*Realtà Nascoste*

1.7K 97 48
                                    

Continuai a osservare quel luogo spaventato da una possibile minaccia. Ero già rimasto intrappolato lì, e questa volta non ci sarebbe stato modo di portarmi via da quell'incubo.

La porta nel laboratorio era stata ormai chiusa da El e riaprirla non sarebbe stato né saggio né possibile. 

Mentre, seduto nel mio letto, al freddo, questi pensieri mi tormentavano, sentii una voce. 

Una voce fredda, profonda, di quelle che ti fanno drizzare i capelli.

"Sei spaventato..." sobbalzai all'eco che si espandeva per la stanza mentre le orecchie ricominciavano a dolermi. 

"Lo percepisco..." la voce continuava imperterrita il suo assalto, così flebile e allo stesso tempo così snervante. 

"Vai via! Chi sei?" urlai, preso da uno scatto d'angoscia, poco dopo mi resi conto di aver fatto una stupidaggine a urlare così, avrei richiamato una di quelle bestie pronta a mangiarmi. Mi misi due mano sulla bocca. 

"Oh, stai tranquillo, non possono sentirti, non ora" la voce continuava a tormentarmi senza mostrarsi, come un ombra, che si cela dietro ad un immagine e protegge l'identità del suo padrone. 

"Chi sei?!" decisi di dar ragione al suggerimento implicito della voce. Quest'ultima non rispose subito, passarono interminabili secondi prima che si mostrasse di nuovo.

"Oh... Io sono te... non hai neanche idea di cosa tu sia capace, di cosa di cosa la tua mente sia capace" la voce ammaliante, concluse la frase, una risatina agghiacciante , sconclusionata, a contornare quella situazione surreale facendo aumentare il mio nervosismo. 

"Mostrati!" azzardai. Per quanto sarebbe stata orrenda l'immagine che avrei visto avevo bisogno di sapere. "Mostrati ho detto!" ridissi la frase con più fermezza per quanto sapessi di non averne in quel momento, o forse mai. 

"Alzati" la voce agghiacciante parlò di nuovo. Ciò che aveva detto non era una richiesta, un opzione, era un ordine. "Vai in bagno" come un automa eseguii gli ordini di ciò che non conoscevo, ciò che avrebbe potuto portarmi alla vita come alla morte, e io stavo eseguendo i suoi ordini senza battere ciglio. Quando arrivai in bagno mi preparai al peggio, camminavo lento, i piedi nudi a contatto con quel terreno sudicio, il respiro pesante.

"Guardati allo specchio ora e scopri chi sono, chi sei, chi siamo..." l'ultimo parola risuonò come un sussurro nella mia testa dopo che ebbi posato gli occhi sulla superficie che mi rifletteva.

Rimasi scioccato da ciò che vidi.

Il riflesso mi rappresentava magro, smunto, col viso sporco di fuliggine.Indossavo una casacca viola con delle stelle argentee che riflettevano la poca luce di quel luogo. Sul capo, i capelli scompigliati e appiccicaticci, indossavo un cappello a punta della stessa colorazione e fantasia della casacca. Gli abiti erano logori, strappati.

Mentre attonito fissavo quella figura nello specchio sopra il lavandino notai che la superficie si stava appannando. Piano piano delle lettere si disegnavano sullo specchio fino a formare una frase, anzi un nome.

WILL IL SAGGIO

Lessi lentamente cercando di non perdere il controllo. 

"Questo è quello che siamo, questo è quello che sei"

Udii nuovamente quella voce agghiacciante perforarmi le orecchie mentre una miriade di idee si formavano nella mia mente.

*Spazio Autrice*

We 

So che sembra che la storia si stia complicando ma fidatevi, siamo solo all'inizio

Con ciò, vi informo che l'annuncio di oggi pomeriggio varrà ancora per un po', non so quando aggiornerò di nuovo ma non vi lascerò senza notizie e se per qualche assurdo motivo dovessi abbandonare o mettere in pausa la storia vi avviserei.

ANYWAY 

spero vi piaccia, lasciate una stellina e alla prossima 

bye, G

-Byler- We Are Crazy TogetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora