Gli opposti si attraggono

1.3K 61 54
                                    

N

«ho saputo che hai fatto un tour negli stadi, come è andato?» mi chiese Emma accavallando le gambe e posando il telefono nella borsa.

Io alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi verdi così belli, quasi sarei voluto stare zitto e non rispondere per godermi quello spettacolo.

«bene, si bene suppongo, ho finito con la data al circo massimo» risposi io accennando un sorriso, mi mancava davvero tanto il tour.

Per un solo istante chiusi gli occhi, anche se quell istante a me sembrò infinito, e cercai di ricordare tutti i bei momenti che passai su quel palco.
Le persone che piangevano di gioia, i bimbi piccoli che conoscevano a memoria le canzoni meglio di me, il pianoforte, lo staff, l'ansia, la complicità che c'è tra noi ultimi, si.. Mi mancava proprio tutto.

«hey, ci sei?»

«si, si scusami, mi ero un po' perso fra i pensieri, dicevi?» dissi io risvegliandomi da quello stato di Trans.

«dicevo che al prossimo concerto voglio proprio vedere che sai fare, sono invitata, no?» chiese portando alle labbra la tazzina di caffè che stava ancora sul tavolo.

«beh.. Certo, se vuoi» risposi un po' impacciato, non sapevo davvero come comportarmi.

Sembrava avere sempre la risposta pronta a tutto, come se già avesse programmato tutta la giornata.
Lei sorrise compiaciuta e continuò a bere il suo caffè tranquilla, così decisi di prendere il telefono almeno per vedere i messaggi recenti.

Les miserables (group)

Cassiolino🙄:
Nì che state a fa? So curioso dai

Socio d'affari🤔:
Dai cassiolì non si chiedono ste cose 😁

Cassiolino🙄:
Cocco me spezzi hahahha

Gianmarchino✌🏻:
A regà ma di che parlate?

Alee🥳:
Nicco è uscito co la protagonista di quel musical che sta a fa, è na pischelletta come se deve eh, bella proprio🙃

Io:
A cojoni, avete finito?

Socio d'affari🤔:
Ah eccolo, pensavamo fossi troppo impegnato, come va?

Vale👏:
Dai regà lasciatelo stare, non dovete pressarlo ogni volta che sta con una ragazza, anche perché è la prima dopo tanto

Proprio mentre stavo per fare una statua di riconoscimento a Valerio, la figura che avevo davanti prese il mio telefono dalle mani, per poi spegnerlo e poggiarlo sul tavolino.

«pensa un po' a me, con i tuoi amici puoi parlarci dopo, e ringrazia il tuo amico Ale per il complimento» disse Emma con una piccola risata alla fine.

Visto che avevo un espressione abbastanza confusa, mi indicò dietro di me e notai che c'è una vetrata che rifletteva il riflesso, quindi aveva probabilmente visto la chat.
Mannaggia a me che non l'ho notato e che tengo sempre la luminosità del telefono alta..
Quello era il gruppo mio e dei miei amici, ma quelli che prima online, erano circa la metà dei miserabili.
Finito quel piccolo momento d'imbarazzo tra noi due, ci avvicinammo alla cassa del bar per pagare, e bloccai la sua mano appena sfiorò la borsa.

«non sperarci, pago io» disse con un piccolo tono di sfida.

«almeno questo fallo fare a me, sembri tu l'uomo della situazione, principessa»

Era la prima volta che parlavo tanto sicuro di me con lei, senza avere timore e anzi, anche con una punta di sfacciataggine.
Lei sbuffò abbastanza indignata ed uscì dal bar qualche metro indietro, tenendo le braccia incrociate al petto e lo sguardo basso.
Io pagai e ritornai da lei, non capendo il perché di questa sua reazione eccessiva.

«perché fai così?» le chisi cercando un contatto visivo.

«non mi piace che qualcuno faccia le cose per me, sono abituata a fare tutto da sola, e poi solo perché sei uomo non vuol dire che io non possa pagare un conto, c'è scritto sulla Bibbia che pagano i ragazzi o cosa?» disse guardandomi fisso negli occhi.

Mi guardò con gli occhietti di una bambina e un espressione imbronciata, tanto che scoppiai a ridere per quanto era tenera.
Gli lasciai un piccolissimo bacio in fronte, non sapevo neanche il perché di questa mia reazione, mi uscì spontanea.
Però mi sorse una domanda, perché è abituata a fare tutto da sola? Se dovevo dir la verità, non sapevo nemmeno se fosse fidanzata o meno, ma se era abituata a far le cose da sola voleva dire che forse non era abituata a ricevere affetto.
Questi miei pensieri però, vennero interrotti da un piccolo particolare che mi fece sciogliere completamente.

«oh dio, sono riuscito a far arrossire Emma Irrea, merito un premio?» dissi notando le sue guance rosse come se avesse messo.. Com'è che si chiama? Blush?

Lei sbuffò e mi prese sottobraccio, per poi iniziare a camminare nel centro si Roma.
Non sapevo come, ma per poco si invertirono i ruoli, io quello sfacciato e sicuro di sé, lei quella impacciata e confusa sul da farsi.
Era come se le nostre personalità così diverse si fossero mescolate per poco tempo, dando ad ognuno ciò che mancava.
Infondo io ero anche parecchio stronzo e sicuro di me se fosse stato necessario, ma non ero abituato ad esserlo con le persone che conoscevo poco, al suo contrario.
Invece lei non aveva questo senso di vergogna o di nascondersi con me, il che fu anche un bene.
Non ci avevo mai creduto al detto gli opposti si attraggono, ma mi sembrò di averlo appena provato sulla mia pelle.

Love me on setDove le storie prendono vita. Scoprilo ora