•Capitolo 1•

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«Signorina Evans! Esca subito dalla mia aula e non si faccia più vedere!» urla la mia amata professoressa di chimica, spalancando così tanto gli occhi che per un attimo ho avuto paura potessero cadergli dalle orbite. Ha il respiro affannato con qualche ciuffo di capelli bianchi che le ricadono sulla fronte, le guance sono arrossate e tiene stretto a sé l'estintore, che ha usato in questi buoni cinque minuti come se fosse la sua unica salvezza di vita. Do una veloce occhiata alla mia postazione, ormai coperta di schiuma saponata, per calcolare quanto dovrò prostrarmi alla sua volontà. 

Merda. Questa volta credo di averla combinata grossa. 

«I-io...» mi mordo il labbro inferiore cercando di non ridere. Ma cavolo! Come si fa a non ridere davanti ad una situazione del genere? Anzi, davanti ad un persona del genere! Questa dev'essere sicuramente la disperazione. 

Ma devo calmarmi, o non riuscirò a risolvere niente. 

«Posso spiegare!- metto le mani davanti con i palmi rivolti verso di lei in segno di innocenza - E' stata colpa di una scintil-» 

«Non voglio sentire niente! Ho detto esci dall'aula!» adirata, posa l'estintore sul banco più vicino a lei per poi raggiungermi a grandi falcate. 

E' la mia fine. 

Addio mondo! Addio donut! Addio mio unico e grande amore cioccolato! 

«La prego professoressa!» m'inginocchio mettendo le mani congiunte in segno di preghiera. La mia attuale esistenza dipende da questa donna, tanto vale giocarmi tutto. Anche la mia dignità.

Cavolo, dovevo dar retta a Addison e non muovermi di casa... Giove e Mercurio non sono dalla mia parte di questi tempi. 

«Grace risparmiati la scenetta. E' impossibile che tu sia stata cacciata da tutti i laboratori o corsi extra-scolastici.»  mi guarda annoiata ma sulla sua bocca avrei giurato di intravedere un ghigno. Inchinarsi non è servito a niente se non ad aumentare il suo ego. Faccio un grande sospiro e mi rimetto in piedi.

Avanti Grace sei sopravvissuta a molto peggio.

«ha ragione prof! Ora che ci penso c'è ancora un corso che mi rimane... chimica avanzata; mi potrebbe dare l'orario con le autorizzazioni e tutte quelle cosucce burocratiche per favore?»

Al suono delle mie dolci e del tutto innocue parole questa santa donna, che precisiamo di santo non ha proprio niente, sbianca come se avesse visto un fantasma. 

 «No, no e no! Non so se mi sono spiegata bene Evans, tu non devi più entrare o avvicinarti in un mio laboratorio, è già la seconda volta che combini un casino dei tuoi e ti posso assicurare che non ce ne sarà una terza. Magari puoi fare il corso di fotografia o di teatro? Oppure potrei chiedere a...» s'interrompe cercando di pensare a qualcosa di plausibile. Ma cos'ha al posto del cervello? Zucchero di canna? Forse è l'età, insomma dovrebbe andare in pensione tra qualche anno se non sbaglio; la mente le sta iniziando a giocare brutti scherzi. 

«prof. con tutto il rispetto, forse non ha compreso appieno la mia situazione, sono stata cacciata da tutti i corsi! Ma se proprio non ci crede vada dalla Anderson, da Hale o dal professor James. Sono stata espulsa da tutti loro!» mi mordo il labbro inferiore. Potrei aver detto l'ultima frase con troppa enfasi. lei di tutta risposta mi lancia uno sguardo esasperato per poi abbassare di poco il capo fissando il pavimento. 

Ma dai! Così mi onora troppo my lady, può anche risparmiarsi la testa chi-

improvvisamente alza il volto verso di me e io quasi mi spavento per il gesto; tutta quest'agilità in un solo momento e il sorriso sadico che ha sulle labbra non mi tranquillizzano per niente. Ho paura di sapere cosa si è inventata questa volta.

Love in the fieldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora