Dove il cielo ti prende per mano

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E

«in che senso vi siete baciati e poi avete continuato a sentirvi come amici per tutta la settimana?» mi chiese auaora alzando il tono della voce.

Questa settimana era ahimè volata, era il mio ultimo giorno in Italia.
Le mie valige erano già sul mio letto piene e strapiene, dovevo solo ultimarle.
Aurora mi chiamò per sapere a che ora ci sarebbe stata questa sera la festa ed io ho approfittai per racconterle gli avvenimenti degli ultimi giorni mentre finivo di riempire l'ultima valigia.

«aurora, domani parto e starò via per cinque mesi nel caso l'avessi dimenticato.
Io già ero più che indecisa su un eventuale riavvicinamento e relazione, come pretendi che stia insieme a Niccolò con un oceano che ci divide?
Lui è spesso in giro per i suoi affari di lavoro, io devo fare da attrice in un film importante, a stento abbiamo tempo di respirare» sospirai con un tono basso della voce.

«ma cosa vuol dire! Non devi soffocare i tuoi sentimenti perchè non starete sempre insieme, stai facendo una scelta di merda, ne sei consapevole?»

«si, ne sono consapevole..»

«lo farai stare molto male, si è affezionato tanto a te e sicuramente non ti bacia per piacere personale, ti ama Em, perché devi respingerlo?»

«perché l'amore porta a questo, vedi?
Notti insonni perché non voglio partire dato che sarò lontana da lui, distanza, lacrime, incomprensione..»

«porta anche ad essere felici, ad amare, ad avere due braccia e due labbra sempre pronte a darti conforto, qualcuno che sarà sempre pronto ad amarti»

Ascoltavo le sue parole con le lacrime agli occhi, come vorrei non farmi così tanti problemi e lasciarmi andare..
Nel mentre che ascoltavo, le mie mani sfiorano un indumento che non vedevo da un po', infondo alla mia cabina armadio.
La giacca di Niccolò, ma non una giacca qualsiasi, me la diede dopo il nostro primo bacio.

«aurò scusami ma ti chiamo dopo, ciao..»

Senza darle nemmeno il tempo di rispondere, chiusi la chiamata e tenni stretta quella giacca di pelle al mio petto.
Una lacrima mi rigò il volto, poi un altra ed un altra ancora.
Io non ero questa, io non ero la ragazza che piange per amore, io non provavo sentimenti, ma allora perché stavo così?
Mi asciugai le lacrime e con ancora gli occhi leggermente arrossati poggiai delicatamente la giacca nella mia valigia.
Magari non volevo accettare questo cambiamento, ma non volevo andarmene senza una parte di lui.
Chissà, magari in quelle sere dove il cielo ti prende per mano, come dice lui, potrei aver bisogno di sentire ancora una volta il suo profumo.

-

«dove sei?» mi chiese Niccolò dall'altra parte del telefono.

«sto salendo le scale, apri la porta dell'entrata»

La festa di addio che mi avevano organizzato con cura le mie amiche era arrivata, non le ringrazierò mai abbastanza.
C'erano tutte le persone che non avrei visto per questi cinque mesi e con cui ho un rapporto.
Niccolò ovviamente, i suoi amici, le mie amiche con i loro fidanzati, soci di lavoro, qualche amica che ho incontrato per esser conosciuta e qualche mio amico di vecchia data.
C'era davvero molta gente, strano che mi importasse di una sola persona lì in mezzo?

«eccola regà, stavamo organizzando la festa per il ritorno dal viaggio, ci stavi mettendo cinque mesi a prepararti» ironizzò Manuel appena entrai.

Oh no, c'è anche lui.
Sforzai un sorriso palesemente finto per la sua ironia di merda e cercai con lo sguardo Niccolò.
Mi guardava sorridendo vicino alla porta ed io non persi tempo per catapultarmi tra le sue braccia.

«finito di chiacchierare con il biondino?» mi chiese aggiungendo una piccola risata alla sua domanda.

«già non lo sopporto, non so nemmeno chi lo abbia invitato al dire il vero» risposi sbuffando, ed ecco che deve sempre esserci una presenza indesiderata alla festa.

«beh, dopo possiamo regalargli una foto con tanto di autografo dato che mi fissa come un serial killer»

Scoppiai a ridere e trattenni le mie risate notando che lui era del tutto serio.
Rorrisi compiaciuta nel vedere un pizzico di gelosia nella sua voce, non mi dimostrava spesso queste sue doti da ragazzaccio geloso.
Dopo aver passato diversi minuti insieme, mi allontanai per salutare il resto degli invitati ovviamente, per poi andare a sedermi su uno dei divanetti che c'era nel locale.

«amore, fattelo dire, se Niccolò non si fa avanti questa sera e ti porta a letto, non lo farà mai allora, sei bella da morire» mi disse Ida che era al mio fianco.

Io alzai io gli occhi al cielo divertita e mi feci trascinare nella sua stessa risata, avevamo scelto insieme il vestito e piaceva anche a me molto.
La serata incominciò, ma io sentivo di voler un altra presenza la mio fianco oltre tutti i miei amici, quindi iniziai a cercare Niccolò tra la folla.
Era vicino un tavolo mentre parlava con Gabriele, tenendo un bicchiere di birra con la mano destra e l'altra in tasca.

«posso rubartelo un attimo?» chiesi al suo amico avvicinandomi ai due, il quale annuì contento e lasciò che Niccolò venisse con me all'esterno del locale.

«devi dirmi qualcosa o..»

«si, sei proprio bello questa sera, più di tutti i ragazzi mesi insieme che sono presenti qui» dissi senza alcun timore, era bello da morire e l'avrei guardato ancora per chissà quanto tempo.

«parli tu, ma sei più bella struccata, con i capelli in disordine e una mia felpa.
Con questo non intendo dire che tu non sia bella questa sera, anzi, dovresti dire al tuo amico di iniziare a scollarti gli occhi di dosso» mi rispose lui poggiando con decisione le mani sui miei fianchi.

Io sorrisi e lo abbracciai d'istinto, poggiando delicatamente la testa sulla sua spalla.
Volevo godermi ogni singolo momento, stare con lui tutto il tempo possibile e non perdermi un solo secondo della sua compagnia, ora che posso.

Love me on setDove le storie prendono vita. Scoprilo ora