*Incubi*

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Lo guardai, stava ancora tremando. Per quanto non riuscissi a non pensare che quelle labbra non meno di mezz'ora prima erano state su quelle di El ero comunque inebriato da quelle sensazioni, amavo Mike, prima era solo un pensiero, nascosto nei meandri della mia mente, dove nessuno poteva arrivare, dove non volevo che nessuno arrivasse, ora invece era reale e sapevo che lui ricambiava. 

"Mike, io..." provai a balbettare, "Will, Will" mi bloccò mettendomi un dito sulla bocca per zittirmi.

"Non dire nulla" continuò "Non serve parlare in questi momenti" 

Sorrideva, non lo vedevo sorridere così da tempo, tanto tempo. Era un sorriso sincero, carico di gratitudine, un vero sorriso. 

Un tuono squarciò improvvisamente il cielo, segno che stava per piovere. 

"Andiamo a casa mia se non vogliamo prendere l'acquazzone" ci incamminammo senza dire nulla. Quello che era successo nel bosco sarebbe rimasto nel bosco. Nessuno lo avrebbe mai saputo, neanche gli altri nelle settimane a venire. 

Era quello che si sarebbe potuto tranquillamente chiamare un segreto, un segreto che avrebbe potuto distruggermi la vita se reso pubblico.



Era notte. Notte fonda. Mi alzai di colpo. Ero nuovamente nel letto d'ospedale ma questa volta non vi erano quattro mura a proteggermi, ero solo in mezzo al deserto. Sentii un urlo. Un altro. Questa volta non erano di mia madre, era un ragazzo. Per quanto ovattata e lontana avrei riconosciuto quella voce d'ovunque. 

"Mike!" mi ritrovai ad urlare il suo nome nel bel mezzo del nulla. 

Corsi nuovamente attraverso il paesaggio e questa volta trovai una fine, ma non una vera fine, trovai una porta, una porta nera. Sembrava un buco nero, ma non come gli occhi di Mike, era minaccioso, si faceva fatica a guardarcisi dentro, faceva paura, come se ci potesse cadere dentro e non tornare mai più in superficie. La porta si allontanava più correvo, nel mentre la voce di Mike si faceva sempre insistente nelle mie orecchie, irraggiungibile, inghiottita da quella realtà oscura. Continuavo a muovermi ma sembrava che qualcosa mi bloccasse , e poi...

"Will!" la voce di mio fratello mi svegliò da quell'incubo e mi scosse le spalle. 

"Will! Will svegliati ti prego, respira ti prego!" ero un bagno di sudore, di nuovo, questa volta però non c'era Mike. C'era mio fratello e questo non sembrava bastare a farmi calmare. 

"Mamma! Mamma vieni qui, Will sta male!" Jonathan urlava, mi dava fastidio, le orecchie fischiavano. Mi sembrava di essere in un limbo, non troppo cosciente da potermi svegliare ma abbastanza da capire quello che mi accadeva intorno. 

"Will, amore svegliati!" mamma urlava, continuava "Amore respira, ti prego!" 

Non poteva continuare così, mi stavano esplodendo le orecchie.

"Basta!" urlai quella parola come se fosse l'unica cosa importante in quel momento. Mi interessava che stessero zitti, che le mie orecchie la smettessero di tormentarmi. 

Come una parola magica, mia madre e mio fratello si ammutolirono. In un primo momento trovai quel silenzio confortante, avevano acconsentito alla mia richiesta, finalmente le mie orecchie avevano avuto tregua. 

Poi il silenzio divenne straziante, strano, innaturale, non si sentivano neanche più i grilli cantare nel cuore della notte o i gufi accompagnarne la monotonia.

Alzai il viso e mi ritrovai nuovamente nel mio incubo. Non quello che avevo fatto qualche minuto prima. In un incubo reale, quell'incubo che mi tormentava da anni ormai. 

Mi guardai intorno e osservai lentamente le pareti e i mobili coperti da quei rampicanti dall'aria putrefatta e inquietante. 

Ero di nuovo lì. Nel luogo dove nessuno a parte me era rimasto più di tre giorni sopravvivendo.

Ero di nuovo nel Sottosopra.

*Spazio Autrice* 

TAN TAN TAAAAAN 

Ehiiii, sono riuscita ad aggiornare, e nulla, spero vi sia piaciuto, adesso avrete l'ansia per un po'.

Niente, ora vado a vedere cosa succede a Pechino Express perché Enzo Miccio non lo sopporto ma mi fa morire dal ridere. 

Bye

G

-Byler- We Are Crazy TogetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora