Chapter 9 - Marco Pelliccioli

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«Se non te lo ricordi, non mi lasci altra scelta...» risponde il Plato caricando il colpo in canna.

«Albe, cazzo! Te lo devi ricordare, forza!» sbraito provando a liberarmi i polsi, perché questa volta sì, me la sto facendo sotto, eccome.

Il Plato prende un mozzicone dal taschino dalla camicia e se lo accende sprigionando una puzza nauseante. Chissà da quanto tempo se lo porta dietro, quel mozzicone, con l'epidemia, le sigarette sono rarissime.

Sfrega un fiammifero sotto la suola delle scarpe, lo accende e il fumo intreccia l'unico raggio di luce che filtra dalla porta, un laser che si pianta dritto sulla fronte di Alberto, in mezzo agli occhi, peggio d'un cecchino che prende la mira pronto a sparare.

«Albe concentrati» insisto io.

E lui ci prova: strizza gli occhi, deglutisce, spreme le tempie mentre suda come se fossimo finiti in una sauna.

Invece no.

È esattamente il contrario: siamo imprigionati in una cella frigorifera dopo che il Plato è piombato dal nulla durante l'assemblea del "Cerchio". Proprio mentre Ava stava convincendo i "capi" a lasciare l'edificio. Diceva che da qualche settimana le persone che ci vivono spariscono risucchiate dalle pareti o sottoterra. Io non so se sono tutte cazzate o cosa, so solo che uno dei "capi" a un certo punto si è alzato dicendo che, con tutte le provviste che si era procurato nell'ultimo periodo, non si sarebbe mosso da lì neanche con un bazooka puntato in fronte. Ma al Plato è bastato molto meno di un bazooka: con un AK-47 e una ciurma di scagnozzi si è subito fatto silenzio nel "Cerchio". E per prendersi gioco di loro, li ha fatti mettere in cerchio una volta legati: i capi, Ava e gli aiutanti.

«Lacartadellecaramelle...» farfuglia Alberto in un'unica parola.

Non riesco a crederci. Lo ha detto davvero.

Il Plato ci sta per ammazzare e la risposta di Alberto è "LA-CARTA-DELLE-CARAMELLE".

«Alberto! Guardami!» lo imploro. «È solo un codice, un fottutissimo codice, e tu lo sai, ti dico che lo sai, devi solo concentrarti, non finiremo male per uno stramaledetto codice! Concentrati!» gli urlo.

«Sai qual è stato il tuo errore più grande?» mi chiede il Plato come se volesse ammazzare la noia dell'attesa di farci fuori.

Io stringo i denti. Tutto questo è assurdo. «Che sei un maledetto figlio di...»

«Ssst!» risponde stritolando il mozzicone sotto la suola delle scarpe. «Ai ragazzi del domani non ci si rivolge in questo modo, dovresti saperlo...»

«Non ti conviene ammazzarci, lo sai anche tu...»

«Forse» mormora coprendo con il cranio il raggio laser che filtra dalla porta. In controluce, con l'occhio cieco e la pelle flaccida è un vero mostro. «O forse, no. Mi ha sempre dato una grande soddisfazione ammazzare chi è pronto a tutto pur di saltare giù dal filo.»

«I patti... »

«Quali?» mi interrompe puntando la semiautomatica di Ava dritta sotto al mio mento. «Che tradivi Eddi e Kleidi, la mettevi in culo all'Olandese e mi friggevi nell'olio prima di darmi in pasto alle blatte del porto?»

«Non ti avrei mai tradito...»

«Come hai fatto con l'Olandese? O con tuo fratello?» mi sibila nell'orecchio accartocciato nelle croste di sangue.

Blackout.

Posso accettare qualsiasi cosa: il Lord che ci tradisce, Eddi che prova ad ammazzarci, persino quel mentecatto di Alberto che anziché sputare fuori il codice per riavviare il programma ripete lacartadellecaramelle.

Ma mio fratello no!

E non me ne frega un cazzo se siamo imprigionati in una cella frigorifera con le caviglie e i polsi legati, in ginocchio. Nemmeno che il Plato è pronto a trasformarci in concime organico.

Mio fratello deve restarne fuori! Chiaro???

Con una testata lo colpisco in mezzo agli occhi, esattamente sul naso. Lui cade all'indietro, urla, sento il tonfo della pistola che finisce chissà dove.

E forse ho le allucinazioni ma Alberto comincia a urlare: «È un colore! Sì, è un dannato colore! È il pantone della carta delle caramelle il codice per riavviare il programma!»

Lo ripete, lo strilla, nemmeno nota che ho appena messo ko il Plato.

Io non ci capisco niente, vedo solo la semiautomatica e mi butto a terra strisciando per prenderla.

Alberto, invece, spara una raffica di codici confusi: «Il blu notte è 343a90, il rosso fragola ce3018, il limone fde910, e il codice per riavviare il programma... il codice è una sequenza, è... è l'RGB!»

Sento la porta aprirsi ma vado avanti, sto per prendere la semiautomatica coi denti quando uno stivale nero ci si mette sopra e la schiaccia.

Alzo gli occhi.

Lo vedo e lo so. Siamo fottuti.

Veramente fottuti.

«Te lo dico io qual è stato il tuo errore più grande» sibila l'Olandese. «Credere che io e il Plato fossimo nemici.»

***

E ORA?

Chi è il fratello di Dan? Cosa gli è successo?

Perché Alberto conosce il codice per riavviare il programma?

Cos'è questo programma?

Perché il Plato e l'Olandese hanno architettato questo piano?

Ava e quelli del "Cerchio" sono davvero fuori gioco? Come possono ancora cambiare il destino di tutti?

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