•Capitolo 26•

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'TOUCHDAWN!'

'E SIAMO 6 A 3 PER LA MARTIN!'

Abbiamo iniziato a giocare da neanche 20 minuti e già stiamo in svantaggio. Anche se mi pesa dirlo, non so cosa diavolo stia facendo Mike; 

era partito bene! Stava per fare anche lui un touchdown! 

L'unico problema che gli è sfuggito, è il piccolo e microscopico particolare, che il football è un GIOCO DI SQUADRA e NON individuale. Di fatto, il genius di mio fratello, ha avuto la brillante idea di fare sei punti (un touchdown) completamente da solo; non un passaggio, non un segno alla squadra, assolutamente niente, 0 di 0. 

E ovviamente non c'è riuscito. 

L'unica cosa positiva, se si può definire così, è che Henry, il Kicker, ossia colui che ha il compito di fare un calcio piazzato, si è impossessato del Duke non calcolando minimamente le direttive di Mike ed è riuscito a fare un Field goal da paura facendoci guadagnare 3 punti. 

Ora le opzioni sono due: o io sono una completa cecata e non ho mai visto realmente come gioca Mike o, invece, come presumo possa essere andata, il coach gli ha detto di giocare da schifo. 

Questo è un segno del destino, un fottuto segno del destino. Hey tu! Si proprio tu! Destino dei miei stivali, ti stai divertendo a rendermi l'esistenza una continua incognita senza risuluzione? 

Entrambe le squadre si rimettono in posizione. 

Dagli spalti si sentono esulti di tutti i tipi dai "forza bulls!" ai "Michael! Esci gli addominali!"; altri invece sono un pochino più volgari tipo "forza bulls! Cagate in testa agli Starfish!". 

Scioccante? Nah, sicuramente dall'altra parte ci staranno maledicendo in cento lingue diverse. 

Osservo la squadra della Martin; loro si che sono coordinati e poi anche se non sembra ognuno di loro almeno una volta a toccato la palla. Nel mentre iniziano una nuova azione, suona l'arbitro per il primo tempo. Mi reco di nascosto accanto al coach che sorride vittorioso beccandosi a sua volta, un'occhiataccia dalla sottoscritta; ci raggiungono i vari giocatori che appena mi vedono hanno uno sguardo tra l'interrogativo e il terrorizzato.

Fate bene ad avere paura, ora vi aggiusto io. 

«che mi state combinando ragazzi?! Michael cavolo devi passare la palla a tutti! Il football è un gioco di squadra! Squadra comprendi?! E si dal caso che sul campo siete in undici! Solo te, Henry che ha fatto un Field goal e Aiden che è il TB avete toccato la palla! Il resto della squadra non ha fatto altro che placcare!» urlo guardandoli male. Alla fine la colpa non è solo di Mike: diamine, se vedi il tuo quarterback che gioca così di merda illuminalo. Tutti hanno uno sguardo basso... Neanche fossi un loro superiore!

Argh! Gli devo insegnare proprio tutto eh. 

«ma guardatevi! Neanche sostenete il mio sguardo! Ora che ci rimangono un altro paio di minuti cercate di escogitare una bella azione e tu Michael se vedo che non passi il pallone, entro nel campo e ti prendo a calci nel sedere davanti a tutti!» faccio una pausa per riprendere fiato e continuo «Mike quando Lucas, il Centro, ti passa il Duke ad inizio azione, passalo a tua volta a Logan, invece che ad Aiden - senza offesa Aiden, ma tu mi servi di copertura a Logan da possibili placcaggi essendo più robusto-» mi rivolgo singolarmente al TB che con un gesto della mano mi lascia continuare. 

«dicevo, Logan hai una buona resistenza nel correre e sei anche abbastanza veloce, conto su di te; Michael tu invece devi cercare di placcare Blake: ho osservato la sua tecnica e il suo cavallo di troia sono proprio i placcaggi, si basa molto sui punti deboli e scoperti del corpo, sta' attento. Jason tu che sei di una certa stazza devi cercare di placcare il linebacker della martin; lui di solito, riesce a buttare giù due di noi e non ce lo possiamo permettere. Se il gioco si fa duro Henry entri te, essendo veloce e l'unico che non ha i piedi a banana cerca di fare un Field goal o un touchdown se proprio è sicuro al cento per cento che ci riesci. Ah ragazzi un ultima cosa, ricordatevi che dovete correre per almeno 10 yards o c'è il rischio di perdere l'azione» tutti mi guardando stralunati per poi rivolgersi con lo sguardo verso il coach. Ah cavolo il coach! Gli faccio un sorriso, imbarazzato, di scuse ma lui scuote la testa ridacchiando.

Love in the fieldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora