L'amore è solo una gabbia

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"possiamo parlare civilmente per favore?
Se non dobbiamo più lavorare insieme almeno lasciami spiegare"

Emma continuava a leggere quel messaggio mentre le saliva il nervoso quasi, non voleva neanche più parlarci per come si era comportato all'ora di pranzo.

«per me puoi andare se vuoi» le disse Niccolò cacciando fuori il fumo della sigaretta.

«e tu che fai intanto?»

«che devo fa, ti aspetto, non ce devi sta un ora»

Lei si avvicinò a lui e gli prese la mano libera, poi si avvicinò per lasciargli un bacio.
Sentiva il sapore di tabacco sulle sue labbra, non aveva mai fumato e le faceva venire la nausea, ma per quel bacio quasi le era indifferente.
Niccolò le poggiò una mano sulla schiena per avvicinarla e approfondire quel bacio, non gli andava che stesse ancora con Edoardo, capiva che non era così affidabile quel ragazzo.
Si staccò e poggiò i gomiti alla ringhiera del balconcino, mentre lei si diresse verso la camera di Edoardo.

«finalmente» commentò lui vedendo Emma entrare nella sua camera.

«Edo dimmi che vuoi e basta, senza giri di parole»

Lui la tirò a sedersi sul letto e si mise di fronte a lei, fissandola dritta negli occhi.

«mi sembra strano che tu non l'abbia già capito» disse ridacchiando.

«capito che cosa?»

«non mi va giù che stai con lui perché ti voglio io, Emma.
Che ha di speciale quello? Non ha un quarto di quello che ho io, vorrei proprio capire che ci trovi.
In più per lui perdi anche un posto importante di lavoro, io non ti negherei niente di tutto questo»

«Edo sai cosa? Fottiti, ma seriamente.
Non sai un cazzo di Niccolò e parli anche, di preciso, qual è il tuo problema?
Non mi hai mai dimostrato niente, ora che sono felice magicamente ti interessi a me.
Se pensi che non abbia un quarto delle tue qualità è perché infatti ne ha il triplo.
Lui mi ha lasciato campo libero sulla scelta di questo film, sono stata io a decidere di tornare a Roma.
Non esiste solo il lavoro nella vita, mettitelo in testa cazzo» urlò lei alzandosi.

Edoardo fece lo stesso e le bloccò le braccia per non farla andare via.

«resta qua, Emma, vedrai che sarò molto meglio di sto tizio che ti piace.
Lo sai anche tu, l'amore è solo una gabbia.
Non ci hai mai creduto, perché farlo ora?»

Dopo quelle parole, si impossessò avidamente delle sue labbra senza alcun permesso.
Emma quasi non si sentiva più le gambe, quel bacio era l'ultima cosa che desiderava al mondo.
Provò a staccarsi, ma le braccia di Edoardo la tenevano ferma e stretta al suo corpo.
Quando si ritrovò con la schiena contro il materasso del letto iniziò ad urlare, si sentiva soffocare quasi.
Gli diede una gomitata e fece più forza possibile per spostarlo dal suo corpo, poi uscì di fretta da quella camera.
Aveva le lacrime sul viso e aspettava solo il momento giusto per crollare, proprio come avrebbe voluto fare pochi secondo prima.
Entrò nella sua stanza e si accasciò sul pavimento, si sentiva sporca, aveva paura, un mix di emozioni che non riusciva neanche a spiegare.
Niccolò stava ancora fumando sul balconcino, ma quando sentì dei singhiozzi a pochi metri da lui, entrò di fretta passando dalla finestra.
Gli morirono le parole in gola quando la vide piangere con le mani sul viso e i brividi che le percorrevano il corpo.
Emma sentì i suoi passi è appena vide la sua figura a pochi metri da lei, si alzò di fretta e corse tra le sue braccia.

«mi dispiace nic, è colpa mia, io..io non volevo..» disse bagnando di lacrime la felpa scura di Niccolò.

«cosa è colpa tua?» chiese Niccolò deglutendo.

«mi..mi ha baciata, ma io non volevo, te lo giuro, mi sento così.. non lo so, mi faccio solo schifo»

Lui quasi non riusciva a credere alle parole che aveva appena sentito, l'aveva capito da subito che Edoardo non aveva buone intenzioni.
Prese posto ai bordi del letto e fece sedere Emma sulle sue gambe, provando a farla calmare con tutte le attenzioni che poteva darle.
Per un momento aveva davvero avuto paura di non riuscire ad uscire da quella camera, di non poter rifugiarsi più tra le braccia del ragazzo che tanto amava.

«va tutto bene, non è colpa tua» la tranquillizzò lui accarezzandole i capelli.

Le prese il viso tra le mani e le accarezzò le guance umide, quegli occhi verdi erano stracolmi di lacrime che non smettevano di scendere.
Sapeva che la causa di quel bacio non era certo per colpa di Emma, eppure avrebbe voluto lo stesso prendere a pugni qualsiasi cosa gli capitasse sotto mano.
Ad ogni modo, prendere a pugni Edoardo era meno importante che stare vicino alla sua Emma in quel momento.

«no, non va bene proprio niente» disse lei scuotendo ripetutivamente la testa.

Niccolò si avvicinò e poggiò le labbra sulle sue, gli sembrava l'unica soluzione in quel momento.
Sostituire quel brutto sapore col suo, forse lei non poteva desiderare di meglio.

«davvero non sei incazzato con me?»

«no, non con te, questo mai»

[...]

«chi è?» chiese Giovanni sentendo bussare dall'altra parte della porta.

«Giò, sono nic»

Appena l'immagine di Niccolò gli si parò davanti, il ragazzo non perse tempo per farò entrare ed iniziare a fargli domande.

«ma che hai fatto, Emma!?»

«sta dormendo..» rispose lui sfiorandosi il labbro spaccato e spostando un po' di sangue.

«vai a darti una sciacquata in bagno, poi raccontami almeno cosa è successo»

«no, sto bene, te lo dico ora.
Ci credi che tua sorella è tornata piangendo in camera perché quel cojone l'ha baciata contro la sua volontà e sarebbe andato perfettamente oltre!?
Per fortuna sua non gli ho rotto interamente quella faccia de cazzo che si ritrova» spiegò Niccolò sedendosi sul letto e prendendosi la testa tra le mani.

«ma Emma lo sa che sei andato da lui?»

«no, ho aspettato che si addormentasse, nonostante quel tipo si meriti il peggio, lei non farebbe mai male ad una mosca»

Giovanni sospirò e si sedette al fianco del suo amico, nonostante tutto quel casino che si era andato a creare, era contento nel vedere una persona così buona a fianco di sua sorella.
Nessuno aveva mai fatto nulla del genere per lei, ma Niccolò non faceva parte di quel gruppo.
Lui avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vedere un solo sorriso sul viso di chi amava, forse perché uno dei suoi tanti pregi era proprio la fragilità.

Love me on setDove le storie prendono vita. Scoprilo ora