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Niccolò era forse l'unica persona che della mia vita conosceva ogni minimo particolare, ma quando dicevo tutto, intendevo davvero qualsiasi cosa.
Era lui stesso a chiedermi di parlargli di me quando magari eravamo distesi sul letto senza nulla da fare, mi stava ad ascoltare per ore e quel sorriso che aveva sulle labbra non se ne andava mai.
L'unico argomento però su cui io sviavo sempre il discorso, erano appunto i miei genitori.
Sapeva solo che abitavano in Francia, che mio padre lì aveva un lavoro importante e che non potevano stare in Italia, nulla di più.
In quel momento che però me li ritrovai di fronte, trattenni il respiro fino a fare un piccolo colpo di tosse.«bebé, Dio da quanto tempo non ti vedevo, sei sempre bella come il sole» disse mia madre senza tralasciare per nulla il suo accento francese marcato.
«si, ciao mamma..» risposi io appena mi tirò tra le sue braccia e mi lasciò un forte bacio sulla guancia, macchiandola poi di rossetto rosso acceso.
«ciao piccola, spero che la nostra visita non ti sia d'intralcio» mi salutò anche mio padre poggiando le mani sulle mie spalle ed analizzandomi bene.
Niccolò mi guardava nettamente in imbarazzo e io gli lanciai un occhiata disperata mentre chiudevo la porta di casa, non sapevo come comportarmi.
Avevo informato mia madre del mio fidanzamento qualche mese prima per telefono, i miei genitori erano molto rigidi sull'argomento e aspettavano solo il momento del mio matrimonio in pratica.
Se non fossi un personaggio conosciuto probabilmente neanche gliel'avrei detto, non volevo che tartassassero Niccolò con le solite raccomandazioni e che dovessimo vivere con il loro sguardo addosso, ma sicuramente se non gliel'avessi detto io l'avrebbero scoperto dai social.
Il problema era un altro adesso, come avrei detto che non stavano più insieme?«che bella casa, è diversa dallo scorso appartamento, più piccola per due persone» disse mia madre porgendomi una salvietta per levare il rossetto dalla mia guancia.
«credevo in realtà di ritrovarmi una bella casa per voi due, vuoi che chieda a qualche conoscenza che ho a Roma?» chiese mio padre prendendo posto sul divano.
«che? No, papà io e Niccolò non abitiamo insieme»
«ma come! Che senso avrebbe essere una coppia e abitare in due appartamenti diversi?»
I miei genitori fin da piccola mi dicevano che il mio primo ragazzo sarebbe stato anche l'unico, dovevo donare tutta me stessa ad una sola persona al mondo.
Niccolò era l'unica persona che volevo con me, ma avevo sempre odiato la regola del dover seguire i loro schemi.«perché voi state insieme, giusto?» chiese mamma guardando Niccolò, in quale era rimasto ancora con le labbra schiuse e stava sfregando nervosamente la mano sulla gamba destra.
«ecco..noi»
«certo, come ti avevo detto mesi fa, no?» lo bloccai incrociando le nostre mani.
Mi guardò con uno sguardo confuso e gli intimai di lasciar fare a me, non potevo permettere che mio padre soprattutto pensasse che Niccolò era un ragazzo poco serio.
«perfetto, allora questi credo che siano per voi» disse mio padre cacciando dalla tasca della giacca elegante due biglietti aerei.
«che!?»
«tesoro, tuo padre ha finalmente concluso i lavori per il nuovo hotel in centro, non potete di certo mancare per l'inaugurazione!»
Era quello il lavoro di mio padre, probabilmente una buona parte degli hotel più rinominati a Parigi erano di proprietà sua.
Il fatto è che io e Niccolò non eravamo esattamente nel periodo adatto per andarcene tranquillamente a Parigi come se nulla fosse, ma come l'avrei detto?«papà, Niccolò credo che sia impegnato con l'album in questi giorni, una settimana lì..»
«oh andiamo Emma, non potete di certo mancare, credo che Niccolò possa trovare qualche giorno libero, giusto?» mi interruppe mia madre guardando Niccolò.
«si..credo di sì» rispose lui grattandosi la nuca, avrei tanto voluto stoppare tutto per farlo uscire da quello stato d'ansia che lo stava divorando.
«perfetto allora!
Noi adesso avevamo in programma di andare a fare un giro per il centro quindi vi lasciamo soli, il volo è dopodomani.
Ci vediamo direttamente in aeroporto bebé»Mia madre mi lasciò nuovamente un bacio in guancia, questa volta senza farmi diventare un pomodoro per il rossetto, e insieme a mio padre si avviò verso l'uscita.
Appena io e Niccolò rimanemmo soli in casa, mi buttai a peso morto sul divano e coprii il mio viso con le mani.«mi spieghi che cazzo è successo in cinque minuti?» mi disse reggendosi la fronte con la mano.
«non chiedermelo, non ci ho capito niente nemmeno io..»
«perché hai detto che stiamo insieme?»
«perché sono estremamente rigidi su questo argomento, ti avrebbero preso per un ragazzo poco serio e non voglio, dato che sono stata io ad allontanarmi»
Niccolò cacciò un sospiro e mi guardò con un espressione indecifrabile, non volevo giocare con i suoi sentimenti, ma in quel momento fu l'unica cosa che mi saltò in mente.
Mi alzai e raggiunsi in fretta camera mia, ma come mi ero conciata?
Certo, avevo fatto bene a prepararmi dato che i miei genitori avevano fatto letteralmente irruzione a casa mia, ma mi ero davvero messa in tiro per Niccolò?
Con la persona che mi riempiva di complimenti anche struccata, spettinata e col pigiama?
Tolsi quegli indumenti rimanendo solo con l'intimo e misi una semplice felpa larga, da giorni l'unico indumento comodo che mettevo.
Mi accorsi solo dopo che Niccolò era poggiato alla porta, mi guardava con uno sguardo spento e il suo solito viso così bello.
Avvicinandomi di poco potevo notare le occhiaie profonde che gli contornavano gli occhi, il volto nettamente stanco e l'aria di qualcuno che sembrava non dormire da giorni ormai.«mi manchi da morire..» sussurrò ad un palmo dal mio viso appena si avvicinò a me.
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Love me on set
FanficNiccolò, negli anni migliori del suo successo e la sua carriera ormai scolpita, forse inizierà ad appassionarsi a qualcosa che non sarà interamente basato sulla musica, un musical. Dopo poco tempo dalla sua ultima rottura, inizierà a pensare che non...