Diversivo ✓

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Peter's pov

Sento le foglie solleticarmi in volto proprio sotto gli occhi, e alcuni rametti spostarmi i capelli.
Con gesto svelto ma silenzioso mi metto il cappuccio di cuoio, e mi dirigo vicino alla spiaggia.

Sono scomodissimi I vestiti che Felix mi ha dato, sono abituato a mettermi la mia giacca in pelle verde, non vecchie felpe di cuoio.

Dinanzi a me c'è la scena che mi aspettavo.
I bimbi sperduti stanno circondando le mie due pedine del mondo normale. Le ho ingannate dicendogli che se avessero portato qui Henry, cioè il possessore del cuore del vero credente avrebbero distrutto la magia, ma ovviamente era solo un diversivo.

Dopo pochi minuti la scena cambia totalmente, l'ombra viene chiamata da Felix, la cui attacca all'uomo, credo che si chiamasse Greg, poi uno dei bimbi sperduti scaglia una freccia proprio al centro del torace della ragazza, mentre Henry sotto comando della ragazza prima che venisse colpita, si dirige a gran velocità con le mani legate dentro la foresta.

Cominciai a muovermi con passo silenzioso verso Henry. I bimbi sperduti sapevano dove andare, dovevano seguirci andando verso la caverna del eco, dove avrei dato un meritato benvenuto a Henry.

Sono dietro un cespuglio vicino ad un albero, tendo le mani in avanti e prendo Herny dalla camicia e mettendogli una mano in bocca.

«chi sei? Sei un bimbo sperduto?»

Allentai la presa sulla sua maglia e lo girai verso di me intimandogli di fare silenzio, portandomi l'indice della mano destra vicino le labbra.
Gli feci cenno di seguirmi e lui senza proferire parola fece come chiesto.

Appena arrivammo in una piccola grotticella. Mi rifece la domanda di prima. E io mentre mi guardavo attorno come per vedere se ci fossero spie risposi.

«no.. - dissi tirando su col naso- lo ero, sono scappato! - poi girandomi verso la sua direzione dissi - ti ha portato qui l'ombra?»

Stavo fingendo di essere un ragazzo fuggito dalla grinfie di Peter pan.

«no - disse lui imitandomi guardandosi attorno - sono state due persone che lavorano per Peter pan.»

«allora deve proprio tenerci - dissi con sguardo malinconico - se lui vuole qualcosa la ottiene!»

Alle mie parole sbiancó di poco, per poi alzarsi in piedi e pulirsi i pantaloni. Visto che era stato accovacciato tutto il tempo.

«tu invece perché fuggi da lui? Perché ti vuole prendere?» - disse tirando su col naso.

Mi avvicinai a lui a piccoli passi.

«perché gli ho rubato questa - dissi facendo uscire dalla mia maglia una boccettina contenente della polvere magica non funzionante - glielo rubata ma non funziona» - dissi scansandola dentro il mio cappottino, con sguardo di delusione.

Dopo la mia spiegazione sentimmo dei passi, erano sicuramente dei bimbi sperduti. Così ci misimo a correre, senza sosta. Ma poi arrivammo davanti ad un burrone. E così la nostra strada fu tagliata da un precipizio così tanto alto da non vederne la fine.

«perfetto ora ci prenderanno!» - dissi sbuffando fintamente arreso

«no, non è vero» - disse per poi prendere e sganciare la boccettina dal mio collo. - «la polvere magica funziona se ci credi» - disse speranzoso e sicuro.

«io decisamente non ci credo!» - dissi ovvio ormai fintamente rassegnato.

«non importa» - disse stappando la boccettina, e prendendomi dal braccio -« ci credo io!»

Mi costrinse a correre verso la fine del precipizio e saltare, per poi buttarci addosso sopra le teste la polverina verde fluorescente.

Stiamo volando velocissimo. Per un momento mi scordo del piano e mi lascio trasportare dalla brezza tiepida caratteristica dell'isola che non c'è.

Atterriamo in un piccolo spazio di erba dentro un cerchio di alberi.

«visto bastava crederci, tutto è possibile!» - disse fiero di se stesso.

Mi avvicinai a lui con passo felpato e con il mio solito ghigno fottente.

«come darti torto Henry» - dissi chinando la mia testa di lato verso di lui.

«come fai a sapere il mio nome I-io no-non te lo det-detto. - poi fece una pausa - aspetta... Tu lavori per Peter pan!» - disse puntando un dito verso di em indicandomi e allontanandosi da me.

Mi avvicinai a lui e mi misi davanti a lui.

«io, sono» - feci una pausa - «Peter pan!»

Poi con scatto tirai fuori il pugnale dalla sua custodia in cuoio e lo alzai in aria.

«fuori ragazzi!» - urlai per farmi sentire dai bimbi sperduti, che come da piano ci avevano circondato e guardato la scena. Come ho detto vennero tutti a circondare Henry come me. - «ORA GIOCHIAMO!» - dissi con voce impertinente.

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Spero vi piaccia! Passo e chiudo.

La vostra bimba sperduta e pive

«𝐓𝐡𝐞 𝐍𝐞𝐯𝐞𝐫𝐥𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐚𝐧» 𝑜𝑢𝑎𝑡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora