata

Dopo due giorni di relazione.

Abbasso lo sguardo, per nascondere le lacrime che minacciano di uscire. Mordo il labbro inferiore per sfogare la rabbia e la delusione che mi stanno travolgendo.

Doveva solo fidarsi.

Il mio coinquilino è uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora