12. Maledetta torta al cioccolato!

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Devo solo trattenere il respiro...nient'altro.

Alzare la zip, in questo breve lasso di tempo, e tutto finirà.

Tento nuovamente di alzare la zip, consapevole che dopo questa sera, mi aspetta una dieta ferrea.

Ho solo preso tre chili è assurdo quanto essi influiscono sul mio bellissimo tubino nero.

<<Sara, sei pronta?>> il moro bussa alla mia porta facendomi sussultare per lo spavento.

<<Si, si ci sono quasi>> urlo, cercando nuovamente di alzare la zip, che si è incastrata con il tessuto del mio reggiseno.

Tutte a me.

<<L'hai detto pure mezz'ora fa. Rischiamo di arrivare tardi>> mi avvisa, facendomi innervosire più del previsto.

Cerco di darmi una calmata regolando il mio respiro, mollando per un attimo quella maledetta zip.

<<Andrea puoi entrare?>> gli chiedo con la speranza di poter essere aiutata dal mio coinquilino.

<< È successo qualcosa?>> urla, facendomi alzare gli occhi al cielo.

Dio può entrare, senza farmi domande?

Ovviamente no!

Mi dirigo verso la porta della mia stanza, aprendola leggermente, mostrando solo il mio viso irritato al di fuori della stanza.

<<Ho bisogno di un piccolo aiuto. Da sola rischio di impazzire>> lo avviso, invitandolo ad entrare, non prima di notare gli occhietti divertiti di Francesco, che evidentemente si diverte a vedermi in queste condizioni.

<<Non dovevi mangiare quella torta>> mi rimprovera, scatenando la risata del moro, che sembra aver capito il motivo per la quale lo voglio in camera.

<<Amore mio, non è colpa della torta.>> stringo il braccio muscoloso del moro, trascinandolo dentro.

<<Due minuti e sono da te. Continua a giocare>> annuisce alle mie parole, correndo nuovamente dentro la stanza di Andrea.

Mi affretto a chiudere la porta, cacciando un sospiro non appena mi ritrovo sola in camera con Andrea, che continua ad avere quel ghigno divertito.

<<Riesci ad alzare la zip del mio vestito?>> indico la cerniera, ignorando la sua risata che echeggia in tutta la stanza.

Maledetta torta al cioccolato!

<<Avresti dovuto ascoltare tuo figlio.>> mi prende in giro, facendomi sbuffare come una bambina.

<< Dopo la gravidanza, è facile ingrassare>> cerco di trovare una giustificazione alla mia fame, anche se sono consapevole che dovrò ridurre i carboidrati e i grassi, se voglio tornare in forma.

<< Esageri, dovresti darti una regolata quando mangi>> mi consiglia, facendomi sbuffare per la seconda volta.

Non bisogna offendere così una donna!

<<Mi aiuto si o no?>> domando acida, indicando la cerniera del mio vestito.

<<Se durante la cena, il tuo vestito si strappa non prendertela con me>> annuisco alle sue parole, cercando di trattenere la voglia di mollargli uno schiaffo su quel bellissimo viso.

Si avvicina a me, sovrastandomi con la sua altezza, i suoi occhi, analizzano con attenzione il mio corpo, facendomi sentire tremendamente piccola.

Le sue dita sfiorano la pelle rimasta scoperta dall'abito, trattengo un gemito, concentrandomi sui miei capelli perfettamente in ordine.

Il mio coinquilino è uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora