30. Non si spreca il cibo.

3.2K 124 28
                                    

Sbuffo sonoramente quando il cameriere interrompe la nostra conversazione, servendo le pietanze che abbiamo ordinato

Il momento giusto.

Per farmi morire di curiosità.

Il destino con me è crudele.

<<Ne parliamo dopo.Mangiamo>> mordo l'interno della guancia, offendendo mentalmente il cameriere che ci saluta cordialmente.

Avrei voglia di lanciarti questo piatto.

Ma non lo farò. Non si spreca il cibo!

<<Non puoi iniziare un discorso, e nemmeno concluderlo.>> mi lamento, schioccando un occhiataccia al cameriere, che mi sorride radioso.

È tutta colpa tua!

<<Lo concluderemo, non appena finiamo di mangiare>> cerca di rassicurarmi, prendendo in mano la forchetta per iniziare a mangiare.

Anche se l'odore, è riuscito a farmi aumentare la salivazione. Mi rifiuto di mangiare, di rimandare questo discorso.

<<Dammi un indizio>> lo prego, facendo gli  occhi dolci, con la speranza di poterlo convincere.

<<Ti ho detto dopo>> ripete, facendomi sbuffare come una bambina.

Decido di accantonare la mia curiosità, concentrandomi sulla mia meravigliosa carbonara che mi prega di divorarla.

Lo farò.

Svuoterò il piatto in meno di cinque minuti.

<<È buonissima>> ammetto in preda ad un orgasmo, continuando a mangiare quest'opera paradisiaca.

<<Sono contento che ti piaccia. La carbonara è sempre stato il mio piatto preferito>> mormora, pulendosi le labbra sporche di tuorlo.

Mio Dio, Andrea è il mio sogno proibito.

Me lo immagino già, senza nulla addosso, con in mano una ciotola stracolma di pasta alla carbonara.

Potrei morire.

<<Anche il mio>> aggiungo, bevendo un sorso d'acqua.

<< Tu pensi che esiste l'anima gemella?>> punto lo sguardo su un quadro appeso alla parete, che rappresenta la natura.

Rimango un po' in silenzio, un po' incerta su quello che devo dire.
Se gli dico che io credo all'anima gemella dovrei spiegare il motivo. Quindi dovrei anche fare il suo nome. Dato che credo che sia lui l'altra metà.

Ma se dovessi dirlo, potrei spaventarlo così tanto, che scaperebbe a gambe levate da me. Arriverebbe al punto di chiudere la sua attività e cambiare casa pur di non vedermi.

Magari esagero.

Penso troppo.

<<Si, anche se non ho la più pallida idea di come riconoscerla>> mento, continuando a mangiare, concentrandomi sul piatto che ho davanti.

<<Anch'io ci credo. Penso solo che in pochi hanno la fortuna di incontrarla>> afferma poco dopo, guadagnandomi un occhiata intensa da quest'ultimo.

Ho come l'impressione che sia io la sua anima gemella.

Mio Dio ma non è timido?

<<Però hanno il privilegio di amare. Dio pretendo che il secondo piatto sia più buono del primo.>> lo avviso, mettendo giù il cucchiaio e la forchetta che ho usato, dispiaciuta per aver finito.

Il mio coinquilino è uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora