La luce fievole del sole che danza tra le foglie smosse dal vento, mi costringe ad aprire piano piano sbattendo varie volte le palpebre, gli occhi.
L'unico suono che sento sono gli uccelli che cinguettano di prima mattina, il fruscio del vento e il calore dell'aria tiepida sulla mia pelle.
Cerco di tirare su il mio braccio destro, ma sento qualcosa che me lo blocca, così di scatto guardo accanto me e trovo, il ragazzo dagli occhi smeraldo di cui ho sempre sentito parlare.
Le cui parole non avevano nessuna verità, in quanto il bambino felice e spensierato che salva i bambini senza famiglia, è invece un ragazzo più grande di me di un anno, con un grande segreto e sofferenza appresso, che porta via i bambini dalle proprie famiglie per personale interesse.Sono tutte bugie. Tutte.
Sorrido spontaneamente alla sua vista. Ha il viso calmo, rilassato, ora si che sembra un bambino, un bambino che nasconde se stesso con un muro di sarcasmo e superiorità, ma che ora sembra un cucciolo bisognoso di amore.
I suoi capelli biondo cenere ricadono dolcemente sulla fronte, e ha le labbra rosee schiuse. Alcune volte tira su col naso, forse per la sera scorsa passata a piangere.
Ieri sera devo essermi addormentata tardi, perché ad un tratto sento gli occhi farsi pesanti. E poi buoi, ricado per la seconda volta tra le braccia di Morfeo.
Intanto all'accampamento
Peter's pov
Mi sono svegliato qualche minuto fa, e i ricordi della sera precedente non hanno tardato ad arrivare.
La cosa che mi fa arrabbiare è che volevo, volevo che lei mi facesse male. Non Fisicamente ma mentalmente.Nell'ultimo periodo ho troppe cose per la testa, gli indiani che riccattano i bimbi sperduti, capitan Uncino che non smette insistentemente di cercare l'accampamento, poi la continua ricerca del cuore del vero credente e infine la ragazzina.
La ragazzina a cui nei suoi confronti provo diverse emozioni, ma non so che vogliano dire.
Io sono un Demone, un Demone sanguinario. Un Demone senza cuore, che non può provare sentimenti tanto meno verso una stupida ragazzina.Però ieri mi sono sentito debole, senza la mia barriera, spogliato da tutti i miei pensieri. Stavo parlando con un essere umano, mi ha ascoltato e mi ha compreso, cosa che non succedeva da anni.
Prima ero un ragazzo di cui le persone si prendevano in giro, di cui potevi fidarti, ma alla fine della mia fiducia ne hanno fatto cattivo uso, utilizzandomi ed ora non mi fido di nessuno. Tranne di lei. Colei che ha un passato simile al mio. Colei che ha provato le mie stesse emozioni e sensazioni. È stata tradita dalla persona che doveva starle vicino dopo aver perso una persona importante, invece le ha rinfacciato tutto, dandole la colpa.
E io so, so per certo, che quando una persona a cui tu tieni ti giudica e ti scarica tutti i suoi problemi addosso, non puoi fare altro che credere che sia veramente colpa tua.Mi sento strano. Non nel vero senso della parola. Mi sento diverso, mi sento arrabbiato, come se avessi bisogno di ribbelarmi.
Ribbelarmi. Ma a cosa?I rametti delle felci mi solleticano il volto, mentre cammino con passo felpato all'accampamento. So di non potermi fidare di tutti. Gli unici di cui ho una specie di fiducia sono Felix, che è come un fratello e James, anche se nell'ultimo periodo è un pò distaccato e non so il perché. A dir la verità, non mi importa neanche.
Quello che mi importa è scoprire chi ha fatto la spia agli indiani e poi procedere con il mio piano per trovare il cuore del vero credente.
Per questo il sangue mi sta ribbolendo dentro le vene.
Il cielo è diventato più cupo e nuvoloso, in meno di un secondo, solo per il fatto che l'isola è collegata a me e di fatto al mio umore. E di solito, quando c'è in arrivo una tempesta I bimbi sperduti sanno che devono farsi trovare dritti come soldati in riga.
Scorgo un fumo ormai leggero tra i rami, e delle lanterne di vetro giallastro e ferro arrugginito, attaccati ai tronchi con del fili di ferro.
Arrivo davanti all'accampamento e mi ritrovo dei bimbi sperduti indaffarati,senza neanche accorgersi della mia presenza, cosa che mi diede molto fastidio visto che un lampo colpí terra poco più vicino ad una capanna senza appiccare un fuoco. Quelli non erano veri e propri lampi erano scariche di elettricità trattenute, nel senso che non procuravano danno a niente e nessuno, avevano il semplice scopo di far spaventare.
Così come previsto, tutti gli sguardi furono rivolti a me, e tutti i bimbi si raggrupparono in fila.
Cominciai a camminare avanti e indietro, avevo il respiro irregolare, ero incavolato.
«dunque, miei cari bimbi sperduti...»
Dissi facendo un leggero sorriso falso.
«ho saputo dalle miei fonti che qualcuno ha fatto la spia...»
Alzai lo sguardo da terra ai loro volti, per poi squadrarli ad uno ad uno, per vedere se ci fosse un minimo movimento di nervosismo in loro, ma niente. Allora continuai..
«sapete bene che nessuno può barare al mio gioco, quindi visto che nessuno di noi ha tempo da sprecare, e soprattutto io, cominci a parlare il colpevole, prima ve vi uccida uno ad uno...»
Rialzai lo sguardo verso di loro, e li squadrai dinuovo uno ad uno, e finalmente ebbi ciò che volevo avevo scoperto chi era stato la spia. Luke.
Katie's pov
Mi ero svegliata per colpa di un tuono molto forte, caduto vicino all'accampamento. Così ora sono in cammino verso esso. C'è un silenzio, da far paura.
Sicuramente deve essere tornato Peter, a metter ordine all'accampamento. Non sento i soliti schiammazzi o i soliti bastoni sbattuti fra loro, niente.
Appena feci l'ultimo passo, ritrovai tutti i bimbi sperduti di spalle irrigiditi,attacati fra loro.
Misi le mani tra due bimbi sperduti per farli spostare. E la scena che vidi dinanzi a me era raccapricciante.
Peter aveva il braccio destro diritto verso il bambino, e le sue dita facevano pressione attorno al suo collo.
Luke.
Il bambino, giró di poco il capo nella mia direzione. Aveva gli occhi pieni di lacrime, segni rossi che partivano dal collo alle guance, che a poco a poco diventavano violacei.
I capelli sudati e imperlati di sangue. E poi un taglio vicino la tempia da cui usciva insistentemente sangue rosso chiaro.Si vedeva dal viso che era sfinito di lottare tra la vita e la morte che ogni respiro era un pugnale al petto.
I suoi occhi erano spenti, mostravano solo paura. Paura di lasciare tutto. Lasciare questo mondo anche se ingiusto, che l'accolto come inutile essere umano,da schiavo di dolore.Quando stavo per avvicinarmi e salvare anche se con pochi risultati il bambino, Peter posizionó la sua mano nel suo petto e con un movimento deciso gli prese il cuore.
Mi soffermai solo di pochi millesimi di secondi a guardare il cuore, era di un rosso puro, il cuore puro di un bambino senza peccati e senza colpe, una persona vera di cuore.Dalle mani sanguinarie di Pan uscì polvere. Il cuore che pochi secondi fa batteva, ora in quel preciso istante era diventato cenere.
Da una sola azione. Una semplice azione, capii che davanti a me, non c'era il ragazzo che la sera precedente si era reso vulnerabile, dinanzi a me c'era un Demone.
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«𝐓𝐡𝐞 𝐍𝐞𝐯𝐞𝐫𝐥𝐚𝐧𝐝 𝐏𝐚𝐧» 𝑜𝑢𝑎𝑡
Fanfiction✓• completa • 𝑖𝑛 𝑟𝑒𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 Katherine una ragazza normale all'apparenza, deve fare front contro suo padre manescho, ma un giorno, si ritroverà sull'isola che non c'è, incontrerà un ragazzo a quanto immaginario dovrebbe essere, che tutti ch...