«Il Lord ci ha regalato qualcosa di molto interessante» dico voltandomi verso Alberto.
Sento il freddo metallo della canna di una pistola contro la mia nuca.
Mi immobilizzo all'istante.
Bene. Perfetto. La serata non fa che migliorare.
Faccio scivolare la mini SIM nel polsino della felpa poi alzo le mani all'altezza delle orecchie, in segno di resa.
«Ehi, ehi calma» dico cercando di apparire calmo e collaborativo, mentre sento l'adrenalina gonfiarmi le vene.
Quello stronzo del Lord mi ha venduto. Questa cosa proprio non mi va giù.
«Cosa ci fanno due cazzoni come voi qui? Chi siete?» chiede la voce alle mie spalle.
Faccio per voltarmi, voglio guardarlo in faccia ma sento un "click" familiare.
Ha levato la sicura.
Meglio non muoversi. Potrebbe davvero farmi saltare la testa.
Sento Alberto trattenere il respiro. Il rumore delle cartine si interrompe.
«Lo ripeto per l'ultima volta: cosa ci fate voi due cazzoni qui?»
Tengo le mani bene in vista e accenno un sorriso tirato. «Notte sfortunata» rispondo.
Dalla voce sembra essere un ragazzino, il che un po' mi tranquillizza, anche se, con la canna della pistola puntata contro, conta poco l'età di chi mi farà un buco nella nuca. Eppure, l'idea di dover affrontare un adolescente brufoloso anziché avere un tête-à-tête con un energumeno di duecento chili è stupidamente rassicurante.
«Notte sfortunata? Spiegati.»
Spinge ancora più forte la canna contro la mia testa, dannazione. Poco ci manca che mi perfora il cranio infilandomela nel cervello!
Cerco di pensare in fretta. Che cosa avrà? Una semiautomatica? Sembra un tipo da semiautomatica. I ragazzini scelgono sempre le semiautomatiche.
«Ma chi sei?» chiede Alberto con un tono stupito, le mani ancora piene di cartacce colorate.
Lo guardo con la coda dell'occhio e non capisco perché stia guardando con così tanto stupore alle mie spalle. Neanche avesse visto chissà che Apparizione.
«Chi sei tu!» ribatte la voce alle mie spalle.
Approfitto della distrazione (per una volta Albe forse è utile dopotutto).
Mi volto di scatto, afferrandogli il braccio.
Succede tutto abbastanza in fretta.
Chiudo gli occhi mentre lo sparo squarcia l'aria sopra le nostre testa e afferro la mascherina nera che gli nasconde il viso. Gliela strappo via.
L'attimo dopo rimango impietrito.
Cavolo, questo si che è inaspettato.
«Ehi... ma tu sei una donna» dice Alberto in un sussurro ammirato. «E sei pure nera!»
«Sì, e tu sei un idiota circondato da cartacce di caramelle, non ti si può nascondere niente, vero?» la ragazza si abbassa il cappuccio della felpa, rivelando dei soffici capelli neri stretti in una coda. Mi tiene di nuovo sotto tiro con la sua semiautomatica.
Visto? Lo sapevo che era una semiautomatica.
«Adesso che abbiamo affrontato l'ovvio... cosa ci fanno due cazzoni come voi qui?» ripete con tono quasi annoiato.
I suoi occhi controllano prima Alberto, poi me. Continua ad avere il braccio teso, ben fermo. La canna della pistola mi fissa con il suo unico occhio nero, ma al momento sono troppo stupito per preoccuparmi davvero della mia situazione.
«Una donna...» sussurro.
Mi tornano in mente mia madre e alle altre. Pensa che sorpresa se portassi loro una nuova amica. Non che questa ha l'aria di una che ci starebbe bene, rintanata.
«Volete andare avanti ancora per molto? Sì, sono una donna. Incredibile, eh? Certo che voi due siete proprio una coppia di fenomeni» dice seccata «Volete dirmi che ci fate qui alla fabbrica?»
«Ti manda il Lord?» chiedo.
Lei rotea gli occhi al cielo e sbuffa.
«Non so chi sia questo lord, ma so che se continui a rispondere alle mie domande con altre domande scopriremo se la tua testa è davvero vuota come sembra.»
Sento Alberto gemere e poi sussurrare. «Hai una caramella per caso?»
Questa volta roteo io gli occhi al cielo. Maledetto zucchero dipendente. Prima o poi si farà ammazzare, lo so.
Lei corruga le sopracciglia scure. Poi punta il suo sguardo confuso su di me. «Ma il tuo amico sta bene? Ha qualche rotella fuori posto?» indica Alberto con la pistola.
«Credo di sì» poi faccio un passo in avanti, rimettendo di nuovo le mani in alto, ben in vista.
«Senti, non potresti mettere via la pistola? Siamo disarmati e non abbiamo cattive intenzioni» dico.
Lei fissa i suoi occhi nei miei.
Mi rendo conto solo adesso che sono chiari. Mi sta studiando.
Sta per parlare, quando ci raggiunge un rumore di passi. Alle sue spalle vedo aggirarsi delle ombre.
Alberto si accuccia ancora di più, gemendo.
La situazione sta degenerando in fretta.
Dove diavolo siamo finiti? Maledetto Lord.
«Ava sei tu? Cosa hai trovato?»
La ragazza davanti a noi ci sorride sollevata. A quanto pare sono arrivati i suoi rinforzi.
«Abbiamo due ospiti. Sono sicura che muoiono dalla voglia di venire al "Cerchio" e conoscere tutti.»
Com'è che si dice? Dalla padella alla brace.
***
E ORA?
Chi è Ava?
Che cos'è il "Cerchio"?
Come raggiungere il porto di Oudeschild a Texel?
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Action"Come si arriva a stare sul filo? Com'è che ci si ritrova sopra senza nemmeno sapere di esserci mai saliti?" Rispondi. Hai 24 ore di tempo. Sì, proprio tu che stai leggendo: rispondi! COME FUNZIONA Partendo dal primo capitolo scritto da Guido Sgard...