•Capitolo 2•

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«Allora ragazze, avete deciso? Volete ordinare?» chiede spazientita per la quinta volta la cameriera dalle lunghe trecce a spina di pesce. 

E come darle torto. 

Ci troviamo in questa pizzeria da ben venti minuti con ancora nulla sotto i denti, perché la principessina qui presente, Addison, non sa cosa prendere. Non ho nulla in contrario, anzi, penso che quando si è davanti ad un menù pieno zeppo di squisitezze bisogna scegliere con coscienza ma tra poco il mio stomaco si digerisce da solo per la mancanza di nutrimento. 

«Emh... Cinque minuti e abbiamo fatto» dice Adds senza rivolgerle sguardo perché troppo presa a leggere il foglio pieno di portate che ha tra le mani. E' in momenti come questi che rimpiango il cibo d'asporto: hai una qualche voglia? Chiami e aspetti che ti arrivi, semplice. La cameriera, che dal nome sul cartellino pare chiamarsi Rose, visibilmente irritata sbuffa e va verso un altro tavolo. 

«Adds deciditi! Ho fame!» esclamo esasperata. Voglio mangiare! 

«Va bene! Ho fatto, mi scusi...» chiama Rose, «Io prendo una margherita e un tè alla pesca, tu Grace?» domanda rivolgendosi a me. Oh Finalmente! Allora dov'è la mia lista? 

«io una capricciosa, due porzioni di patatine fritte, un supplì, una crocchetta di patate, una Coca-Cola... mh sì, possibilmente senza zuccheri, sà vorrei mantenere la linea e... ah si giusto! Potrebbe portare anche la salsa ketchup e la maionese? Grazie.» la ragazza prende nota e velocemente senza rivolgerci mezzo sguardo o parola di cortesia, sparisce dentro la cucina. Mi volto verso Addison e dallo sguardo che rivolge alle spalle della cameriera capisco che ha dato fastidio anche a lei, sto per chiederle come le è andata la giornata quando un buonissimo odore di carne mi arriva sotto al naso. 

Cavolo, ecco cosa mi ero dimenticata, dovevo chiedergli un'informazione sugli, emh, a-ar-arottini? Possibile? 

«ma io non volevo le patatine» chiede Adds interrompendomi dai miei pensieri. Oh povera illusa. 

«infatti non sono per te» Le faccio un occhiolino sorridendo beffarda. Non voglio sembrare un pozzo senza fondo ma il mio punto debole è l'italiano.

No scherzo, è il cibo in generale.

Se ora mi trovo in questo locale, è perché stamattina ho trovato la forza di alzarmi dal letto con il pensiero della colazione e ho continuato a vivere la giornata immaginandomi cos'avrei mangiato a pranzo e poi alla cena! Il cibo è la mia unica ragione di vita. Abbasso le diete da modelle di Victoria's Secret! Noi ragazze dobbiamo crescere e mettere muscoli.

«Cavolo!» esclamo dandomi una manata in fronte. Le cose importanti mi vengono in mente sempre a scoppio ritardato. Arrosticini! Ecco cosa dovevo chiederle.

«Cosa?!» chiede Adds allarmata da questo mio scatto. Non volevo spaventarla ma questa è una questione seria. Fin troppo.

«Mi sono dimenticata di dirle una cosa»

«A chi?»

«A Rose!»

«E chi è Rose?» la guardo accigliata. Come ha fatto a non leggere il cartellino fluorescente che aveva la cameriera sulla camicetta?! Le è stata tutto il tempo davanti! Ah certo, troppo impegnata a leggere il menù.

«Mia nonna»

«Ma tua nonna non si chiamava Lexy? Aspetta non dirmi che è il nickname con cui chiami tua nonna Anthar-» 

«Shhh! Non dire quel nome!» la interrompo prima che finisca la frase. Volevo solo prenderla un pochino per i fondelli, non volevo rischiare di essere maledetta. Quella donna, mia nonna, nonché la genitrice di mio padre, è una strega. Mette una paura tale che se si trovasse in una stanza buia, da sola con il diavolo, sono sicura al cento per cento che da re degli inferi lo farebbe diventare un angioletto doc. 

Love in the fieldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora