Chapter 31 - Davide Lamandini

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La fine del mondo arriva sempre in silenzio, quando meno te lo aspetti. Si insinua sotto pelle, nelle ferite aperte, e da lì, in un attimo, divora tutto. Certe volte neanche te ne accorgi.

Lo aveva detto Mei Ling, la prima volta che si erano incontrate nel negozio di ventagli, a pochi passi dall'ufficio dell'Olandese. Un quarto di vita fa. Quando Nadia non si chiamava più Nadia e nel suo cuore era rimasta ancora qualche certezza.

Ma ora è tutto diverso. I dettagli reali si confondono con quelli creati dalla sua mente e lei non è più sicura di nulla.

L'unica cosa certa che sa è che vorrebbe allontanarsi il più possibile da tutto. Da sua madre, da quel luogo, dal porto di Oudeschild, da questa cazzo di fine del mondo. Perfino da se stessa.

Vorrebbe rimane ferma in silenzio. Intorno a lei il buio del laboratorio, qualche spia accesa sui monitor di Ivan e il ronzio sommesso dei computer. In fondo alla stanza una porta divelta.

Chiude gli occhi un momento. No, stavolta non può andarsene.

Ripensa a Dan e alla sua passione per i film apocalittici, a tutte le volte che l'ha trascinata controvoglia al cinema, alla confezione large di pop corn che prendeva sempre e al suo sorriso soddisfatto quando nella sala calava il buio.

Poi tutto era finito. "Quando meno te lo aspetti", come aveva detto Mei Ling.

Mei Ling.

Nadia si volta di scatto e cerca di fare mente locale.

La madre e Ivan stanno lavorando a sintetizzare la Cura, Johnson è fisso davanti al computer, Albe e Pat li ha visti non più tardi di venti minuti fa, ma Mei Ling... Mei Ling no. E neanche Martha, adesso che ci pensa. Uno strano senso di panico le risale la gola.

Quand'è stato che ha raccontato a Mei Ling che Martha si comporta in modo strano? Poi Mei Ling le ha detto di stare calma, di andare a dormire. "Ne riparliamo domani, ok?!".

Perché lei avrebbe risolto tutto, come al solito.

«Merda».

Nadia raggiunge di corsa Johnson, seduto alla sua postazione due stanze più avanti.

Lui si volta e sgrana gli occhi.

«Siamo sotto attacco?» le chiede.

E senza aspettare una risposta scatta in piedi.

«Cosa...?»

Nadia si ferma a pochi passi, di colpo.

«No, nessun attacco. Volevo chiederti se hai visto Mei, non la vedo in giro da troppo tempo. Ho paura che le sia successo qualcosa.»

«Adesso che mi ci fai pensare hai ragione, manco io la vedo da un po' e...»

«...e anche Martha è sparita.»

Si fissano. Non servono altre parole.

«Vado a cercarla» dice Nadia.

«Avverto Ivan e arriviamo.»

Svelta Nadia raggiunge il corridoio.

"Forse sono uscite", pensa mentre controlla ogni stanza che incontra.

Ma niente. Non c'è traccia di nessuna delle due.

Si avvicina a una delle uscite, quella che dà sulla banchina del porto di Oudeschild, la botola attraverso la quale Pat aveva riportato nel laboratorio lei e Mei qualche ora prima.

Senza esitazione sale la rampa di scale.

«Cosa stai facendo?»

La voce la blocca mentre è già su uno degli ultimi gradini.

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