Hugo

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Peter's pov

Se n'è andata. È andata via dall'isola. Da me.

Mi sento vuoto. Come se un pezzo di me, si fosse staccato lasciando un vuoto irreparabile. Ho bisogno di lei. Della sua voce, dei suoi abbracci, delle sue guance che si colorano di un rossiccio quando le faccio i complimenti, i suoi baci, le sue frasi e parole rassicuranti. Senza tutto questo potrei tornare come hai vecchi tempi. Un Demone sanguinario. Lei era la mia ancóra di salvezza, il bastone che mi teneva in piedi.

Lei era tutto, era il mio mondo, il mio tutto.

Sento un peso all'altezza del petto, il respiro mancare, e quella strana sensazione di furia pompare nelle mie vene.

È tutta colpa di quel ragazzino, è colpa di James. Se non le avesse detto tutto ciò, lei sarebbe qui tra le mie braccia a ballare attorno al fuoco.

Ciò che ha detto James è vero in parte. La storia sui ragazzi speciali è reale, ma il perché Katie fosse qui, non era perché volevo farla innamorare di me per poi usarla, o almeno lo era all'inizio. Quella sera sotto le stelle, quando singhiozzavo, e  le lacrime facevano a corsa lungo le mie guance, era perché mi ero pentito del mio pensiero. Il pensiero di dover utilizzare a mio piacimento una ragazza che ha passato le pene dell'inferno, senza aver fatto male a nessuno,aver pensato di illuderla del mio finto amore era una cosa che non potrei mai fare. Ora come ora, ho capito a pieno che mi manca, mi manca come l'aria.

Mi sollevai da terra, non mi ero neanche accorto che ero inginocchiato. Asciugai le lacrime oramai asciutte, e scrollai le spalle sistemandomi la giacca.

Io= Felix! - richiamai il mio braccio destro, nonché il primo mio bimbo sperduto - riunisci qui I bimbi sperduti più abili e fai uscire il prigioniero.

F= si Pan! - affermò per poi girarsi nella direzione della foresta oscura e disperdersi tra dli alberi.

Che il piano abbia inizio.

Felix's pov

I ramoscelli mi sfiorano la pelle delle guance. Tirai ancora più avanti il cappuccio e mi Guardai intorno, sperando che le fatine non mi facciano alcun brutto scherzo.

Cammino guetto guetto, cercando di non attirare l'attenzione delle creature magiche alquanto aggressive della foreata oscura. La mia destinazione? I sotterranei della buca sotto la capanna di trilli.

La povera fatina ormai si trova dinuovo nella foresta incantata senza le sue belle ali e magia.

Mi fermai davanti ad un mucchio di foglie che spostai con i piedi, per far intravedere una botola. Mi inginocchiai e aprii forzatamente la botola di ferro.

Lo spazio era ristretto, la scalinata lunga e bassa, molti dei gradini sono strettissimi. Per poco stavo per inciampare. Alla fine dinanzi a me ci fu un corridoio più largo e spazioso ma non troppo, e le poche celle piene di marcio, pietre e foglie, poi le ragnatele sulle pareti, mi stavano dando un senso di nausea, per il proprio odore.

Presi l'unica torcia accesa e mi tappai il naso con le dita, mettendo in avanti la torcia per progliettare in avanti la luce.

Alla fine del corridoio, c'era l'unica cella abitata.

Hugo.

Il ragazzo dietro le sbarre teneva la fronte appogiata alle ginocchia portate al petto, e le braccia intorno ad esse.

Continuai ad avvicinarmi finché il rumore delle foglie secche spezzate, non cotturó la sua attenzione, il quale esso alzò di scatto la testa e si precipitò con le mani aggrappato alle sbarre, finendo in ginocchio.

H= Fammi uscire sfregiato! Fammi uscire!

I suoi occhi ghiaccio, mi guardarono con mille emozioni tra cui la più forte la rabbia.
Scosse le braccia sulle sbarre ripetendo le stesse parole.

I capelli corvini gli finirono sulla fronte, le poche lacrime che scorrevano sulle sue guance, sporcarono ancora di più il volto del ragazzo, ormai sporco da polvere e vestito, solo da una giacca marrone e dei pantaloni da smoking beage, i piedi erano invece  coperti da mocassini nero pece.

Mi inginocchiai davanti alle sbarre con un braccio appoggiato a terra. Il ragazzo smise di dimenarsi.

F= Ti farò uscire!

H= come mai così facilmente?

F= Vedi Hugo, Peter pan, deve mettere in atto il piano di cui tu sei a conoscenza da molti anni. - gli spiegai, accennando con la testa verso destra.

H= Non aiuterò a Pan, mai!
Non aiuterò quel mostro!

F= nemmeno se ti dasse la possibilità di rivedere la tua dolce sorella, sai Peter la conosciuta, però lei è scappata e quindi bhe, la vuole riprendere.

Il ragazzo non fiató, colpo dolente, ti ho messo al tappeto ragazzino.

H= che.. Che ha fatto a mia sorella? CHE LE HA FATTO BRUTTO STRONZO!

F= non ha fatto niente, ha solo amato la tua dolce sorella Kat.

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Hugo (si pronuncia iugó)

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Hugo (si pronuncia iugó)

«𝐓𝐡𝐞 𝐍𝐞𝐯𝐞𝐫𝐥𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐚𝐧» 𝑜𝑢𝑎𝑡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora