«FORZA RAGAZZE! RIFACCIAMO LA COREOGRAFIA! 1-2, 1-2, 1-2...!» una Tania determinata per la sesta volta di seguito ci fa rifare da capo la coreografia; a suo parere ogni volta manca la parte "wow" secondo me, invece, c'è mancato davvero poco che mi spaccassi l'osso del collo. Insomma, non si sta mai con i piedi a terra; sopratutto dopo che quest'ultima ha scoperto il mio fantastico stare in "equilibrio", che a parer mio è più istinto di sopravvivenza, di fatto vuole che stia in cima alla piramide umana e che faccia la maggior parte delle acrobazie.
Si, lo so, un suicidio.
Invece il coach, mi ha convocata per parlare martedì: cioè domani; l'unica mia speranza è che accetti le mie condizioni sennò mi toccherà stare in questo inferno terrestre-alias-corso di cheerleading.
«Ottimo! Ma manca ancora quel qualcosa che mi faccia dire "wow", che mi lasci a bocca aperta... con il fiato sospeso...» riflette la coach guardando la piramide umana. Dopo neanche cinque secondi rialza lo sguardo e lo punta su di me sorridendo angelica.
Perché quel sorriso non mi convince per niente?
«Grace!» mi indica.
Oh no.
«mia cara Grace! Da quanto ho potuto notare, anche se ti sottovaluti molto, hai del potenziale. Perché non coltivarlo?» sto per controbattere, ma mi ferma prima di aprir bocca.
Maledetta.
«allora ti espongo le mie idee. Tu da là invece di scendere a "scalinata" farai una salto a capriola, ma tranquilla! Non cadrai, ci saranno quattro ragazzi a prenderti. Sennò, sempre da lì potresti fare una specie di verticale e poi buttarti; anche in questo caso ci saranno dei ragazzi che ti prenderanno.» dice gesticolando per mostrare al team l'effetto dei due potenziali casi.
In poche parole il salto a capriola è un "salto mortale" e in un modo o nell'altro volerò sempre come un uccellino? E' questo che sta cercando di dirmi?
No, no, non sono abbastanza brilla per accettare.
«con tutto il rispetto Tania, ma n-»
«owh la piccola Grace non riesce a fare un piccolo salto»
«Jessica se non se la sent-»
«ci sto» dico determinata prima che Tania potesse infangare il mio nome. Mi volto verso la "Open-girl" con un ghigno.
Mai, mai e poi mai sfidare un Evans.
«sei sicura?» faccio un cenno del capo di assenso a Tania e lei tira un sospiro di sollievo.
Onestamente non sono sicura; anzi, tutt'altro. Purtroppo per me il mio orgoglio se minacciato fa piazza pulita di qualsiasi cosa razionale abbia.
«owh allora ok! Potete andarvi a fare le docce» oddio pensavo che non avrei più sentito queste sante parole. "Smontiamo" la piramide e mentre tutti vanno a lavarsi come comuni mortali, io mi sdraio sul pavimento della palestra mormorando un "tranquillo, non ti abbandonerò mai più, mon amour". Dopo minuti in completo silenzio questa fantastica atmosfera sembra disintegrarsi con uno sbattere di porta violento.
«non avvicinarti a Grace!» urla una voce che io conosco fin troppo bene, Adds.
«ma chi ti conosce a te?!» risponde di rimando una voce maschile, Ander. Subito dopo sento come se due tori inferociti corressero verso di me e in una frazione di secondo due pesi massimi sono sul mio corpo.
«ma che cos...?» mormoro guardandoli sopra di me.
Ah giusto! Ecco cos'era quella sensazione di aver dimenticato qualcosa... Venerdì sera ho raccontato il tutto a Adds e come suo solito non l'ha presa proprio benino; quindi ho organizzato un'uscita tra amici per farli conoscere e avevo dato appuntamento ad entrambi per comunicarglielo.
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Love in the field
ChickLitGrace Evans è sempre stata una ragazza fuori dal comune. Mentre le bambine di otto anni giocavano con le bambole, lei assieme al padre e al suo fratello gemello, Michael, guardavano le partite di football. Ora però Grace è cresciuta, non ha più otto...