Al falò...
Mi sono appoggiata la schiena ad un tronco e la testa inclinata sulla parete di canne di bambù dietro di me.
Rispetto ai bimbi sperduti sono messa qualche metro più in là, più lontana dal fuoco e dai ragazzi che ci danzano attorno saltando e facendo acrobazie.
Non c'è Peter, o almeno non ancora.
Ho notato un cambiamento nei bimbi sperduti. Quando c'è la presenza del "capo" tutti si irrigidiscono come soldati, poi quando peter è a fare chissà che cosa diventano tutti più socievoli e meno freddi. Sarà per il fatto che sono troppo condizionati dal modo autoritario che ha Peter verso i loro confronti, ma io ancora non ci trovo niente di spaventoso in Peter, è solo un ragazzino pieno di sé, arrogante, presuntuoso e autoritario. Ma questa autorità dove la prende se è grande quanto tutti i ragazzi maggiorenni davanti a me, altri sono anche più grandi di lui, perché è lui a comandare?
Perché hanno paura di lui?A distogliermi dai miei pensieri fu bambino tra i 5/6 anni, che mi stava guardando con i suoi occhi color nocciola e un sorriso timido accompagnato da due dolcissime fossette sul suo volto olivastro circondato da capelli biondi ossigenati un pò lunghini ma ancora in stile maschile.
«ehy... Emmm... Io sono... Luois... Piacere...»
Gli rivolsi il mio sguardo e un sorriso dolce a 32 denti.
«ciao, Louis io sono Katie»
«ti posso emh... Chiedere una cosa?»
«si certo piccolo» mi sentivo bene, i bambini mi sono sempre piaciuti.
Alla parola "piccolo" il suo sorriso si trasformò in un sorriso che comprendeva anche gli occhi che si fecero lucidi, ma da quanto tempo non avevano provato la sensazione di essere amati? Di tenere a qualcuno veramente? Questi erano i miei unici pensieri.
Allora il bambino fece cenno con le braccia agli altri bambini di avvicinarsi e dopo neanche 5 secondi una decina di bambini tra i 5 e 9 anni erano seduti davanti a me con sguardi speranzosi e capelli arruffati.
A questa vista mi apparve istintivamente un sorriso.
«ci racconti una favola?»
Dissero tutti in coro.
Alcuni si tenevano le ginocchia al petto altri avevano le gambe incrociate e i loro volti sorretti dai palmi delle loro braccia appogiate alle ginocchia.«quale?»
Mi sistemai per essere completamente davanti a loro, essi si diedero diversi sguardi di intesa e altri di negazione.
«ci racconti la bella e la bestia?» mi chiese saltellando sul posto, Luois.
«la bella e la bestia?»
Chiesi incredula
che la conoscessero, di solito ai figli maschi non si raccontavano cose sdolcinate come questa storia ma tipo "la storia di un piccolo soldato" o cose così.Tutti annuirono e io cominciai a raccontare quello che mi ricordavo della storia, in quanto fosse una delle mie storie preferite da piccola non la leggevo da tanto.
Sentivo la mia pelle bruciare sotto lo sguardo di una persona a me ignota in quel momento. Così mentre le mie labbra si muovevano nel raccontare la storia, mi guardai intorno. E lo incontrai, incontrai il suo sguardo.
Ma c'era qualcosa di diverso, non era il solito sguardo arrogante e superiore che vedevo sempre nel suo viso, no,era uno sguardo che mostrava più di mille emozioni, uno sguardo di chi ne ha passate tante, lo sguardo di chi ha smesso di mettersi nei panni degli altri per la paura di soffrire ancora.Non riuscivo a reggere quel semplice sguardo che conteneva più di mille emozioni, non ci riesco. Sentii riaforare tutti i ricordi, di tutta una vita, una vita passata a soffrire inutilmente. Mentre concludevo la storia, deglutii un groppo di saliva che mi si era bloccato in gola.
E i miei occhi divennero lucidi e avevo la vista appanata.«ne voglio un'altra di storia!»
Disse una voce di un bambino di 9 anni, con tono duro. Alzai un soppraciglio e lo guardai stranita.
«per oggi è abbastanza tutti nelle tende...»
Allora tutti i bimbi sperduti sia grandi che piccoli andarono verso le tende mentre alcuni prendevano dei secchi per spegnere le fiamme, subito rivolsi uno sguardo triste Come se volessi implorare il ragazzo con il secchio in mano. Esso si fermò e accennò all'altro ragazzo di seguirlo lontano da me.
«non voglio dormire! Voglio un'altra storia! Ora! Prima che io ti faccia male!»
Tutta quella arroganza e superiorità non proveniva dal solito ragazzo da cui di solito era emanata era invece espressa da un corpicino muscoloso e bassino di quel bambino di prima. Un bambino con sguardo di sfida e rabbia. Mi dava quasi disgusto il suo sguardo, non perché era un brutto bambino anzi era un bellissimo bambino, tranne per il fatto che quel viso angelico era nascosto da uno sguardo di rabbia,odio e superiorità.
Si vede che era solo un bambino viziato. Fa finta di aver passato le pene d'inferno quando invece gli avevano solo rubato le caramelle.«forse non ci siamo capiti Ash, qui non sei tu a comandare ma io, e io dico che si deve andare a dormire!»
Rinfacció Peter a pochi centimetri dal bambino.
Ash, lo già visto.... Si infatti era un principino della famiglia reale di Londra. Rubava hai poveri per sentirsi meglio di loro, quando invece quelle persone si guadagnavano le cose che possedevano. Quando invece lui le rubava,e stava alla grande economicamente.Come poteva fare una cosa simile? Perché?
Peter lo prese dal colletto e lo alzò da terra. Ma la cosa che mi stupì è che la presa era con così tanta forza da farmi ricordare che mio padre faceva lo stesso con me, mi girai verso il bambino e visualizzai il suo volto, pieno di paura e disperazione, vi chiederete come lo so! Be facile sono le stesse emozioni che ho provato in tutta la mia vita.
«1 odio gli insolenti e 2 nessuno da ordini tranne io, mi sono spiegato?»
Il bambino annuì frettolosamente, mentre io ero a pochi metri a guardare la scena.
Perché è arrivato a tanto? Non bastava una ramanzina o una punizione?
Vi starete chiedendo perché sei lì E non fai nulla?
Semplice ho paura, paura di quello che sto per vedere, se farà veramente del male ad un bambino, se lo tratterà male come mio padre ha trattato me, se ci sarà la scintilla del piacere nel vedere una persona soffrire, la scintilla della crudeltà e superiorità.
Peter si voltò nella mia direzione, finché i nostri sguardi non si unirono.
Avevo ragione potevo scorgere una scintilla di rabbia, ma non di piacere nel farlo. Però vorrebbe che le persone avessero ancora più paura di lui di quanto già ne abbiano.Sicuramente il mio sguardo doveva essere pietoso visto che, il suo sguardo si addolcí, e sciolse la presa dal colletto del bambino.
Si materializó a due centimetri dalla mia bocca, finché le nostre labbra si sfiorarono e subito dopo si unirono in un bacio a stampo che durò un secondo e poi come per magia il ragazzo scomparve.
Mi aveva baciato
Questo era il mio unico pensiero, perché? Con quale scopo?
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«𝐓𝐡𝐞 𝐍𝐞𝐯𝐞𝐫𝐥𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐚𝐧» 𝑜𝑢𝑎𝑡
Fanfiction✓• completa • 𝑖𝑛 𝑟𝑒𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 Katherine una ragazza normale all'apparenza, deve fare front contro suo padre manescho, ma un giorno, si ritroverà sull'isola che non c'è, incontrerà un ragazzo a quanto immaginario dovrebbe essere, che tutti ch...